“… E ora passiamo ad altro” al Teatro del Vascello
Portentoso e corale spettacolo teatrale al Teatro del Vascello frutto del lavoro di un intero anno del centro del C.I.E.S., MaTeMù. Nello spazio concesso all’associazione dal I municipio di Roma oltre tremila ragazzi in cinque anni si sono incontrati e confrontati tra culture e generazioni diverse in molteplici discipline artistiche e formative, come ha spiegato al pubblico la Presidente del C.I.E.S., Elisabetta Melandri.
Lo spettacolo racconta una favola satirica sui media e sui social network che si sono ormai impossessati delle nostre vite. L’idea, come racconta il regista, Gabriele Linari, parte dalla pubblicazione della foto di Ailan, il bimbo siriano morto sulle coste turche dopo il naufragio del barcone che lo trasportava assieme ad altri disperati e dimenticati. “La foto – dice Linari – è stata pubblicata migliaia di volte, fino a far assuefare chi la guardava. Si è creata la pornografia del dolore e della pietà che si è allontanata dalla tragedia”. “I social”, continua il regista, “impoveriscono i sentimenti e consumano la notizia all’infinito, click by click”.
Un gruppo di persone defunte (per motivi che non veniamo a sapere e che non interessano) si ritrova ancora sulla “terra” in attesa di trovare un “passaggio” per l’oltre. Non più vivi e non ancora del tutto morti, attirano facilmente l’attenzione dei media che iniziano a intervistarli, pedinarli e sovraesporli. Tra i vivi, alcuni ragazzi di una piccola agenzia di spettacolo in crisi (sul confine tra successo e fallimento), decidono di “appropriarsi” dei morti per poterli vendere a trasmissioni spesso umilianti. Ma qualcosa va storto.
I morti partecipano ad un reality show che racconta le loro storie, quello che erano in vita e la loro ricerca del “passaggio” per diventare realmente morti ma gli spettatori, dapprima interessati morbosamente alle loro vicende si annoiano presto della trasmissione e li abbandonano al loro destino.
Il bello della disperazione lascia il posto all’indifferenza, i morti che funzionavano da morire e che facevano audience vengono fagocitati dalla routine e quindi dimenticati.
“Ed ora passiamo ad altro” recita il giornalista del tg, si torna al vecchio che fa notizia.
La trappola mediatica della disinformazione calpesta ogni tutto e tutti e la gente “si ciba dell’unica cosa che vendono a caro prezzo, la paura”.
Si passa dalla recitazione, al canto, al ballo ed al rap con grande naturalezza e lo spettacolo funziona proprio grazie alla spontaneità degli attori, tutti ragazzi e ragazze del MaTeMù. Tutti bravissimi e calzanti nel loro ruolo e che si guadagnano la standing ovation del pubblico presente.
Si replica stasera 28 maggio.
“…E ora passiamo ad altro” – Teatro del Vascello, Roma