Facebook: Germania vieta il tasto “mi piace”

di Enrico Ferdinandi
Facebook torna al centro della cronaca informatica. Il social network nelle ultime settimane non ha solo dovuto far i conti con la concorrenza (Google+) ma dovrà anche rispondere al garante della privacy tedesco in tribunale. Sotto accusa questa volta il pulsate che più di ogni altro identifica Facebook, il “mi piace”. Secondo la Germania difatti il tasto deve avere delle restrizioni, il suo uso non è solo indicativo dei gusti o delle tendenze di un individuo ma se non monitorato nel giusto modo può violare le leggi della privacy previste dalla legge dell’Unione Europea.
Per questo motivo in Germania nelle ultime ore è stato bandito ad aziende ed istituzioni il tasto “mi piace”. Se si ragiona bene difatti dietro quel semplicissimo pollice rivolto verso l’atro si può nascondere un mezzo molto potente grazie al quale le aziende possono monitorare i gusti dei clienti in maniera del tutto anonima e quindi anche molto più “sicura e veritiera” di quanto possa essere un sondaggio telefonico e telematico, proprio perché lo si fa inconsciamente. In Germania si rischia così di ricevere fino a 50.000mila euro di multo per ogni click. Sta di fatto che negli ultimi anni si sta perdendo la cognizione della privacy, ma a perderla sono proprio gli utenti che scambiando le piazze virtuali per piazze reali talvolta perdono così tanto il contatto con la realtà da non capire ciò che palesemente si mostra davanti ai loro occhi.