Quattro grandi interpreti, una nuova prospettiva: Festival “Sul palcoscenico”

Dall’8 al 20 maggio, il Teatro della Luna, con il patrocinio del Comune di Milano, propone quattro spettacoli in una cornice diversa, ristretta a solo 200 persone a sera, per vivere il teatro in una prospettiva, sia artistica che fisica, fortemente innovativa. Saverio Marconi, Mimmo Borrelli, Danio Manfredini e Serena Sinigaglia, quattro grandi registi in veste di attori, portano sul palcoscenico rispettivamente “Variazioni Enigmatiche”, “Malacrescita”, “Tre studi per una crocifissione” e “Di a da in con su per tra fra Shakespeare”. Un festival che regalerà al pubblico milanese e, come sperano gli organizzatori dell’evento, anche alla provincia, l’eccellenza della prosa.
Venerdì 4 maggio, si è tenuta la conferenza stampa alla quale hanno partecipato gli attori succitati, ad eccezione di Danio Manfredini. Il responsabile del Teatro della Luna ha voluto sottolineare che questi quattro spettacoli “verranno rappresentati in una dimensione fisica diversa, quasi feticistica”. Gli spettatori non assisteranno dalla platea, distaccati e lontani da quanto rappresentato sul palco, ma vivranno le gesta degli attori in prima persona, avvolti da un’atmosfera di assoluta intimità.
Atmosfera e riadattamento del teatro che risulta dunque funzionale rispetto a quanto perseguito e sostenuto dagli attori. In particolare, quello del coinvolgimento personale del pubblico è proprio l’elemento che Serena Sinigaglia, attrice dello spettacolo “Di a da in con su per tra fra Shakespeare”, che andrà in scena dal 18 al 20 maggio, ritiene imprescindibile in una rappresentazione teatrale: “La cultura non deve mai distaccarsi dalla realtà. Essa deve riguardare la gente, altrimenti diventa qualcosa di insensato, di autoreferenziale. Se si capisse ciò e se il pubblico riuscisse ad immedesimarsi negli attori e nelle loro vicende personali si avrebbe avrebbe molta più gente a teatro e molta meno gente davanti la televisione”.
Saverio Marconi, attore di “Variazioni Enigmatiche”, che sarà rappresentato dall’8 al 10 maggio, ha parlato, invece, della genesi di questo particolare spettacolo e della sua decisione di rimettersi in gioco come attore, dopo tanti anni in regia: “Ho fatto per tanti anni il musical, o, come a me piace chiamarlo, il teatro musicale, ma mi sono consumato, ora ho bisogno di nutrirmi di nuovo in quel grande piatto succulento che è il mestiere dell’attore. Avevo però una grande incertezza, perché fare l’attore è profondamente diverso dal fare il regista, devi entrare dentro di te e questo spesso ti sconquassa. Una volta superate le paure e presa questa decisione, mi è subito venuto in mente Variazioni Enigmatiche, di cui conoscevo già l’autore, Eric-Emmanuel Schmitt. Ne è venuto fuori uno spettacolo avvincente, ricco di colpi di scena.
Mimmo Borrelli, che porterà in scena dall’11 al 13 “Malacrescita”, si è presentato alla stampa con tutta la sua simpatia e solarità: “Lo spettacolo nasce da un ribaltamento di prospettiva, quindi è coerente con il progetto del Festival. Malacrescita può essere considerata una Medea moderna. È uno trama tratta da due storie vere e, allo stesso tempo, cruente. È una rappresentazione esperenziale, oltre che spettacolare”.
Ognuna delle quattro prime (l’8 maggio “Variazioni Enigmatiche”, l’11 “Malacrescita”, il 15 ” Tre studi per una crocifissione”, il 18 “Di a da in con su per tra fra Shakespeare”) sarà seguita da un momento di incontro e approfondimento, completamente aperto al pubblico, in cui uno dei quattro registi intervisterà uno degli altri quattro, con la conduzione e moderazione di un giornalista esperto di teatro.
Giuseppe Ferrara
5 maggio 2012