“Questi fantasmi”, una commedia dall’animo malinconico

“Il futuro del teatro è grigio, tra sessant’anni non si riderà più” sono le parole profetiche di Eduardo De Filippo, pronunciate nel 1946, anno in cui scrisse “Questi fantasmi”, la commedia che dal 27 marzo al 22 aprile alletterà l’atmosfera del Teatro Manzoni. Siamo sicuri che se Eduardo avesse assistito a questa reinterpretazione del suo capolavoro avrebbe cambiato idea, o almeno avrebbe detto: “Finché sulla scena ci sarà Carlo Giuffrè ci si potrà ancora divertire”.
Spunti irresistibili testimoniano come la comicità sia senza tempo. Non c’è una battuta che non venga compresa (sebbene molte siano in dialetto) e che non colga nel segno, non c’è un gesto o un’espressione di cui il pubblico non afferri immediatamente il significato e le sue implicazioni. Un capolavoro d’intelligenza che si staglia su uno sfondo di miseria, malinconia e disperazione. La speranza in un futuro migliore regna sovrana sulla scena e rappresenta il motore che spinge la vita del protagonista, Pasquale Lojacono, interpretato magistralmente da Giuffrè. La sua esistenza è tormentata dalla sfortuna: fallisce in ogni iniziativa e non riesce a tenere in pugno il suo matrimonio, ormai entrato in una crisi nerissima. Eppure l’occasione per una svolta non tarda a bussare alla sua porta. Un ricco signore, proprietario di un antico edificio nel pieno centro di Napoli, lo cede a Pasquale affinché lo accrediti agli occhi della gente, da tempo convinta che il palazzo sia infestato dai fantasmi. Pasquale accetta la sfida, e da quel momento inizia una storia che, per dirla alla Giuffrè, “non si racconta, non si legge, va solo vista, altrimenti si sminuisce”.
Lo spettacolo di Giuffrè, che ha riadattato e riscritto il 60% per cento della commedia di De Filippo, è un continuo alternarsi di stati d’animo, di ilarità e di malinconia, di speranza e di sconforto.
Una faccia sorridente che mal cela una profonda insoddisfazione. “Questa commedia rappresenta Eduardo, perché lui era così, era simpatico, ma dentro soffriva”, è così che Giuffrè ricorda il grande commediografo napoletano, con il quale egli ha lavorato da giovanissimo e che definisce “il più grande attore che abbia mai visto”.
Uno spettacolo teatrale che definirlo tale sembra quasi voler sminuire una rappresentazione che si avvicina in maniera impressionante alla realtà odierna. È lo stesso Giuffrè a sottolinearlo: “Eduardo è stato profetico, ha anticipato quello che sarebbe avvenuto a distanza di 60 anni”.
“Questi Fantasmi”, a differenza del teatro contemporaneo, non è utopia, non è rappresentazione di qualcosa di distante, di buoni sentimenti, di amore e felicità, ma è lo specchio di una realtà “brutta” – così è definita da Giuffrè – di un mondo, quello reale, che tutti cercano di nascondere, facendo finta che non esista. Carlo Giuffrè, invece, lo porta addirittura sul palco.
Info:
Teatro Manzoni dal 27 al 22 aprile (chiusura per le festività pasquali dal 5 all’11 aprile)
Biglietto: poltronissima € 30,00 – poltrona € 20,00
Orari: feriali ore 20,45 – domenica ore 15,30
Giuseppe Ferrara
30 marzo 2012