Il mondo in rovina? Cosa si nasconde dietro la crisi

di Jo Galete De Arilas
Da tempo! Da troppo tempo ormai la lamentela dei giovani genitori è sempre la stessa – costretti come sono ad andare avanti con un lavoro precario, propinato (oggi lavori domani non si sa) mal pagato o addirittura non pagato affatto, con il beneplacito delle giustizie e giustizialisti – questi c.d. “bamboccioni”, spinti dalla falsa ideologia di “castisti, finiti con la partecipazione ad una cena”, sono oggi giovani padri precari per i quali diventa ogni giorno più difficile riuscire a portare ai loro figli il latte per sfamarli.
Tutto ciò accade accanto ad una realtà che per esigenze di mercato butta quintali e quintali di latte – una propinata povertà che esige la flessibilità oltre ogni limite, fino a spingersi a non retribuire le prestazioni d’opera e che non vede giustizia, se non quella di una condanna dopo anni.
Una realtà che vede migliaia e migliaia di giovani condannati al precariato e costretti fianco a fianco rispetto ad una minoranza che percepisce stipendi da favola e non fa altro che mettere a punto una “migliore propinata povertà”.
Secondo il rapporto del World Wealth Report 2011 il numero dei super ricchi, e soprattutto il loro patrimonio, sono notevolmente aumentati nel 2011 rispetto ai livelli pre-crisi. I dati, tuttavia, non si riferirebbero all’Italia che, viceversa, ha visto una crescita del -4,7% insieme con la Spagna.
In realtà il World Wealth Report nel 2011 non ha preso in considerazione il fatto che nei paradisi fiscali i ricchi aumentano in modo speculare rispetto ai “ladrocini” della finanza di Paesi come la Grecia, il Portogallo, la Spagna, l’Italia, la Francia, etc.
Abbiamo sentito parlare della manovra greca come una manovra di “lacrime e sangue” – ebbene queste lacrime e sangue sono riferite alla bassa plebe, che per prima e sola dovrà sopportare le conseguenze penose della crisi. Per “la solita minoranza” non è mai cambiato niente e nulla cambierà, come ha infatti dimostrato il voto di fiducia, ogni forma di ribellione è repressa con la forza.
I precari o “cattivi consumatori” –secondo la denominazione usata dall’attuale Governo – ne hanno fin troppo dei Brunetta e di tutta la compagine di appartenenza, propinatori di fame, divulgatori di disonestà, rastrellatori di sudori altrui al solo fine di calmierare la rabbia per i referendum persi oltre che soddisfare leloro malsane voglie. Dal loro canto i precari si sono limitati alle invettive! Signori come sono stati nell’agire e padroni delle loro idee, al contrario di chi ignominiosamente ha abbandonato il palco.
Sentiamo molti economisti farci discorsi basati su azioni, inflazioni, derivati, regolatori, base monetaria, riserva monetaria, liquidità monetaria, fattori inflazionistici, swap ed ancora di risposte delle borse ad azioni di ribellione del popolo greco, di immissioni di liquidità con conseguente aumento della base monetaria, di aumenti di stipendi, cartolarizzazioni, fabbisogno. Discorsi pieni di termini economici e nessuno che cispieghi in modo chiaro la realtà dei fatti e le conseguenti ricadute sulla popolazione.
I guitti economisti, che scrivono su tutti i giornali, estrinsecando le varie teorizzazioni economiche e dando sfoggio di una preparazione scolastica da 110 e lode – volutamente trascurano ogni approfondimento sull’origine di tali fenomeni ed eseguono egregiamente ciò che diceva il Presidente americano Enry Ford: “È un bene che il popolo non comprenda il finanziamento del nostro sistema bancario e monetario, perché se accadesse credo che scoppierebbe una rivoluzione prima di domani mattina”.
E allora non possiamo sorprenderci se al pericolo default degli Stati Uniti d’America il suo Presidente vorrebbe rispondere cercando di rimettere i Paesi in competizione con manovre finanziarie accettabili, dall’altra parte c’è qualche ricco signore dell’opposta corrente politica che propone di tagliare i servizi a cittadini lavoratori.