Fiat: sfruttare mercato americano o 2 impianti su 5 a rischio

Dopo la chiusura di Termini Imprese Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat-Chrysler, dichiara in un intervita realizzata dal Corriere della Sera che: “L’indebolimento dell’euro verso il dollaro aiuta, non chiederò più rottamazioni, ma servono costi competitivi, l’utilizzo pieno e flessibile degli impianti e una regia nel rapporto tra l’industria e la ricerca”.
Secondo Marchionne questa è un opportunità per esportare negli Usa macchine prodotte in Italia in quanto negli States hanno chiuso: “un certo numero di fabbriche, ciò dare la possibilità a Messico, Canada o Europa di soddisfare un terzo della domanda di auto”, anche perché la “domanda di automobili in Europa è destinata a rimanere bassa ancora a lungo. Almeno fino al 2014”.
Se non si riuscisse a cogliere questa opportunità, afferma ancora il D.G. “dovremmo ritirarci da due siti dei cinque in attività”. Per Marchionne la soluzione è che la Fiat esporti le proprie auto negli Usa: “Questo penso di fare per l’Italia ed è per questo che trovo insopportabilmente razzista dipingermi come un uomo senza patria”.
Parole di elogio per l’operato del nuovo governo da parte di Marchionne che afferma che seppur l’Italia non si trovi in un momento florido di opportunità: “il nuovo governo, in pochissimo tempo, ha dato al mondo l’idea di un Paese che sta svoltando, un successo incredibile. Conviene investire in Italia, man mano che le riforme del governo Monti vanno avanti”.
Che le riforme del governo Monti permettano quindi alla Fiat di mantenere le sue “basi” in Italia esportando all’estero solo il prodotto finito rilanciando l’industria made in Italy?
Enrico Ferdinandi
24 febbraio 2012