Meloni al Senato: “Ognuno ha il diritto a non essere costretto a migrare”

La premier Giorgia Meloni ha parlato nell’aula di Palazzo Madama in vista del prossimo Consiglio europeo: dalle questioni migratorie all’energia, fino ad arrivare al sostegno militare all’Ucraina.

L’ordine del giorno
“L’Italia ha tutte le carte in regola per recitare in Europa un ruolo da protagonista e non da comprimario”, questa una delle prime frasi dette in Parlamento da Giorgia Meloni. Comunicazioni che arrivano due giorni prima del prossimo Consiglio europeo che si svolgerà il 23-24 marzo e sarà il terzo per questo Governo dopo quelli che si sono tenuti rispettivamente il 15 dicembre 2022 e il 9 febbraio scorso. La Premier ha toccato tutti i punti e le tematiche più calde delle ultime settimane: “Il prossimo Consiglio, il terzo per questo governo, ha nella sua agenda sfide prioritarie per l’Ue: Ucraina, migrazioni, energia. In questa fase complessa, l’Ue è chiamata al compito più arduo degli ultimi decenni: assicurare la sicurezza, proteggere il tessuto economico, predisporre a cambiamenti radicali che potrebbero profilarsi nei nuovi equilibri globali”, ha dichiarato Meloni.
Sulla questione migranti
“Non vogliamo più piangere innocenti nel Mediterraneo”, queste le parole della Premier che rievocano il disastro di Cutro dello scorso 26 febbraio. È proprio sulla questione del tragico naufragio che Meloni si è nuovamente soffermata, dicendo: “All’indomani della disgrazia, ho scritto al presidente della Commissione europea, al presidente del Consiglio europeo e al Consiglio Ue. Per ribadire che non possiamo attendere oltre. Non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio.” Il vero punto importante di tutta la questione, il tratto dirimente dell’intero discorso, è risultato comunque il fatto di voler affermare con forza che “al di là di ogni altro ipotetico diritto a migrare, ogni essere umano ha il diritto a non essere costretto a migrare in cerca di una vita migliore. È esattamente l’aspetto che Europa e Occidente in questi anni hanno colpevolmente trascurato”.
Meloni ha affermato, quindi, di voler contrastare il traffico di esseri umani ponendo un accento fondamentale sulle partenze più che sugli arrivi, collaborando con i paesi d’origine, aumentando i rimpatri, rafforzando tutte le zone di emigrazione, investendo in questi territori affinché si creino “alternative concrete in termini di formazione, lavoro e sviluppo economico”.
Il tema della guerra in Ucraina
Passando, invece, sulla questione riguardante l’invasione russa in Ucraina e il sostegno militare a Kiev, la Premier ha affermato essere un “tema centrale, su cui l’Italia è pronta a dare il suo contributo. Su questo obiettivo lavoriamo anche con la Conferenza sulla ricostruzione che ospiteremo a Roma il 26 aprile”. Meloni, inoltre, si è assunta la responsabilità di aumentare gli stanziamenti militari ma “mettendoci la faccia” e non “di soppiatto, come hanno fatto i governi precedenti”. In conclusione del suo discorso, rispondendo al Movimento 5 Stelle, ha detto: “Ho sentito dire che andrei in Europa a prendere ordini. Non mi vedrete mai fare questo. Io preferisco dimettermi, piuttosto che presentarmi al cospetto di un mio omologo europeo con i toni con i quali Giuseppe Conte andò al cospetto di Angela Merkel, a dirle che il M5S erano ragazzi che avevano paura di scendere nei consensi ma alla fine avrebbero fatto quello che l’Europa chiedeva. Preferisco dimettermi che rappresentare una nazione del genere”.
Questa la conclusione del discorso della Meloni nel dibattito a Palazzo Madama in vista, per l’appunto, del prossimo Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles tra due giorni.