SATELLITE AMERICANO IN CADUTA LIBERA VERSO L’ITALIA

E’ quanto si sta delineando nelle simulazioni effettuate al computer dalle agenzie spaziali, ipotesi che dovrà essere confermata o smentita nelle prossime ore.
Massima allerta della Protezione Civile per il rientro nell’atmosfera terrestre del satellite UARS (Upper Atmosphere Research Satellite) della NASA previsto per venerdì 23 settembre 2011, i cui componenti potrebbero cadere sull’Italia. L’analisi dei possibili scenari, simulati al computer dalle agenzie spaziali, farebbero propendere proprio per questa possibilità. E’ quanto si apprende da fonti qualificate citate dall’Agenzia Ansa, secondo la quale, per far fronte a questa eventualità e mettere a punto gli opportuni interventi, il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, avrebbe convocato per domani mattina una riunione del comitato operativo in collaborazione con l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana).
Il satellite UARS è un vecchio oggetto orbitante dal peso di oltre 6 mila chilogrammi, in orbita dal 1991 e grande quanto un autobus, la cui missione era quella di studiare l’atmosfera terrestre, in particolare lo strato di ozono protettivo. Il suo ciclo di vita si era concluso nel 2005 e da allora vagava nello spazio perdendo a mano a mano quota e avvicinandosi sempre più alla Terra.
Ogni veicolo orbitante, infatti, è soggetto alla forza di attrazione di gravità, che cerca di farlo precipitare sulla terra, e alla forza centrifuga che cerca di farlo allontanare. Per creare una situazione di equilibrio, cioè per fare in modo che il satellite ruoti attorno al nostro pianeta e non precipiti su di esso, la forza centrifuga dev’essere uguale alla forza di gravitazione. Anche i satelliti geostazionari non sono perfettamente fermi rispetto al moto della Terra ma, a causa dell’influenza gravitazionale degli altri corpi celesti come Luna, Sole ed altri pianeti, oscillano nella loro posizione e sono dunque necessarie manovre correttive comandate da Terra, e perfettamente automatizzate, che rendono a loro volta necessaria a bordo del satellite la presenza di più motori a reazione, uno per ciascuna direzione di moto, alimentati da carburante.
Al cessare del carburante a bordo, termina di fatto la vita operativa del satellite ed esso si disperde in una nuova orbita rispetto a quella originaria, diventando parte della cosiddetta spazzatura spaziale oppure ricade sulla superficie terrestre. Il più delle volte durante l’attraversamento dell’atmosfera l’oggetto orbitante si disgrega completamente. Nel caso del satellite americano però, gli scienziati della NASA stimano che 26 suoi componenti potrebbero raggiungere il suolo e cadere in un raggio di 800 chilometri.
Vogliamo tranquillizzare i lettori ricordando che al momento si tratta solo di ipotesi scaturite da ricostruzioni fatte al computer con i più moderni software di calcolo e che le stesse dovranno essere confermate o smentite nelle prossime ore.
di Roberto Mattei
22 settembre 2011