Effetto serra: nel 2010 record di emissioni, è allarme

Effetto serra. Secondo le stime dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Omm) nel 2010 i gas prodotti dall’effetto serra hanno registrato un record assoluto. Secondo il segretario generale dell’Omm M. Michel Jarraud: «Nel 2010 la concentrazione nell’atmosfera di gas da effetto serra ha raggiunto i livelli più elevati mai registrati dall’epoca preindustriale nel diciottesimo secolo. Anche se riuscissimo oggi a fermare le nostre missioni di gas serra, eventualità tutt’altro che probabili i gas già presenti nell’atmosfera sussisterebbero ancora per decine di anni continuando a perturbare il fragile equilibrio della terra e del su clima».
Un allarme che è passato più che inosservato da parte dei media italiani, pensate che tra il 1990 ed il 2010 la presenza di gas serra (dovuto prevalentemente agli effetti del diossido di carbonio) nell’atmosfera è aumentato dell’80%.
Il riscaldamento globale non solo può destabilizzare gli equilibri dell’ecosistema ma può causare danni irreparabili in grado di compromettere per sempre la stabilità della flora e della fauna terrestre ed acquatica. Pensate che negli ultimi anni già molti uccelli migratori hanno cambiato le loro abitudini, in quanto, soprattutto per gli uccelli migratori, l’aumento della temperatura dell’acqua si è rilevato più rapido di quello dell’aria e ciò ha fatto si che molte specie hanno cominciato a spostare le loro rotte migratorie anche a latitudini più settentrionali.
Negli ultimi giorni la commissione europea ha proposto una legislazione proprio per monitorare le emissioni di gas a effetto serra, Connie Hedegaard, commissaria responsabile dell ’Azione per il clima, ha dichiarato: “Questa proposta aiuterà a monitorare e a comunicare le emissioni legate alle attività di utilizzo del territorio, variazione della destinazione d’uso del territorio e silvicoltura (LULUCF), all’aviazione e ai trasporti marittimi, per citare solo alcuni settori. Speriamo che queste nuove norme servano da esempio anche nell’ambito dei negoziati internazionali sul clima e diventino un parametro di riferimento per la trasparenza dell’azione sul clima da parte dei paesi sviluppati”.
di Enrico Ferdinandi
27 novembre 2011