Cassazione: aprire un account online con il nome di un altro è reato
Roma. Pratica molto in voga in Italia, quella che vede centinaia di persone aprire finti account con nomi di altri, spesso personaggi famosi (o inventati) per i scopi più disparati. Ebbene oggi una sentenza della Corte di Cassazione ha affermato che “commette reato di sostituzione di persona di chi crea e utilizza un account di posta elettronica attribuendosi falsamente le generalità di un’altra persona”.
Una pena che servirà per stabilire un po’ d’ordine nella giungle del web dove sono frequenti i “fake”, ovvero gli utenti che nascondono la propria identità dietro altre di personaggi famosi (modo questo utilizzato non solo nelle mail ma anche nei social network per creare profili molto seguiti e quindi in grado di generare considerevoli introiti economici).
La sentenza in questione riguarda una truffa compiuta da un uomo condannato dalla Corte d’appello in quanto aveva utilizzato i dati anagrafici di una donna senza il suo consenso per aprire: “a suo nome un account e una casella di posta elettronica e facendo così ricadere sull’inconsapevole intestataria le morosità dei pagamenti di beni acquistati mediante la partecipazione ad aste in rete”.
La i giudici di piazza Cavour hanno così stabilito che: “la partecipazione ad aste on line con l’uso di pseudonimo presuppone necessariamente che a tale pseudonimo corrisponda una reale identità, accertabile on line da parte di tutti i soggetti con i quali vengono concluse compravendite. E ciò, evidentemente, al fine di consentire la tutela delle controparti contrattuali nei confronti di eventuali inadempimenti”.
Aprire account con altri nomi induce: “in errore gli utenti della rete nei confronti dei quali le false generalità siano declinate e con il fine di arrecare danno al soggetto le cui generalità siano state abusivamente spese”.
Enrico Ferdinandi
3 aprile 2012