Elly Schlein, chi è la più giovane segretaria del PD di sempre
È la più giovane segretaria del PD di sempre: ecco chi è Elly Schlein, la vincitrice delle Primarie che ha sconfitto il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
I risultati delle Primarie PD
Con il 53,80% dei voti Elly Schlein è stata eletta come nuova segretaria del Partito Democratico. L’ex vice presidente dell’Emilia-Romagna ha sconfitto Stefano Bonaccini, che era dato come il favorito di queste Primarie. Con 1.098.628 votanti, Schlein l’ha spuntata con poco più di 587.000 voti ed è così diventata la più giovane segretaria del PD di sempre. Come detto, un risultato inaspettato poiché è la prima volta che le Primarie PD ribaltano il risultato dei circoli. In altre parole, le Primarie PD si sono articolate in una prima fase (18-19 febbraio) in cui hanno avuto diritto di voto gli iscritti al Partito Democratico, dove Bonaccini ne è uscito vincitore con il 18% in più delle preferenze rispetto alla Schlein (nelle possibilità di voto c’erano anche gli altri due candidati: Gianni Cuperlo e Paola De Micheli). La settimana successiva (25-26 febbraio) il risultato si è completamente ribaltato: Elly Schlein ha trionfato alle Primarie a scapito di Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, con un +8%.
Dove nasce la figura politica di Elly Schlein?
Schlein era stata indicata da molti come una figura molto adatta per la rigenerazione del PD dalle fondamenta e proprio questa sua piccola rivoluzione iniziata da lontano (e soprattutto fuori dal Partito Democratico) era stata accolta in modo molto divisivo. In effetti, Elly Schlein ha un pregresso e un profilo molto diverso rispetto agli ex segretari che l’hanno preceduta: dopo una breve carriera come giornalista di cinema, nel 2013 diventò una delle figure di spicco di OccupyPD, un movimento di giovani attivisti che si opponevano ad un governo di larghe intese col centrodestra. In poco tempo entrò nella cerchia di Giuseppe Civati (oggi primo segretario di Possibile) e nel maggio 2014, da 29enne, ottenne ben 53mila preferenze. Entrata al Parlamento Europeo, Schlein si è subito distinta come riformatrice del regolamento di Dublino in materia di immigrazione, con un occhio di riguardo nei confronti della norma europea sul diritto d’asilo.
Diventò virale il video in cui Schlein affrontava Salvini sulla questione migranti, promosso proprio da lei su Twitter:
L’addio al PD e la nomina di Bonaccini
Nel 2015 la svolta: Schlein uscì dal Partito Democratico in polemica con il Segretario del tempo Matteo Renzi e decise persino di non ricandidarsi alle europee del 2019, cosa che lasciò perplessi anche molti dei suoi sostenitori. «Non volevo e non potevo fare scelte che sarebbero, al contrario, estremamente divisive, anche tra le persone e realtà con cui ho lavorato fianco a fianco», ha detto nella lunga intervista-evento concessa ad Alessandro Masala (Shy di Breaking Italy). Dopo il giro a vuoto alle elezioni europee del 2019, iniziò a lavorare alla lista per le regionali in Emilia-Romagna e risultò, con il 3.77% dei voti, la candidata col consenso personale più alto. Per questo motivo, Stefano Bonaccini, che venne confermato per il secondo mandato come presidente di regione, la nominò vicepresidente affidandole varie deleghe, tra cui welfare e clima.
Presente e prossimo futuro: come cambierà il PD con Schlein
E poi la vittoria, inaspettata, in queste Primarie. Il risultato più sorprendente nella storia delle Primarie PD è stato possibile per varie motivazioni: una su tutte il ruolo più riconoscibile e un’agenda di punti più chiara rispetto a quella di Bonaccini, nonché la preferenza per la candidata nelle grandi città (è infatti risultata vincitrice a Roma, Milano e Torino). Ultimo motivo, ma non per importanza, il fatto che dopo anni di disaffezione, al Partito Democratico serviva una svolta, una strigliata netta e gli elettori, ai gazebo, hanno mostrato proprio questo senso e voglia di discontinuità rispetto ai Segretari precedenti.
In una fase in cui il PD dovrà fare una dura opposizione al governo Meloni, Elly Schlein potrebbe rappresentare una spina nel fianco per il governo a maggioranza Fratelli d’Italia: una figura che, secondo YouTrend, interpreta al meglio, sia per caratteristiche personali che di inclinazione politica, l’unica vera alternativa di sinistra alla Presidente del Consiglio. Un rischio, enorme, è comunque dietro l’angolo: Elly Schlein è definibile più come una radicale che riformista e il rischio di abbracciare delle battaglie molto di nicchia e non di larghe vedute è un coefficiente di rischio che andrà calcolato per capire se veramente il Partito Democratico possa essere una realistica forza di opposizione coesa e rinnovata. Comunque vada, il momento di rottura e di cesura rispetto al passato è iniziato: adesso è tutto nelle mani di Schlein e dei nuovi dirigenti che nominerà nelle prossime settimane.