‘Il migliore dei mondi possibili’ al Teatro Filodrammatici

Sino al 6 novembre 2016 al Teatro Filodrammatici di Milano, è in scena ‘Il Migliore dei Mondi possibili’, lo spettacolo originale, tagliente e spassoso per la regia di Simona Arrighi e Sandra Garuglieri. A dire il vero è anche amaro, ma non si percepisce subito, perchè l’attenzione è concentrata sulla drammaturgia, veloce e densa, ma sempre leggera di Magdalena Barile e sulla sapiente gestualità delle quattro divertenti attrici che vi ricevono, in bianchi abiti e algidi parrucconi settecenteschi, all’interno del migliore dei giardini possibili allestito con pochi oggetti sul palco. Sarete i benvenuti nel giardino dell’uguaglianza, dove tutti sono fratelli e sorelle e tutto va al ritmo dell’ottimismo; inoltre i fiori vi sbocciano a comando, e si mangiano datteri, fichi e ananas confitti dopo ogni rappresentazione. Non ha importanza che questo magnifico giardino tanto finto da sembrare vero, sia costato la vita a giovani operai i cui corpi ora giacciono sotto la splendida collinetta verde; e che le loro madri, venute a reclamarne le spoglie, siano state prese a bastonate da Madame, la proprietaria nobile un po’ ondivaga che un giorno si veste da pastorella e un altro, pervasa da coscienza civile, va a trovare i carcerati in carcere. Qui, in questo magnifico giardino, le quattro fedeli ancelle di Madame, trasformano in musica, su suo ordine, l’orrore e la distruzione della rivoluzione francese che imperversa fuori. Recitano, suonano e abitano graziosamente il giardino secondo i suoi voleri, facendo a gara a compiacerla. Non possono prendere iniziative, solo ordini da Madame. Che puntualmente arrivano e sono sempre più incomprensibili. Perchè i tempi stanno cambiando e non si capisce bene in che direzione. Il giardiniere di Madame, per esempio, prima tanto remissivo ed ubbidiente, ora, oltre ad aver messo incinta una delle quattro devote di Madame, non viene più perchè è diventato un pezzo grosso tra i rivoluzionari; si aggira la notte, insieme ad altre ombre nere, per i cunicoli che passano sotto il giardino, fatti costruire da Madame per una eventuale fuga. Ed è strano che la nobildonna tema la rivoluzione, lei, che aveva finanziato quella americana; ma si sa, da lontano tutte le rivoluzioni sono più simpatiche. Fino a che un giorno, Madame viene trovata decapitata. Le ancelle ora sono libere, non devono più fare rappresentazioni né obbedire ai suoi ordini; ma libere per chi, per cosa? Non riescono a tollerare la libertà e per questo cercano le catene di altri tiranni, che come tutti mostrano un volto ammaliatore o un bel giardino, proprio come quello di Madame. Come foglie al vento vogliono asservirsi alle catene ora della ragione ora dell’arte servile o del libertinaggio più sfrenato.
Spettacolo ispirato al Candido di Voltaire; davvero spassoso e intelligente. Si ride per 70 minuti, ma quando cala il sipario, resta l’amaro in bocca. Tanti i temi toccati, condensati in battute a tempo: la tirannia, col suo duplice volto (anche Hitler amava i canarini), la libertà con il suo indicibile peso, l’asservimento quasi incomprensibile in quanto volontario al tiranno, l’arte, con la sua voglia di compiacere il potere, il concetto di uguaglianza.
Teatro Filodrammatici, Via Filodrammatici, 1, 20121 Milano
2 – 6 novembre 2016
ispirato a Candido di Voltaire | di Magdalena Barile | regia Simona Arrighi, Sandra Garuglieri | con Simona Arrighi, Luisa Bosi, Laura Croce, Sandra Garuglieri | collaborazione al progetto Massimiliano Civica, Silvano Panichi, Francesco Migliorini | primo spettatore Massimiliano Civica | coproduzione Attodue/Murmuris