Salario minimo: cosa prevede la legge base

Oggi è previsto il termine degli emendamenti al testo sul salario minimo. Per ora, si sa che la soglia minima è pari a 9 euro l’ora, a cui si affiancano altre garanzie, spiega la commissione Lavoro.
Salario minimo: 9 euro l’ora
La nuova legge prevede, al momento, un salario minimo pari a 9 euro lordi l’ora. Ciò significa che ben 3 milioni di lavoratori avrebbero un aumento.
La media sarebbe quindi di +804 euro per rapporto di lavoro. Questo dato va però coniugato con l’inflazione.
Gli aumenti apportati dal salario minimo verrebbero infatti influenzati dal fatto che il potere d’acquisto delle retribuzioni sta crescendo meno del livello dei prezzi (un modesto 2,5% rispetto al 6,5% dell’inflazione).

Una retribuzione giusta
La legge sul salario minimo è stata supportata da tutta l’opposizione, tranne Italia Viva.
Va ricordato che il testo non prevede solo i 9 euro, ma anche un rafforzamento del principio di giusta retribuzione, che non è sinonimo di salario minimo.
Per capirlo, bisogna andare all’articolo 36 della Costituzione, secondo cui Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro ed in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé ed alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.
Il salario minimo risponde all’aggettivo “sufficiente”, la giusta retribuzione all’aggettivo “proporzionata”.

Uno strumento collegato è l’ultrattività dei contratti collettivi, ovvero i contratti stipulati dalle organizzazioni sindacali. “Ultrattività” significa che questi non perdono efficacia con la scadenza, ma con la creazione di una nuova disciplina collettiva. E questo vale per tutti i lavoratori della categoria, anche quelli che non appartengono al sindacato.
Chi viene tutelato: capire i tipi di lavoro
L’obiettivo del testo sul salario minimo sono specialmente i settori più deboli e con poco potere contrattuale.
Per di più, non sono in gioco solo i lavori subordinati (A lavora sotto il controllo di B), bensì anche quelli autonomi (A lavora in maniera indipendente) e quelli parasubordinati (una fusione tra quelli menzionati: A lavora insieme a B in un rapporto di collaborazione).
Per gestire la pluralità di rapporti disciplinati, è prevista la creazione di una commissione apposita, con il ruolo di effettuare aggiornamenti periodici.
Chiaramente si forniranno anche tempo e supporto economico per adeguare i contratti al nuovo sistema, specie per i datori di lavoro per cui lo sforzo risulterà maggiore.

Guardando gli altri
Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco spinge sui lavoratori “non coperti dai contratti”, per quanto riguarda la nuova disciplina.
Non si esprime tuttavia su “quanto” debba essere il salario minimo, affermando anzi che la retribuzione non debba essere troppo alta e che vada stabilita “da chi ne ha responsabilità”.
Si attendono ancora gli ultimi emendamenti di Montecitorio al testo, previsti in data odierna.

Nel frattempo, l’urgenza della legge cresce, visto che l’Italia è uno dei pochi paesi europei ancora senza salario minimo.
In questo contesto, è quasi ironica la vicinanza geografica con la Spagna, paese spesso considerato “cugino” dell’Italia per via delle somiglianze sociali, ma che si sta allontanando sempre di più politicamente.
La causa è anche che in Spagna il salario minimo già esiste ed è stato anche alzato dal governo Sánchez. Al che non si dovrebbe guardare con invidia, piuttosto con ispirazione e voglia di fare.