Secondo l’Istat dopo cinque mesi di variazioni negative l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio, ovvero il valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi, è rimasto invariato. Rispetto ad un anno fa le vendite di prodotti alimentari segnano un incremento dello 0,2%, mentre quelle di prodotti non alimentari una diminuzione dell’1,4%, Nove italiani su dieci rimarranno a casa per la cena e il pranzo di Natale. E il menu sarà low cost: si spenderanno 2,3 miliardi, il 19% (542 milioni) in meno rispetto al 2010.
Il clima di recessione e l’eccessivo peso delle imposte sui consumi mettono in crisi il menu di Natale e fanno serrare le fila alle famiglie. Questo il risultato dell’indagine Confesercenti-Swg su pranzo e cena di Natale.
Da quando è entrato in vigore l’euro però gli stipendi degli italiani non crescono. Così per Natale sono previste meno spese: 88 euro contro i 109 dello scorso anno a disposizione per ciascuna famiglia per preparare il cenone della vigilia ed il pranzo di Natale.
Cresce nel mese di dicembre la preoccupazione per le tasse, + 6%, e quella legata al lavoro, 12%.
Il 28% degli italiani dice di riuscire ad arrivare, con lo stipendio, solo fino alla terza settimana del mese, lo scorso anno lo affermava solo il 20% degli intervistati.
di Francesco Finulli
22 dicembre 2011