Antonio Pennacchi e l’utopia del Fasciocomunismo
di Enrico Ferdinandi
Utopia è una parola che ha da sempre accompagnato le fantasticherie più ambiziose. Nel corso della storia molti scrittori, come ad esempio Tommaso Campanella (che scrisse il libro “La città del sole”) hanno usato questa parola per provare a descrivere il loro ideale di società perfetta in cui la morale, le virtù e l’operosità dei cittadini possano convivere all’interno di un ingranaggio sincronico e fluido. Proprio per questo si parla di utopia, perchè per quanto buoni siano i propositi la realizzazione di queste idee si rivelano nella realtà inrealizzabili. In queste settimane un altro scrittore sta facendo parlare di se grazie ad una sua utopia: il Fasciocomunismo.
Si tratta di Antonio Pennacchi, scrittore nato a Latina il 26 gennaio 1950 ex operaio salito alla ribalta grazie al suo talento letterario, vincitore del premio strega nel 2010 con il libro “Canale Mussolini” che racconta della bonifica dell’Agro
Il suo primo Romanzo fu edito nel 1994 e si chiama Mammut (ricevette ben 55 rifiuti da più di 33 editori prima di essere pubblicato). Nel 1995 scrive “Palude” romanzo dedicato proprio alla sua città. Nel 1998 arriva “Nuvola Rossa”. Ma è del libro del 2003 che stiamo parlando, ovvero dell’autobiografico “Il Fasciocomunista”, molti di voi lo ricorderanno perché da esso è stato tratto il film “Mio fratello è figlio unico”.
È in questo libro che è contenuta quell’utopia della quale vi stavamo parlando nelle prime righe di questo articolo. Ma procediamo con ordine. È giusto precisare che nel 2007 Pennacchi si iscrive al Partito Democratico facendo il suo ingresso in politica. In occasione delle attuali elezioni amministrative che coinvolgono il comune di Latina invece lo scrittore ha deciso di sostenere la lista locale di Futuro e Libertà dichiarando di non voler candidarsi di persona ma di voler sostenere il candidato di centrosinistra, per Pennacchi (e da qui comincia a manifestarsi la sua utopistica idea) è arrivato il momento di superare la tradizionale divisione fra destra e sinistra. Questo per Pennacchi è l’unico modo per salvare lo Stato dalla decadenza che Berlusconi sta portando con le sue azioni. La proposta, potete ben immaginarlo ha fin da subito provocato grandi polemiche, Pennacchi comunque ha dato il suo nome alla lista (che alle urne avrà il nome di Pennacchi per Latina – Futuro e Libertà) che corre da sola alle urne ma non si candida né come sindaco né come consigliere comunale.
Lo scrittore ha dichiarato che è importante che il suo progetto parti proprio da Latina, queste le sue parole: Il progetto parte da Latina perché la situazione lì è para para a quella nazionale. Berlusconi non ci può vedere, non sopporta che fascisti e comunisti si mettano insieme. L’altro giorno, quando hanno sparato a quello di CasaPound, io ho subito pensato che si trattasse dei servizi. Il messaggio è chiaro: fasci e comunisti non devono parlare, ma devono solo litigare e spararsi. Così Berlusconi è libero di farsi i cazzi suoi…”
Si tratta di una vera e propria rivoluzione utopistica quella che Pennacchi vorrebbe mettere in atto. È importante partire da Latina poiché sempre a suo dire è mal governata da anni e per questo necessita di una svolta nella gestione per approdare ad una rivalutazione della città prima che sia troppo tardi. Un decadentismo diretto verso il baratro quello che Pennacchi descrive parlando della situazione nella quale si trova Latina, per questo motivo ha deciso di portare avanti questo suo ideale di Fasciocomunismo.
Unire Fascismo e Comunismo cercando di prendere il “meglio” da entrambe le parti. In merito alle critiche che gli sono state mosse contro Pennacchi afferma che: “I traditori non siamo noi il fascismo era rubare ai ricchi per dare ai poveri, oggi stare con Berlusconi vuol dire rubare ai poveri per dare ai ricchi. Il vero traditore è chi sta con Berlusconi: uno come lui i fascisti l’avrebbero preso a bastonate, l’avrebbero spedito al confino”.
Riflettendo poi su di un possibile paragone Mussolini-Berlusconi dichiara che: “Paragonare Berlusconi a Mussolini è un’offesa a Mussolini. E’ vero, anche il duce andava a mignotte, ma poi mica le faceve ministre o deputate…”.
Nell’idea utopistica di Fasciocomunismo per Pennacchi sbaglia: “Chi pensa che il fascismo sono le leggi razziali. Per me il fascismo è pure una città costruita dal nulla, con le mani, dai miei padri, dai miei zii”.
La concezione di una corrente politica che abbia al suo interno due ideologie così diverse è anche un mezzo per provocare e quindi suscitare l’interesse delle masse, un buon modoo per farsi conoscere e farsi pubblicità, ma non solo. L’idea di unire Fascismo e Comunismo è anche un modo per annientare (sempre utopisticamente) quelle differenze sociali ed idelogiche che non permettono alla società di crescere e migliorarsi.
Gli ideali che caratterizzano il nuovo movimento Fasciocomunista hanno delle basi ben radicate nei principi e nelle virtù cardini che ogni uomo dovrebbe avere: resta solo da vedere se i cittadini asseconderanno Pennacchi nella realizzazione della sua Utopia.