Sanremo: le luci del Festival oscurate dagli attacchi di Celentano alla Chiesa

La prima serata della 62^ edizione del Festival di Sanremo, preceduta come sempre da critiche e rumors di ogni genere è cominciata con l’abbandono della giovane modella Ivana Mrazova, che colpita da una cervicalgia era stata accompagnata in ospedale nel pomeriggio e non c’è l’ha fatta a salire sul palco. Così, dopo l’esclusione dell’altra valletta,Tamara Ecclestone, si profilava la possibilità di un’edizione tutta al maschile fino a che non sono state richiamate, in tutta fretta, Elisabetta Canalis e Belen Rodriguez.
Rivedendo le due primedonne si è avuta la sensazione di un déjàvu, perchè hanno riportato inevitabilmente alla memoria l’edizione 2011, rafforzata dall’introduzione di una serie di remake 2011 di Luca & Paolo che con un loro brano inedito “Comici soli”, hanno aperto la serata fino ad introdurre il padrone di casa Gianni Morandi.
L’attesa però era tutta per l’intervento di Adriano Celentano e verso le 22,15 ha fatto il suo spettacolare ingresso in scena con un’ambientazione da guerra, accompagnata dal frastuono di bombardamenti aerei, le cui immagini venivano proiettate, mentre una quarantina di ballerini davano vita ad una movimentata coreografia che ha tasformato il palco in una scena apocalittica. Atmosfera giusta creata per introdurre lui, il molleggiato, che per quasi un ora si è esibito senza interruzioni pubblicitarie.
Il suo intervento infatti ha avuto l’effetto di una deflagrazione, come le bombe della sua coreografia, quindi Celentano ha cominciato il suo sermone agli italiani, dicendo: “Ma il Vangelo non dice ‘Beati gli ultimi’?”. Partendo da questa citazione evangelica sono poi stati scagliati i suoi strali contro la chiesa, attaccando i due giornali cattolici Avvenire e Famiglia Cristiana, dicendo: “si occupano delle beghe della politica e non parlano del Paradiso, un discorso che sulle loro testate ipocrite occupa poco spazio, dedicandone invece tanto alle critiche a persone come don Gallo, che ha dedicato la vita ad aiutare gli ultimi”.
Ma Celentano non ha risparmiato nessuno e, ricordando i lavoratori in lotta sulla Torre Faro della stazione centrale di Milano, ha poi attaccato la scelta dei treni veloci di Montezemolo dicendo: “bisogna bilanciarla la velocità e occorre fare un treno lento, perchè magari c’è gente che vuole vedere bene il panorama dell’Italia”. Su queste parole entrava in scena Elisabetta Canalis che diceva di chiamarsi Italia e alla domanda di Celentano che la invitava a rimanere rispondeva:“Non posso, sto perdendo la mia bellezza” e poi, mentre si allontanava, le veniva chiesto dal cantante:“ Tornerai?”, qui la risposta è stata:“se gli italiani lo vorranno”. Celentano ha poi proseguito i suoi attacchi investendo la Merkel e Sarkozy che impongono al resto d’Europa l’acquisto dei propri carri armati, per il cui tema ha citato il Wall Street Journal e il Corriere della Sera del quale criticava il giornalista Aldo Grasso per quello che scrive.
Ha pure coinvolto Gianni Morandi e il cantante Pupo nelle sue esternazione in merito all’arroganza dei partiti, attaccando perfino delle istituzioni come la Consulta che, respingendo il quesito referendario sulla legge elettorale, ha mandato in soffitta la volontà dei cittadini; così come ha coinvolto Rocco Papaleo con una gag sulla spiegazione del significato di “popolo sovrano”. Non sono mancate neppure frecciate al “Governo Monti. Dal sapore di incursioni anche i suoi interventi musicali nei quali ha citato la “Samaritana” ed il martirio di Gesù, ripescando una rarità del 1970, come il “Il Forestiero”. In ultimo ha cantato un altro brano simbolo “Facciamo finta che sia vero”. Il pubblico dell’Ariston, nel salutarlo gli ha tributato una standing ovation, ma il direttore di Raiuno Mauro Mazza è rimasto seduto, a significare le sue riserve per quanto accaduto su quel palco, di cui lui è anche il direttore artistico e dovrà sicuramente dare delle spiegazioni.
L’evento principale doveva essere il festival della canzone Italiana che però è passato in secondo piano, non senza le proteste dei cantanti come Renga che ha detto: “noi abbiano fatto da cornice all’evento Celentano”. La serata canora è stata aperta da Dolcenera, con il suo ‘Ci vediamo a casa’, un brano elettropop, seguita Samuele Bersani, – Un Pallone, Nina Zilli – Per Sempre, Pierdavide Carone e Lucio Dalla -Nanì, Irene Fornaciari – Grande Mistero, Emma Marone – Non è l’inferno, Matia Bazar – Sei tu, Noemi – Sono Solo Parole, Francesco Renga – La Tua bellezza, Arisa – La Notte, Chiara Civello -Al Posto del Mondo, Gigi D’Alessio e Loredana Bertè – Respirare, Eugenio Finardi – E tu lo chiami Dio.
Per i cantanti sanremesi non è stata l’unica cosa ad andare storta, perchè la gara è stata sospesa per un difetto tecnico sul voto, che avrebbe dovuto escluderne due, quindi verranno riproposte tutte la canzoni per il voto e magari forse potrebbe trasformarsi in un vantaggio per qualcuno.
L’importanza dell’evento Sanremo non è sfuggita neanche all’Agenzia delle Entrate che, dopo Cortina, Milano e Roma, ora setaccia la città dei fiori, anche se questa volta l’operazione viene eseguita con discrezione.
In quanto agli ascolti, rispettate tutte le previsioni e la prima serata è stata seguita da 14 milioni e 378 mila spettatori con uno share del 48,51%, risultato superiore all’esordio del Festival 2011, che aveva avuto 14 milioni 175 mila e il 45.20%. Non non si sa se il merito è da attribuire alla conduzione di Gianni Morandi, affiancato da Rocco Papaleo o al “Re degli Ignoranti”, questo lo scopriremo più avanti. Forti le reazioni da tutti i fronti e nelle prossime ore ne avremo maggior consapevolezza, perchè oltre alle oramai consuete polemiche, faranno discutere soprattutto gli attacchi ai due giornali cattolici, le cui repliche al momento (forse aggiustano il tiro per colpire al momento giusto) si sono limitate al commento: “Tutto questo, perché abbiamo scritto che con quel che costa lui alla Rai per una serata si potevano non chiudere le sedi giornalistiche Rai nel Sud del mondo (in Africa, in Asia, in Sud America) e farle funzionare per un anno intero”. Più sardonica la replica di Aldo Grasso, che definendo la manifestazione canora uno dei più brutti festival ha anche precisato:“Spendiamo meglio i soldi del canone, perchè Sanremo sarà anche Sanremo, ma non illustra più la salute della nazione. Affermazione che aprirà sicuramente una bagarre mediatica in quanto, onestamente bisogna dirlo, da qalche anno l’evento Sanremo mette in evidenza tutto tranne che le canzoni. Ora dopo tanto clamore, cosa dobbiamo aspettarci dalle prossime serate del festival?
Sebastiano Di Mauro
15 febbraio 2012