Elezioni in Sardegna: un voto con conseguenze nazionali

Un’elezione di grande rilevanza quella sarda, dove gli esiti avranno un riflesso, inevitabilmente, all’interno del contesto nazionale. Fino a qualche settimana fa il centro-destra sembrava andare incontro ad una discesa fatale che, invece, si è trasformata in una salita.
Gli scrutini procedono a rilento, ma per ora risulta un testa a testa tra Todde e Truzzu rispetto al primo 10% di sezioni spogliate. In alcune città emerge il vantaggio della candidata del Pd-5 Stelle Todde, perfino a Cagliari, dove è sindaco lo stesso Truzzu, aspirante governatore sostenuto dalla Premier Meloni.
Elezioni che hanno visto un’affluenza alquanto bassa, comportando la caduta nell’oblio degli appelli portati avanti dai vari candidati. 1.447.753 aventi diritto e distribuiti in 377 comuni, ma solamente 758.252 si sono recati alle urne. Un dato non positivo e inferiore rispetto agli anni precedenti.
Un leggero vantaggio per la sinistra

Alessandra Todde risulta essere, per il primo 10,3% di schede scrutinate, in un leggero vantaggio rispetto al rivale Truzzu, infatti, rispettivamente è emersa una preferenza del 45,9% per la prima e un 45,3% per il secondo. Per ora scrutinate 190 schede su 1.844.
Uno spoglio che procede a rilento ma che presenta per ora un avanzamento della candidata di sinistra, mentre in seconda posizione vi è Truzzu, candidato di centro-destra. Seguono poi Renato Soru, di Coalizione sarda, con un 7,9% e, in ultima posizione Lucia Chessa con il partito Sardigna R-esiste con uno 0,9%, presentatasi in solitaria.
Nonostante la lentezza dello scrutinio i componenti delle 1.844 sezioni avranno fino alle 19 per poter esaminare le schede e comunicare i risultati definitivi; nel caso in cui non si dovesse terminare i vari registri e schede saranno inseriti in delle buste sigillate e trasferite ai tribunali delle circoscrizioni territoriali, che si occuperanno di terminare i lavori. La normativa, inoltre, prevede che il voto sia disgiunto, ossia un voto a lista anche di schieramento opposto a quello del candidato governatore e, inoltre, la doppia preferenza di genere a condizione che candidata e candidato siano della medesima lista. Una volta concluso lo scrutinio, il vincitore potrà giovare del premio di maggioranza e in seguito si procederà con lo spoglio per i 58 consiglieri, che andranno, insieme a Presidente e sconfitto, ad occupare i 60 posti dell’assemblea legislativa regionale.
Le ripercussioni sul Governo di destra
Un rischio alto per la destra che, per la prima volta, si era mostrata unita nel sostegno ad un determinato candidato per la campagna elettorale. Proprio la stessa Giorgia Meloni a Cagliari aveva incitato spingendo verso un riavvicinamento nazionale lanciando, inoltre, la sua sfida personale: il premierato. Un’eventuale sconfitta del candidato di centro-destra, Paolo Truzzu, comporterebbe una lesione all’interno del Governo, aprendo nuovi dibattiti e riflessioni, soprattutto per quanto concerne la presentazione della candidatura della Premier alle europee.
Un quadro differente per la sinistra
La posta in gioco per la sinistra e Schlein è sicuramente più bassa e meno incisiva rispetto a quella di Giorgia Meloni. Si tratta di una verifica rispetto all’alleanza Pd-5 Stelle, ma alla fine il vero conto per la leader del Pd si presenterà soltanto alle europee, quando emergerà il consenso raggiunto dal suo partito, se sopra o sotto un 20%. Stesso scenario si presenta per Conte, con un’ulteriore obiettivo: superare la rivale Schlein.