Volontariato: con la Fondazione la storia di Antea continua… nel segno della qualità della vita, fino all’ultimo.

Antea non nasce oggi. Nasce come Associazione Antea (www.antea.net) il 12 novembre del 1987, dall’impegno di un piccolo gruppo di personale volontario – medico, infermieristico e di supporto – con l’assistenza ai suoi primi ventuno pazienti giudicati inguaribili e con l’obiettivo di offrire loro qualità di vita, fino all’ultimo. Da allora ha continuato a crescere, per garantire assistenza gratuita ad un numero sempre crescente di pazienti, fino ad arrivare oggi a contare su una squadra di 101 professionisti, che hanno assistito più di 26.000 persone e le loro famiglie. L’assistenza gratuita 24 ore su 24 di Antea si fonda sulle Cure Palliative, un approccio olistico che comprende non solo l’assistenza medico-infermieristica, ma anche supporto psicologico, riabilitativo, sociale, spirituale e legale, al fine di garantire la migliore qualità di vita possibile al paziente e ai suoi familiari.
Nel 2020 nasce la Fondazione Antea. Il Presidente della Fondazione Antea è lo stesso Dott. Giuseppe Casale che già 35 anni fa aveva ben compreso che chi non può guarire deve essere comunque curato, sostenuto e accudito – e così i loro familiari – e che tanto ha fatto con il suo team per le Cure Palliative in questi anni, anche a livello di sollecitazione di nuovi e più adeguati interventi del legislatore. Una tappa fondamentale di questo cammino si è avuta nel 2010, con il riconoscimento del diritto alle Cure Palliative e alla Terapia del Dolore contenuto nella Legge 38/2010, il cui testo Antea ha contribuito a scrivere. Non un nuovo inizio, quindi, con l’arrivo della Fondazione, ma l’evoluzione naturale di un percorso. La Fondazione Antea si occuperà dell’assistenza sanitaria gratuita in Hospice e a domicilio con lo stesso personale che, da anni, offre l’assistenza di qualità che è il suo biglietto da vista. Si occuperà, inoltre, di tutte le attività propedeutiche e complementari: dalla segreteria sanitaria al magazzino, dalla ricerca alla comunicazione.
Il volontariato in Italia è una realtà in continua crescita. Secondo gli ultimi dati ISTAT, il 9% della popolazione si dedica ad attività di volontariato per un totale di 5.500.000 persone. Un numero di cui andare fieri, anche se ancora lontano dalle cifre registrate in altri Paesi europei. Per esempio, i dati provenienti dal Regno Unito indicano che circa il 27% della popolazione svolge attività di volontariato almeno una volta al mese. In Italia sono soprattutto gli over 55 ad offrire il loro tempo e la loro esperienza, mentre i giovani sono la categoria meno coinvolta, nonostante la quantità di servizi a loro disposizione per trovare un programma di volontariato che rispecchi le loro esigenze ed i loro interessi. Sempre l’ISTAT rileva che tra tutti i volontari italiani, solamente l’1.9% partecipa ad attività di solidarietà e cooperazione internazionale, per un totale di circa 100.000 persone. Piccolo in termini assoluti, questo numero negli ultimi 15 anni ha registrato però un aumento del 35%.
L’impatto della Pandemia. I risultati dell’indagine “Non Profit Philanthropy Social Good Covid-19 Report 2020”, realizzata tra aprile e giugno 2020 su 1.378 realtà, riportati dal quotidiano la Repubblica in un articolo dello scorso dicembre, raccontano lo stato degli enti non profit italiani in relazione all’emergenza sanitaria e gli aiuti messi in campo da fondazioni ed enti filantropici. Il report è redatto da Italia non profit, che analizza e supporta le attività di terzo settore, in partnership con Assifero, l’associazione nazionale delle Fondazioni ed Enti filantropici italiani e altri soggetti di rilievo della filantropia istituzionale. A luglio 2020 sono state mappate 975 iniziative da parte di 722 donatori, che hanno mosso più di 785 milioni di euro. Per quanto riguarda le istituzioni non profit attive sul territorio italiano è indubbio infatti che la Pandemia abbia generato una forte riduzione delle loro entrate, che il 41% delle organizzazioni non profit stima superiore al 50% a fine 2020, proprio quando invece cresce esponenzialmente la domanda di assistenza. E così anche nel pubblico: ad esempio il Bilancio del Comune di Roma prevede un taglio di risorse ai servizi sociali dei Municipi. Nel Primo Municipio, in particolare all’assistenza domiciliare proprio di chi più sta patendo l’isolamento: vengono tagliati 187.000 euro per assistenza alle persone con disabilità, 291.000 per assistenza alle persone anziane e 155.000 per contributi alle famiglie con fragilità. Il blocco delle attività istituzionali rivolte ai cittadini ha riguardato in maniera trasversale tutti i settori: attività formative ed educative; iniziative dedicate al tempo libero e alle attività culturali; in molti casi l’assistenza stessa alle persone. Ma se è una crisi di sostenibilità sistemica quella che la nostra società sta affrontando, come l’hanno definita gli addetti ai lavori, in essa il ruolo della filantropia e del non profit è fondamentale, come motore di una società più equa e di uno sviluppo umano più sostenibile. Per continuare ad operare gli enti non profit hanno necessità non solo di fondi, ma anche di formazione specifica per la gestione di pandemie e di supporto nell’utilizzo di strumenti digitali.
L’importanza di donare. L’Associazione Antea – guidata dalla Dott.ssa Silvana Zambrini – continuerà ad impegnarsi, con il lavoro dei suoi volontari, opportunamente formati, che scelgono di donare gratuitamente il loro tempo in questo delicato ambito, affiancando i professionisti della salute.

Da Gennaio 2021 le modalità di donazione per sostenere Fondazione Antea sono cambiate. Le riportiamo qui di seguito. BONIFICO intestato a Fondazione Antea: IBAN: IT 52 T 07601 03200 001052451810. BOLLETTINO POSTALE: C/C postale n. 1052451810 intestato a Fondazione Antea. Con CARTA DI CREDITO sul sito www.antea.net/donaora.