4,5,6 quando la società partorisce morte
Dal 17 al 21 maggio 2017 è andato in scena al Teatro Franco Parenti di Milano, lo spettacolo 4 5 6 che chiude la trilogia dedicata a Mattia Torre. Il sottotitolo è Storia di una famiglia concepita come avamposto della nostra arretratezza culturale. La famiglia vive infatti isolata tra valli ed ignora tutto del mondo. E l’ignoranza genera violenza.
La scena si apre su una sala da pranzo, dove campeggia una grande tavola di legno con alcune sedie. Sulla sinistra in penombra, un paio di panche e un inginocchiatoio; sulla destra, sullo sfondo, una cucina dove arde il sugo perpetuo della nonna defunta quattro anni prima, che viene rabboccato notte e giorno dai tre componenti della famiglia.
Perché il cibo qui, in questo nucleo famigliare composto da un padre padrone, una madre ed un figlio poco più che maggiorenne, è l’unica cosa vitale, che susciti una qualche emozione, un fremito nella solitudine ed ignoranza della loro esistenza.
Non si vive di solo pane, diceva qualcuno. Qui si vive esattamente solo di cibo e lo scopo è nutrirsi per morire. Il sussulto vitale del figlio, che vorrebbe andare a Roma, viene soffocato dai genitori con violenza. Violenza e ignoranza sono gli altri personaggi presenti in scena.
Serpeggiano da subito, tra le parole di una lingua inventata dalla forma simpaticamente dialettale vagamente sicula. Tra i suoi suoni divertiti e divertenti, si annidano come un serpente. Molti spettatori ridono. Altri però non riescono, davanti ad uno scenario che si prospetta da subito impregnato di necrofilia.
É una società morta che partorisce figli che invecchiano giovani perché viene impedito loro di sognare, di migliorarsi, di imparare. L’inginocchiatoio accoglie il figlio con i suoi desideri sbiaditi, filigrane tremolanti, pronte a volare via, su cui troneggia quello più forte, che è di morte. “Muorimi!”, allora muorimi, chiede il ragazzo a Dio, che chiama la morte per allinearsi con l’unico sentimento ereditato in famiglia.
Tutto si chiude in uno scenario ristretto, gravido di violenza, scuro come un loculo, complici anche le belle luci che si spostano silenziose come ombre.
Teatro Franco Parenti, Via Pier Lombardo, 14, 20135 Milano
intero 25€ ,over65 / under26 15€,covenzioni 18€
mar, sab h 20.30,mer, ven h 19.45,gio h 21.00,dom h 16.00
biglietteria@teatrofrancoparenti.com tel. 02 59995222
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App: Teatro Franco Parenti
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scritto e diretto da Mattia Torre
con Massimo De Lorenzo, Cristina Pellegrino, Carlo De Ruggieri e con Michele Nani
scene Francesco Ghisu
disegno luci Luca Barbati
costumi Mimma Montorselli
assistente alla regia Francesca Rocca
assistente ai movimenti scenici Alberto Bellandi
produzione Marta Morico, Alessandro Gaggiotti
organizzazione Emanuele Belfiore
comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
produzione MARCHE TEATRO / Nutrimenti Terrestri