“L’autore e il suo doppio”: Gifuni legge Pasolini
E’ un Fabrizio Gifuni in versione Minotauro quello che è andato in scena questa settimana al Teatro Vascello.
Oggi alle 18 va in atto l’ultimo degli appuntamenti di L’autore e il suo doppio, una serie di appuntamenti che hanno consentito all’attore romano di confrontarsi con testi diversi, restituendo al suo pubblico un’intimità vera ma ogni sera diversa.
Albert Camus, Giovanni Testori, Cortáz e Bolan, ma soprattutto Pier Paolo Pasolini. Nella serata dedicata a Ragazzi di Vita, Gifuni torna a proporre uno degli scrittori da egli stesso più analizzati (su tutti ‘Na specie de cadavere lunghissimo, andato in scena nel 2004 per la regia di Giuseppe Bertolucci). La sua è una lettura che ripropone brani tratti dal romanzo d’esordio dell’autore friulano, letti pensando al proprio corpo come ad un medium. L’attore Gifuni è infatti un corpo autorizzato ad essere mezzo, una matrice di trasformazione che traduce le righe orizzontali del testo in immagini verticali e tangibili. Il risultato di questo lavoro è di una meraviglia straziante, che racconta molto.
Oltre alla vita di borgata, vissuta da ragazzi ignari ed inconsapevoli, i frammenti scelti da Gifuni narrano di una Roma ormai antica, che nonostante tutto riusciva a rimanere legata a delle tradizioni.
Ma oltre il velo di Maya che è la pagina, le parole recitate restituiscono un Pier Paolo Pasolini ancora molto lontano dai giorni della sua fine. Ragazzi di vita veniva infatti pubblicato nel 1955, a sei anni di distanza da Accattone (1961) e vent’anni prima della barbara uccisione del suo autore.
Malgrado ciò, tra le righe di quel testo si riconosce già una strana atmosfera mortifera, mista però ad un ottimismo che proprio non si può celare. Il livello narrativo della storia poi, anticipa evidentemente l’idea di racconto per immagini, che troverà nella cinematografia pasoliniana una chiara e necessaria evoluzione del credo dell’autore.
Forte di queste consapevolezze, Fabrizio Gifuni restituisce al suo pubblico un Pasolini vivo, extracorporeo, solo nel buio della scena così come solo era nella società del suo tempo. Restituisce un’esplosione fisica, che interessa le brame dell’attore/poeta e si dipana inarrestabile al di fuori del suo corpo.
Restituisce un autore e il suo doppio, l’uomo.
Chapeau!
Teatro Vascello presenta
FABRIZIO GIFUNI
L’AUTORE E IL SUO DOPPIO
Camus, Pasolini, Testori, Cortázar, Bolaño
dal 2 al 12 marzo 2017
dal martedì al sabato h 21 domenica h 18