Amanti lapidati in Pakistan

Venti secoli fa un Galileo diede una lezione esemplare alla sua gente quando una donna adultera stava per essere uccisa a sassate. La donna fu risparmiata dalla furia omicida della folla, perché nessuno “era senza peccato”.
Non è stato così ieri in Pakistan, nel distretto di Loralai (nord-est del Balochistan), dove due amanti sono stati legati a un albero e poi lapidati per il loro amore clandestino ed illecito (zina, fornicazione) in quanto privo delle necessarie autorizzazioni da parte dei religiosi locali.
Così un religioso del paese ha lanciato contro i due innamorati una fatwa segnando per sempre il loro destino: “Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense”.
Dopo l’esecuzione l’uomo è stato sepolto nel suo villaggio di Kototi mentre la donna nel villaggio di Manzkai.
Poco dopo come ha spiegato Abdul Latif Jogazai, un funzionario della sicurezza, sei persone sono state arrestate e tra queste il religioso che ha emesso il verdetto di morte.
Nonostante le misure adottate dal Parlamento dal 2005 contro i karo kari(“uomo nero” e “donna nera” letteralmente) vale a dire i delitti d’onori, dal 2002 a oggi, solo in Pakistan, sono state uccise per motivi simili oltre 4000 persone.
Le cifre rese note dal Madadgaar Help Line fanno capire la portata del fenomeno in Pakistan: oltre 475 delitti d’onore nella sola provincia di Sindh, 337 nel Punjab, 128 in Balochistan e 76 nella North-West Frontier Province. Per non parlare dell’esecuzioni in Afghanistan, Iran, Nigeria, Sudan, Emirati Arabi…
Cristian Cavacchioli
17 febbraio 2014