Un tram che si chiama desiderio”: al Piccolo Teatro Grassi in scena dal 5 al 24 marzo
Il capolavoro di Tennessee Williams con Laura Marinoni e Vinicio Marchioni e la regia di Antonio Latella
Nato dalla lettura psicoanalitica di Antonio Latella, “Un tram che si chiama desiderio”, che fin da suo debutto ad oggi ha riscosso un grande successo e raccolto ricchi e prestigiosi premi come: il Premio Hystrio e Premio Ubu alla regia, il Premio Hystrio all’interpretazione e il Premio Le Maschere del Teatro come miglior attrice protagonista a Laura Marinoni etc….
Del testo originale, conosciuto grazie al lungometraggio di Elia Kazan, Antonio Latella offre una visione contemporanea dove si concentra sulla scena finale in cui Blanche ripercorre l’intera storia a ritroso.
Latella spiega: “Gli spettatori vedranno l’intero dramma accadere nella testa di Blanche. Credo che da questa prospettiva il testo possa assumere una dimensione contemporanea: la sua mente diventa il luogo dell’azione, lo spazio scenico (…) La scena è colma di oggetti quotidiani: un tavolo, un frigorifero, una sedia, un letto. Per me era importante ricostruire l’ambiente domestico e poi trasformarlo in ambiente psichico: gli oggetti in scena sono memoria di se stessi, hanno perso la loro funzione d’uso per diventare proiezioni della mente di Blanche. Per questa ragione gli oggetti non ricevono luce ma illuminano, non subiscono il dramma ma contribuiscono a diffonderlo. Annelisa Zaccheria ha svolto un lavoro straordinario trasformando la casa in un labirinto della mente, al centro del quale ha posto un faro da 5000 watt che sovraespone costantemente la protagonista. In questo senso, la scenografia diventa drammaturgia, drammaturgia del pensiero.”
Il Regista fa indossare al suo nouvo Stanley magliette con il viso impresso del divo hollywoodiano, la fragile Blanche ascolta le musiche rock; una reinterpretazione che non tradisce certamente la sensibilità dell’autore americano poiché anche in questa pièce teatrale lo spettatore viene gettato in un isterico disagio, ricco di riflessioni sulla solitudine e sul senso dell’esistenza e delll’accettazione di sé.
Dimenticati Vivien Leigh e Marlon Brando, sul “Tram che si chiama desiderio” di Antonio Latella, (classe 1965, diviso tra l’Italia e Berlino), si intrecciano riverberi tra il passato e il presente, semplici cocci di quel sogno americano ormai passato.
L’allestimento del regista campano è un percorso a ritroso circolare, che si apre e si chiude con la stessa scena finale del testo, quella in cui Blanche Dubois, attanagliata dalla sua follia, viene condotta in un ospedale psichiatrico; o forse è già lì dall’inizio dello spettacolo, e il pubblico non fa altro che assistere ad una lunga seduta psicanalitica in cui la donna rivive il suo stesso passato.
Una via crucis personale segnata dalla scoperta traumatica dell’omosessualità del marito suicida, che la fa sprofondare nell’alcolismo e nella ninfomania.
Blanche, erede di una ricca famiglia caduta in rovina fugge la vergogna rifugiandosi a New Orleans dalla sorella Stella, che vive con il marito Stanley Kowalski, immigrato polacco violento.
Durante la convivenza esplodono subito i conflitti e il colpo di grazia per Blanche arriva dal fallimento della relazione con Mitch e dalla violenza subita dal cognato, così impazzisce per sempre.
Attraverso una scena spoglia Latella osserva i personaggi spingendo il pubblico a fare altrettanto, colpendo al cuore in un cortocircuito tra ragione e sentimento.
Il cast è eccellente, composto da: Laura Marinoni e Vinicio Marchioni (Blanche e Stanley), Elisabetta Valgoi, Rosario Tedesco, Giuseppe Lanino e Annibale Pavone.
Da vedere, assolutamente.
Lucia Arezzo
06 marzo 2013
INFO:
Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2 – M1 Cordusio)
dal 5 al 24 marzo 2013
Un tram che si chiama desiderio
di Tennessee Williams
traduzione Masolino D’Amico
regia Antonio Latella
asssitente alla regia Brunella Giolivo
scene Annelisa Zaccheria
costumi Fabio Sonnino
luci Robert John Resteghini
suono Franco Visioli
con Laura Marinoni, Vinicio Marchioni,
Elisabetta Valgoi, Giuseppe Lanino,
Annibale Pavone, Rosario Tedesco
produzione ERT – Teatro Stabile di Catania
in collaborazione con StabileMobile Compagnia Antonio Latella
Foto di scena Brunella Giolivo
Orari: martedì e sabato ore 19.30; mercoledì, giovedì e venerdì ore 20.30 (salvo mercoledì 13 marzo ore 15); domenica ore 16.00. Lunedì riposo.
Durata: tre ore con intervallo
Informazioni e prenotazioni 848800304 – www.piccoloteatro.org