Confidenze esclusive nell’intervista ai tre protagonisti di Priscilla

Continua il successo del musical “Priscilla la Regina del Deserto”, lo spettacolo evento di questa stagione, il suo debutto risale allo scorso 14 dicembre al Teatro Ciak Webank, ribattezzato “Priscilla Palace”, dove tutte le sere il pubblico è accolto, per vivere una serata all’insegna di un sano divertimento, per niente trasgressivo, ma solo in un tripudio di musiche e colori di uno show en travesti.
Ho avuto il privilegio di incontrare i tre attori protagonisti, tutti affermati artisti, dalle indiscusse qualità, cosa che conferma l’alto livello del cast italiano, composto, oltre che da loro, anche da tanti altri bravissimi performer:
ANTONELLO ANGIOLILLO – TICK/MITZI, 44 anni, nato a chieti, ha studiato danza classica all’Accademia Nazionale di Roma, ma anche danza moderna, tip tap, canto e recitazione in Italia e a New York. Il suo debutto nel 1990 , nel ruolo di “Paul”, nella prima edizione italiana del musical “A Chorus Line”, l’anno successivo è ad Amburgo nel musical “Cats”. Da lì tanti altri musical, come “Bobbi sa Tutto” ,“Francesco”, per il quale vinse il premio “Massimini” come miglior giovane attore protagonista di musical, “Joseph e la strabiliante tunica dei sogni in tecnicolor”, “Tutto fa…BrodWay”, fino ad arrivare alla stagione 2010/11 dove ha vestito i panni di “Bestia” nel musical “La Bella e la Bestia”;
SIMONE LEONARDI – BERNADETTE, 30 anni, ha studiato recitazione con il regista romano Giovanni Nardoni. Fondamentale per la sua formazione il suo soggiorno di studio in Gran Bretagna, presso il Charioteer Theatre, dove perfeziona la conoscenza del repertorio shakespeariano. Studia canto con maestri prestigiosi fra i quali Jana Mrazova e Anna Maria Di Marco. Studia tap-dance e repertorio musical con Ann Amendolagine. Nel teatro di prosa è stato interprete di testi e personaggi impegnativi. La sua ultima fatica, durata due stagioni, è stata il ruolo di Din Don nel musical “La Bella e La Bestia” prodotto da Stage Entertainment, che ha avuto più di 500 repliche tra Roma e Milano;
MIRKO RANU’ – ADAM/FELICIA, 24 anni, comincia a 12 anni la sua formazione presso la scuola Idea Danza di Marcello Sindici, e successivamente al CSM di Franco Miseria e lo IALS di Roma. Non ha trascurato di approfondire lo studio del canto e della recitazione. Il suo debutto, il giorno del suo 19° compleanno, con ”Gian Burrasca – il musical!”, poi per ben quattro stagioni consecutive è stato Nick Piazza in ”Fame – Saranno Famosi”, per proseguire nel 2007/08 come ballerino in ”Profondo Rosso – il musical”. L’anno successivo invece è stato ballerino e cantante nella commedia musicale ”Facciamo L’amore” con Gianluca Guidi. Ma la sua fortuna continua e a soli 21 anni è stato scelto dal regista Federico Bellone per il ruolo di Danny Zuko in ”Grease”. Mentre nel 2010, è performer nello spettacolo inedito ”Sindrome Da Musical”, che vede come protagonista Manuel Frattini e infine nella stagione successiva veste i panni del perfido Cc La Drue in ”Flashdance”.
A loro tre abbiamo posto queste domande che hanno trovato originali e articolate risposte:
D. Quanto è stato difficile, se lo è stato, capire ed entrare nel personaggio che interpretate?
Simone – Io personalmente non cerco di capire il personaggio, cerco semplicemente di farmi delle domande e vederlo con i suoi occhi. Leggendo il copione ho cercato di capire cosa vede Bernadette, che ha come obiettivo quello di trovare un amore e, probabilmente, vede la vita come un insieme di possibilità che possono ancora esserci per lei. D’altra parte è una persona che ha superato un percorso difficile, dovuto al passaggio di sessualità e quindi non vede più quello che non conta ma quello che per lei è realmente importante. Dunque tutto quello che è discriminazione, cattiveria gratuita è superato nella mente e nel cuore di Bernadette, interesata solo a trovare la qualità della vita.
Antonello – Sono d’accordo con Simone e anch’io non sono andato a cercare un personaggio, perchè sul testo c’è sempre tutto quello che occorre se lo sai leggere, e noi abbiamo avuto la fortuna di lavorare con chi ha creato questo spettacolo, quindi per qualsiasi dubbio ci hanno dato delle chiavi di lettura. Il ruolo di Tick è complicato perchè non puoi immedesimarti nel personaggio e rimanervi fino alla fine. Egli ha un atteggiamento diverso a seconda che sta con le amiche, con la moglie oppure col bambino. La difficoltà quindi è mantenere l’obiettivo fisso sul perchè di questo viaggio che ha lo scopo di incontrare il figlio. Devo dire che questo mi affatica più più mentalmente che fisicamente, perchè con i suoi cambi scena molto veloci, il dover rientrare e mantenere la concentrazione è abbastanza complicato e stancante. Però è bello perchè come dice sempre il mio insegnante Jean Paul Denison, con cui sono cresciuto e sto cresendo, la gente non viene vedere a teatro un bravo attore, perchè puoi essere bravo, ma se sul palco fai i fatti tuoi, la gente non si diverte, invece il pubblico viene a vedere la relazione tra le persone. Questo tra di noi succedde molto, devo dire anche fuori ma soprattuto in scena, ci relazioniamo molto, ci ascoltiamo ci guardiamo e viviamo veramente il viaggio che raccontiamo. Gli australiani stessi si sono sbalorditi del feeling che c’è tra noi tre anche rispetto agli altri casting di Broadway. Io ho lavorato con tante altre persone e, nonostante i buoni caratteri, a volte ti trovi in difficoltà in una convivenza lunga, invece tra di noi c’è un ottima intesa, cosa che arriva chiaramente al pubblico.
Mirko: apparentemente facile ma nello stesso tempo difficile perchè Adam appare come una ragazzo estremamente superficiale, un egosista eccentrico, un pò un ragazzino viziato, che ha la solita battuta pronta e velenosa nei confronti di Bernadette, invece poi questi personaggi, nella maggior parte dei casi, sono quelli che nascondono il male dentro. Nel testo non è scritto ma si capisce da alcune cose che succedono in cui lui dice che è abbandonato dal padre, che ha una madre ricca…., è un ragazzo viziato che vive del materiale come appunto dice il primo pezzo di entrata dello spettacolo “material girls”. Adam è un ragazzo che ha voglia di riscoprirsi e lo fa appunto facendo questo viaggio, durante il quale lui rivela di avere un sogno fin da quando era ragazzino che è quello di cantare i successi di Madonna, ma in realtà dietro questo desiderio c’è dell’altro e appunto lo scopre con i suoi amici Tick e Bernadette. Il personaggio l’ho quasi centrato subito e, inizialmente, avevo dato un interpretazione un po’ troppo cattiva, un po’ come nel film dove lui è molto più amaro, poi pian piano ho capito che la mia Bernadette la dovevo amare e non odiarla. Comunque alcuni tratti, specie quelli relativi alla simpatia di Adam, li ho presi dal mio vissuto personale. Nella mia compagnia ero conosciuto un po’ come un “cretino”, nel senso buono del termine, cioè come quello che vede sempre le cose troppo sotto l’aspetto positivo.
D. Si sice che questo spettacolo sia per gay e omosessuali, voi cosa rispondereste a queste voci?
Antonello – No, non è asssolutamete vero. Se queste persone vengono a vedere lo spettacolo e stanno un po’ attenti si rendono conto che si parla di diversità, come potrebbe essere il colore della pelle o la provenienza dall’estremo sud e quindi lo spettacolo è mirato a trasmettere un messaggio di tolleranza. É stato scelto di portarlo avanti con un tema che all’epoca del film era molto forte e sentito, magari oggi avrebbero potuto farlo usando un altro tema ma è bello farlo, come dice Simone, “non piangendosi addosso, ma ridendo è scherzando”.
Simone – Io voglio aggiungere che non mi aspettavo la risposta che stiamo avendo, credevamo che uno spettacolo come Priscilla non sarebbe stato digerito molto facilmente dal pubblico italiano, mentre in realtà mi sto trovando faccia a faccia con un paese che ha voglia di aprirsi, di svecchiare alcune vecchie concenzioni. “Priscilla” sta rappresentando una pietra miliare, non soltanto nella storia del musical ma anche nella storia del costume italiano. Quindi oltre ad essere un buon prodotto teatrale, che si avvale delle collaborazione di un team creativo internazionale, è anche un momento in cui il pubblico può vedere per la prima volta sul palco i transessuali, Drag queen e bambini e questa convivenza non è in alcun modo forzata. Noi abbiamo ben quattro bambini nel cast e si sono abituati a camminare dietro le quinte, dove vedono uomini truccati che si cambiano, tutto con estrema naturalezza. A volte sono più imbarazzanti loro per noi facendo domande e affermazioni, oppure immettendosi nel flusso dello spettacolo che noi ne siamo stupiti. Ma quello che mi ha stupito di più è vedere la presenza di infanti nel pubblico. Noi ci aspettavamo un pubblico colorato o quantomeno di outsider. Il pubblico milanese medio di Priscilla è variopinto, sicuramente c’è una fetta omosessuale, ma è veramente esigua, mentre vedo tante famiglie e credo che questo spettacolo possa esprimere bene il concetto della famiglia allargata. Vedere per credere insomma….
Mirko: Ma chi lo dice? Invece no, posso assicurare perchè lo vediamo dal palco che lo spettacolo viene visto da tantissimi bambini, accompagnati dalle famiglie perchè è per un pubblico gay non gay….. insomma è una spettacolo per tutti.
D. Antonello – nel tuo personaggio si intravede una sottile vena di sofferenza. Se tu avessi un amico indeciso a fare una scelta come quella di Tick, che cosa gli consiglieresti?
Tick nel momento che lo vediamo in scena ha già fatto una scelta perchè è una drag queen affermata, ha un figlio e ha deciso di lasciare la moglie rimanendo in buoni rapporti, quindi non non vive in conflitto. Si capisce che è una persona timida e riservata che completa se stesso in Mitzi, Quando è Tick gli mancano dei pezzi, ma non è un debole. In scena ha la forza di Bernadette e Adam, esagerato in tutto quello che fa, ma lui sta sempre in mezzo, vuole evitare problemi, perchè il suo obiettivo è quello di arrivare dal figlio. Se mi dovesse capitare, come mi è capitato, di dare un consiglio ad un amico, io lo metterei a sua agio e gli direi fai quello che ti senti di fare. Perchè la cosa più importante è sentirsi bene con stessi e non in relazione al mondo esterno, che cambia continuamente. Se ti fa star bene amare un uomo anziché una donna fallo, chi se ne importa di quello che pensano gli altri.
D. Simone – Bernadette è sicura della sua scelta e quindi in grado di dispensare consigli ai suoi compagni di viaggio, con una certa “saggezza”. Tu ne avresti da dare a chi nella realtà si trova tutti i giorni ad affrontare i pregiudizi di una società ancora omofoba?
Intanto io non so perchè la società italiana da cosi tanta importaza alla sessualità, forse perchè l’abbiamo demonizzata. A forza di nasconderla si è scatenata una curiosità morbosa, ma poi scaturisce in un curiosità “voyeuristica”. Bernadette ha fatto una scelta coraggiosa come c’è ne sono tante. Io ad esempio vengo da una famiglia povera dove l’arte e la letteratura non esistevano e ho scelto di fare l’attore. Non è una scelta coraggiosa pure questa? Specialmente in questo periodo, ad esempio, una donna che sceglie di fare la lavoratrice, mamma e moglie è una scelta coraggiosa. Soltanto che alcune sono tollerate alcune vengono consiserate scabrose. Io ho solo 30 anni e penso di poter fare ancora tante esperienze. In questi ultimi dodici anni ho portato avanti la mia scelta, nonostante le difficoltà, i rifiuti dell’Accademia del Piccolo, dove mi è stato detto di cambiare mestiere Mi è costato sofferenza ma avendo scavato in profondità sono riuscito a trovare un certo self confidenze, che mi ha permesso di costruirmi una corazza. Io capisco Bernadette la condivido e, probabilmente l’adotto anche nella vita.
D. Mirko – tu sei il più giovane dei tre, ma hai già avuto parecchie ed intense soddisfazioni artistiche, cosa ti sta dando di più degli altri Priscilla e perchè?
Innanzi tutto con Priscilla sono il primo dei primi, nel senso che in Italia non era mai stato fatto. In sei anni che lavoro in teatro ho avuto si parecchie soddisfazioni, ma ho fatto dei riallestimenti: sono stato il terzo di “Fame”, sono stato il settimo, forse ottavo, Danny Zuko in ”Grease”, mentre sono il primo Adam di Italia, e questa una prima differenza in un allestimento di Broadway originale fatto in Italia. Un altra differenza è lavorare con un team australiano originale, e poi l’affiatamento con tutto il cast, ma soprattutto tra noi tre, che è stato un connubio che ha funzionato da subito e ci ripaga sul palco.
L’intervista è finita e sono da poco passate le 20 quando lascio il Priscilla Palace, ancora mancano più di 30 minuti per l’inizio dello spettacolo, ma già il foyer è pieno di chi, sfidando il gelo di questi giorni a Milano, vuole comunque godersi lo spettacolo. E tu cosa aspetti??
Sebastiano Di Mauro
9 febbraio 2012