Milan Games Week 2018: 5 Indie da tenere d’occhio

MILAN GAMES WEEK 2018: CINQUE INDIE DA TENERE D’OCCHIO
Articolo scritto in collaborazione con Danilo Riccio, autore di 2duerighe.
LA MAIN QUEST: andare alla Milan Games Week e portare a casa un sacco di succose novità per i nostri lettori. Forti di un pass stampa avrebbe dovuto essere un compito relativamente facile. In teoria.
LA SIDE QUEST: Marco, il nostro boss, ci raccomanda di provare quanti più indie possibile (cioè TUTTI) e riportare notizie ancora più succose sul panorama italiano.
Sul risultato torneremo più avanti, ora è tempo di cominciare questo epico racconto…
PRESS “START” TO BEGIN
Il primo ostacolo sul nostro cammino è il viaggio stesso verso la remota Fiera di Rho: il prode MagoNero (qui trovate il suo canale Youtube e la sua pagina Facebook; ha realizzato un ottimo reportage della giornata) compare col primo canto del gallo per offrirci un passaggio. Il viaggio è periglioso, ma ci muoviamo agilmente tra i folti branchi di tir che infestano la tangenziale.
Giungiamo a destinazione in perfetto orario, ma qui inizia la nostra seconda prova: recuperare il pass stampa e gli ingressi omaggio. È un gioco di specchi: ogni PNG che interpelliamo ci fornisce indicazioni contrastanti, ma alla fine tutto va per il meglio. Possiamo finalmente entrare!
“La fiera è aperta da poco ed è venerdì, quanta gente potrà mai esserci?” pensiamo. Poveri illusi alla prima esperienza! Tutt’intorno si intravedono già le prime code nelle quali i giocatori rimarranno bloccati per ore e ore, come in un Limbo, in attesa di provare titoli tripla A.
“Ma noi abbiamo il pass stampa”, pensiamo ancora. Forti di questo pensiero, ci dirigiamo verso l’area di Sony per provare Kingdom Hearts 3. Per questa presentazione, hanno fatto le cose in grande…letteralmente.
Chiediamo a una standista, che gentilmente ci informa che il pass stampa non ci fornisce quei fenomenali poteri cosmici che credevamo. Non dappertutto, almeno. In sostanza, vige la politica del “lo stand è mio e me lo gestisco io”. Prendiamo nota mentalmente per il prossimo anno.
Torniamo a Kingdom Hearts 3. Ultimata pazientemente la coda, ci troviamo di fronte a due demo di circa 15 minuti ciascuna: il classico Monte Olimpo e la nuovissima Scatola dei Giocattoli proveniente dalla saga di Toy Story. La prima è sostanzialmente un esempio di boss battle, nella quale dovremo affrontare il Titano di Roccia, più grosso e cattivo che mai, mentre la seconda presenta meccaniche più esplorative. La grafica di entrambe è superba, in particolar modo gli effetti di luce sono una festa per gli occhi, soprattutto durante le nuove evocazioni “Giostra Magica”: ebbene sì, potrete evocare alcune delle più iconiche attrazioni di Disneyland in combattimento, e gustarvi un’esplosione di luci coloratissime e una caterva di danni per i nemici! Nella demo venivano mostrati il Galeone, una delle tazze rotanti e il trenino, chissà se la versione definitiva ne conterrà altre? Le animazioni sono fluide e il combattimento è frenetico senza risultare un guazzabuglio (anche se, va detto, Dani è piuttosto esperto di KH).
In generale, un’esperienza convincente, al punto di spingerci ad approfittare delle offerte speciali di Game Stop per preordinare il gioco. E Dani non vede l’ora. Purtroppo questa è stata l’unica demo che siamo riusciti a provare, quindi sul versante delle demo tripla A il nostro report ha poco da aggiungere. Diciamoci la verità, i titoli “grossi” in arrivo prossimamente non sono certo un mistero: Call of Duty Black Ops 4 aveva uno stand chiuso gigantesco, la cui coda poteva ricordare quella per accaparrarsi l’ultimo shot di vaccino antizombie in un film postapocalittico.
Non siamo riusciti ad entrare, ma siamo sicuri che il gioco non deluderà le aspettative dei suoi aficionados. Bandai Namco presentava una selezione di titoli sui quali spiccavano il picchiaduro di My Hero Academia, intorno al quale si riunivano tantissimi fan del popolare manga/anime, e naturalmente il maestoso Soul Calibur VI, con la possibilità di testare in anteprima la new entry del roster Geralt di Rivia, il protagonista della fortunata saga di The Witcher. Nintendo ha sicuramente mostrato i muscoli, forte di uno spazio a disposizione notevolissimo: Pokémon Let’s Go, Monster Hunter, Super Smash Bros Ultimate… la grande N ha tirato fuori il servizio buono e ha apparecchiato un banchetto capace di stimolare la salivazione famelica dei suoi fan. E poi, visto che le fiere sono molto faticose, ha pensato bene di fornire una piccola area relax completa di amache e postazioni Nintendo Switch. Che lusso, che classe, brava Nintendo!
Epic Games era letteralmente OVUNQUE grazie alla sua gallina dalle uova d’oro Fortnite: stand dedicati, competizioni, esibizioni di streamer, gadget, chi più ne ha… Fortnite ne aveva di più.
Col senno di poi, abbiamo realizzato che un giorno solo è troppo poco per coprire le novità. Prendiamo nota mentalmente anche di ciò e ci ripromettiamo di organizzarci meglio il prossimo anno.
PER FORTUNA CI SONO GLI INDIE… 5 Indie da seguire
Nella nostra testa risuonano le parole di Marco: “GLI INDIE ITALIANIIIII”. Decidiamo di esplorare il padiglione dopo pranzo e raccogliere qualche testimonianza sui titoli che a primo impatto ci sembrano più interessanti. Il tempo è tiranno e l’offerta è amplissima, più di una cinquantina di studi indipendenti. Se ci state leggendo e non siete tra quelli di cui parleremo, sappiate che avremmo voluto intervistarvi tutti, uno per uno. Passeggiando in quest’area, l’impressione che se ne ricava è che la scena indie italiana goda di ottima salute, cosa che non può che fare enormemente piacere. Veniamo ora ai titoli che abbiamo selezionato!
GHOSTLY MATTER (Small Bros-Disponibile su Steam)
Dalla mente di Ivan di Small Bros, un Metroidvania dal sapore anni ‘80, one man project a tutto tondo, che lo stesso sviluppatore definisce “una sfida personale”, cresciuto grazie alle risorse di Milestone. Ghostly Matter è caratterizzato da un’ottima pixel art dal sapore retrò, costellato di richiami al mondo del punk e dell’horror per quanto riguarda l’estetica e, come già detto, dai capisaldi del genere come la saga di Metroid e di Castlevania per la giocabilità. Ivan ha tenuto particolarmente a sottolineare, nel corso della nostra mini intervista, quanto il suo prodotto abbia a cuore anche l’aspetto narrativo. Non si tratterà del classico “entra, picchia, potenziati e ripeti” in cui si affronta un generico male, ma di un’esperienza ricca di colpi di scena che mette al centro due esperti di paranormale e l’equilibrio stesso fra regno dei vivi e regno dei morti.
Halloween si avvicina…se feste e travestimenti non vi attirano, una nottata a giocare a Ghostly Matter potrebbe fare al caso vostro. 40 ore di atmosfere horror e paranormale valgono sicuramente il prezzo del biglietto!
SLAP AND BEANS (Trinity Team-Disponibile su Steam, PS4 e XboxOne)
La nostra chiacchierata con Ivan è appena terminata e, mentre ci riorganizziamo, una melodia familiare giunge all’orecchio di Dani: ma sì, è il tema di Lo Chiamavano Trinità! Proviene dalla postazione di Slap and Beans di Trinity Team. Intercettiamo Gerardo, che molto cortesemente ci racconta la genesi di questo particolare picchiaduro a scorrimento.
Alzi la mano chi fra di voi avrebbe mai scommesso sull’esistenza di un videogioco ispirato alle avventure di Bud Spencer e Terence Hill…e invece! Slap and Beans è nato nel 2015 durante una game jam a tema spaghetti western; un progetto mosso dalle migliori intenzioni, ma ancora privo dei diritti di immagine dei due celebri personaggi.
Dopo l’avvio della campagna Kickstarter e la benedizione di Bud e Terence, il gioco è diventato un beat ‘em up a tutti gli effetti, con le colonne sonore originali delle pellicole, una coloratissima pixel art e tutti i riferimenti ai film più amati dal pubblico: Dune Buggies, fagioli, sganassoni, il Coro dei pompieri, il tutto amalgamato in una storia originale ma rispettosa dei canoni classici delle avventure del famoso duo, come assicurato da Gerardo di Trinity Team.
Insomma, un vero regalo per gli appassionati, da gustare preferibilmente in compagnia di un amico, spalla a spalla sul divano come ai vecchi tempi, grazie al multiplayer locale.
PARALLEL (Polymad Games-Disponibile su Switch)
Indovinello: cosa ci fa un banchetto di alcolici buonissimi alla Milan Games Week? Risposta: tende un agguato agli incauti inviati che, preda del gran caldo proprio di ogni fiera che si rispetti, pensano “ma sì, dai, una birra a pranzo ci può stare”. Birra che li colpirà a tradimento nel momento in cui si troveranno a provare con mano l’intrigante platform/puzzle game Parallel, indie attualmente disponibile per la sola Nintendo Switch che mette due giocatori (o uno solo, a patto a che abbia la coordinazione di un batterista alla Dream Theatre) di fronte ad una serie di stage caratterizzati da una grafica neon-fluo, che riporta alla mente Tron.
Protagonisti del gioco sono due cubetti luminosi, che dovranno dimostrare ingegno e riflessi felini per aiutarsi a vicenda nella risoluzione dei vari enigmi che li ostacolano. Come dice il titolo, i due cubetti dovranno muoversi parallelamente: uno nella parte superiore, l’altro nella parte inferiore, a “testa in giù”. Sembra facile, vero? Affatto. L’interazione fra i diversi elementi del percorso aggiunge profondità e complessità ad un gioco per nulla banale, ancora più notevole se consideriamo che i ragazzi di Polymad Games lo hanno sviluppato come progetto scolastico di Event Horizon.
Un divertente e inusuale platform, adattissimo per la console di casa Nintendo!
MAJESTIC THE CARD GAME (attualmente in closed alpha-Disponibile su Steam, IOS, Android Windows Phone dal 2019)
È il turno di Majestic the card game e dei ragazzi di Moonwolf, che hanno fatto le cose in grande stile per presentare la loro creatura. Del resto, da un gioco chiamato “Majestic”, non ci si può aspettare nient’altro che una presentazione maestosa, no? È il buon signor Wolf (che come ci insegna Pulp Fiction, risolve problemi) a introdurci per primo a Majestic, presentandolo come un gioco di carte collezionabili moderno, ma con le radici ben piantate in un’idea del passato.
L’ispirazione principale di Majestic è il celebre minigioco Triple Triad presente in Final Fantasy VIII, di cui riprende le meccaniche basilari. La plancia di gioco è costituita da una griglia di 9 caselle, nelle quali si andranno via via a posizionare le carte che i giocatori hanno in mano; ogni carta ha quattro valori (uno per ogni lato) e può “catturare” una carta avversaria se possiede un valore più alto rispetto a quello del lato adiacente a dove viene posizionata. Terminati gli spazi a disposizione, il giocatore che controlla più carte vince.
Moon, l’altra metà di Moonwolf, ci illustra un’ulteriore particolarità di Majestic: la partita viene giocata a carte scoperte, perciò la capacità di prevedere le mosse dell’avversario verrà ricompensata molto più che in una partita “al buio”, sullo stile di Magic o Hearthstone; nel costruire il proprio mazzo, questo elemento va attentamente considerato.
Per finire, il campo di gioco stesso rivestirà una grande importanza strategica, con caselle “elementali” che forniranno bonus alle carte del tipo appropriato e la possibilità (nei formati competitivi del gioco) di bannare determinate plance per massimizzare l’efficacia del proprio deck. La preparazione e disponibilità del team Moonwolf sono eccezionali ed è possibile percepire la passione che li ha spinti a creare questo gioco, nato dalle loro sessioni di Dungeons&Dragons e pensato per essere “a misura di streamer”, essendo loro molto attivi su Twitch (li trovate qui) . Il gioco è momentaneamente in closed alpha, ma è possibile passare a trovare Moon&Wolf sul loro canale e richiedere una key. Dani, ovviamente, non se l’è fatto ripetere due volte, ed ora controlla la mail ogni giorno con impazienza.
Majestic si presenta come un titolo dalle meccaniche semplici ma profonde, adatto ai giocatori più casual e curiosi, ma con l’obiettivo di emergere nel mercato dei CCG ed essere riconosciuto come gioco competitivo anche dai più navigati ed esigenti. Ce la faranno? Il tempo ce lo dirà.
HELL IS OTHERS (Strelka Games & Yonder, in development)
L’ultimo gioco della nostra carrellata è Hell is Others, titolo interessantissimo di Strelka Games e Yonder. Attirati dal nome, che è una dotta citazione di “A porte chiuse” di Jean-Paul Sartre, mettiamo da parte la stanchezza della giornata per parlare con Pietro e Giuseppe, che ci guidano nel distopico mondo di Hell is Others.
Si tratta di uno shooter arena online con elementi survival e di farming, ma è una definizione che non rende al meglio la filosofia (letteralmente) che si nasconde dietro al gioco: gli sviluppatori ne parlano come di un simulatore di vita quotidiana in un mondo da incubo, in cui la nostra casa sarà il solo luogo sicuro, rifugio che saremo costretti ad abbandonare per procurarci risorse.
L’economia e la violenza in Hell is Others procedono di pari passo: la moneta è costituita da dei proiettili che crescono grazie al sangue altrui e al tempo stesso questi proiettili servono a difendersi dai “mostri” che popolano il mondo nel quale ci muoveremo, che altri non sono se non i giocatori avversari. Il gioco richiama anche le atmosfere lovecraftiane, sia nel design dei mostri sia del protagonista, rappresentato come il classico investigatore di un qualunque gioco dedicato al Solitario di Providence.
In questa atmosfera così nichilista, una domanda sorge spontanea: ci sarà spazio per le alleanze? È qui che Pietro e Giuseppe si sbilanciano nel dire che stanno pensando ad alcune meccaniche per implementare questa possibilità, che al momento non è prevista; ipotizzano l’introduzione di un diverso tipo di proiettile, una sorta di “proiettile dell’alleanza”, che aggiunge un’aura di vampirismo al tutto, poiché ogni vittima diverrà un vostro “minion” e sarà costretta a servire il vostro clan. L’idea è ancora in fase di discussione, ma dobbiamo ammettere che è dannatamente affascinante.
La discussione si è poi spostata verso altri lidi, tra Nier: Automata, Sartre e Lévi-Strauss, ma vi risparmiamo questa parte per la vostra sanità mentale. Vi basti sapere che Hell is Others è un titolo da tenere d’occhio perché promette di diventare una realtà interessante, un sapiente mix di filosofia, survival e suggestioni lovecraftiane.
DI RITORNO DALL’AVVENTURA
A questo punto i vostri intrepidi eroi sono ufficialmente spompati. Fare interviste può apparire semplice, ma vi assicuriamo che un’intera giornata in piedi a far file, girare e fare domande pretende il suo tributo. Col fido MagoNero, optiamo per la ritirata strategica, esausti ma tutto sommato soddisfatti del nostro operato. Il Battesimo del Fuoco di Martina e Danilo, inviati, si conclude qui. Arrivederci, Milan Games Week, al prossimo anno!