Due giornate dedicate alle vittime e agli “eroi” del Covid

A poco a poco iniziamo a vedere la luce dopo questi difficili mesi segnati dalla pandemia, pagine buie piombate all’improvviso, che hanno lasciato un segno e che per essere superate necessitano di essere rielaborate collettivamente.
Per tali ragioni le forze politiche, raccogliendo l’invito lanciato da Corrado Augias sulle pagine di Repubblica e poi rinnovato da monsignor Vincenzo Paglia, hanno approvato una proposta di legge per istituire la “Giornata della memoria delle vittime del Covid”.
Il testo è stato licenziato all’unanimità dalla Commissione Affari Sociali alla Camera dei deputati e nasce dalla sintesi tra le proposte di legge presentate da Maurizio Martina (PD), Elena Murelli (Lega), Giorgio Mulè (Forza Italia), Stefania Mammì (m5s) e Roberto Rossini (m5s). Il prossimo passaggio parlamentare sarà la discussione in Aula del provvedimento, per l’approvazione finale e il passaggio al Senato.
La giornata dedicata alla memoria delle vittime del Covid cadrà il 18 marzo, in ricordo del tragico giorno in cui i camion militari hanno sfilato nelle strade deserte di Bergamo per trasportare le bare fuori città. Immagini dolorose, impossibili da dimenticare.
Ecco allora che il 18 marzo di ogni anno negli uffici pubblici e privati verrà osservato un minuto di silenzio, con un pensiero rivolto alle migliaia di vittime che se ne sono andate spesso senza poter dare un ultimo saluto ai propri cari e senza la possibilità di ricevere un degno funerale.
Nella giornata del ricordo potranno essere organizzate manifestazioni e celebrazioni; anche gli studenti delle scuole dovranno essere sensibilizzati con progetti didattici specifici e il servizio pubblico radiotelevisivo dovrà trasmettere programmi dedicati.
Il 18 marzo, dunque, sarà il giorno in cui onorare la memoria collettiva delle vittime del covid, ma anche un giorno dedicato alla speranza, sarà previsto, infatti, che ogni lavoratore dipendente possa devolvere la retribuzione di una o più ore della propria giornata lavorativa alla ricerca, per migliorare il nostro futuro.
Questi mesi hanno mostrato quanto sia fondamentale assicurare risorse alla ricerca scientifica e alla sanità, investimenti che non possono mancare in un Paese democratico, perché da questi dipende la salute di milioni di cittadini.
Lo ha ricordato oggi anche Papa Francesco, dicendo“ le persone sono più importanti dell’economia”. Principio che molti governi e molte amministrazioni regionali hanno spesso trascurato in questi anni.
Il 20 febbraio sarà il giorno dedicato a medici, infermieri e personale sociosanitario che ha lottato contro il coronavirus
Nella stessa settimana in cui la Camera ha approvato in Commissione il provvedimento in memoria delle vittime del Covid nell’altro ramo del Parlamento la Commissione Affari Costituzionali ha approvato in sede deliberante (senza necessità del passaggio in Aula) il disegno di legge per l’istituzione di una giornata dedicata “ai camici bianchi”.
Sarà il 20 febbraio, giorno in cui nell’ospedale di Codogno è stato diagnosticato il primo caso di Coronavirus in Italia con l’individuazione del “paziente 1”.
La giornata sarà dedicata non soltanto ai medici ma a tutto il personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e volontario, impegnato nel corso della pandemia da Coronavirus.
Un tributo a chi ha combattuto in prima linea, senza sosta, contro un nemico invisibile ed insidioso per tutelare la salute di migliaia di cittadini.
Un tributo doveroso anche ai tanti medici, infermieri e operatori sanitari che in questa “guerra” improvvisa hanno perso la vita.
Il provvedimento approvato è stato il frutto di un lavoro condiviso dalle diverse forze politiche. Su impulso della presidente Casellati, infatti, è stata presentata una proposta firmata dai capogruppo Bernini (FI), Ciriani (fdi), De Petris (misto), Faraone (iv), Marcucci (pd), Perilli (m5s), Romeo (lega) e Unterberger (autonomie) e che assorbe i testi presentati dal senatore Collina (pd) e della senatrice Papatheu (misto).
A lanciare la proposta originaria, con il sostegno della Siae, che ha avviato una petizione e rivolto un appello al presidente della Republica Mattarella e alle più alte cariche dello Stato, era stato il regista Ferzan Ozpetek:
“Un’ idea, che è venuta fuori ascoltando i racconti al telefono degli amici medici partiti da Roma per andare a dare una mano negli ospedali del nord. Vorrei che se un bambino, magari tra 10 anni, ci chiedesse Che vuol dire Festa dei Camici Bianchi?, potessimo raccontare le storie delle donne e degli uomini che hanno lavorato e si sono sacrificati per aiutare gli altri. Sarà anche una giornata di ricordo per quelli che hanno perso la vita, ma soprattutto di festa e ringraziamento per tutti coloro che lavorano negli ospedali. Persone che non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo dimenticare quando questa emergenza sarà finita”.