Al Piccolo Teatro Branciaroli incanta il pubblico con il suo Enrico IV
Il negozio di un rigattiere o il dietro le quinte di un teatro? Strana scenografia quella dell’Enrico IV in scena fino al 2 novembre al Piccolo Teatro Strehler a Milano. Pannelli e carosello ossessivamente incentrati sui cavalli, ritratti sormontati da cornici e ricoperti da polverosi teli: sono questi gli elementi che dominano il palcoscenico. Ragione e follia. Realtà e finzione. Pungente ironia e alta tragedia.
L’Enrico IV di Pirandello che Franco Branciaroli dirige e interpreta è un continuo oscillare tra opposti. Dalla messinscena si capisce che la regia ha voluto sottolineare gli eccessi dei personaggi nel primo tempo e nel secondo ha dato un taglio decisamente introspettivo. L’aspetto “filosofico” che si coglie dalla lettura del testo originale di Pirandello nello spettacolo di Branciaroli viene totalmente a mancare. Figure di contorno con caratterizzazione sopra le righe che entrano in scena su buffo carrello-veicolo, sradicati all’originario contesto del primo Novecento, indossano abiti di oggi, incarnano vizi e debolezze della nostra società.
La marchesa Spina appare come una cinquantenne incapace di accettare la vecchiaia e di conseguenza ritoccata con la chirurgia estetica, la figlia come una velina in minigonna, Belcredi, l’uomo che ha provocato la caduta di Enrico, come un furbastro corrotto. Lo psichiatra al posto di analizzare i comportamenti e curare il protagonista si mette a cucire costumi. Quest’ultima interpretazione nasce probabilmente dalla concezione pirandelliana che il costume è il guscio delle identità. Di fronte a questo presente vizioso e devasto, la scelta del protagonista è del tutto comprensibile: isolarsi in un finto passato glorioso.
Il primo tempo della piece vede poco presente in scena Branciaroli e questo spiazza il pubblico. In realtà lo spettacolo vero comincia col lungo monologo finale del secondo atto in cui il finto Enrico IV svela ai suoi compagni in armatura di essere tornato lucido già da molto tempo ma di aver continuato ad indossare i panni dell’imperatore per sottrarsi da una società governata da vizi e mediocrità. L’intera magia dello spettacolo si concentra in quel monologo di poco più di un quarto d’ora, vera chiave vincente della rappresentazione in cui Branciaroli dimostra, ancora una volta, di essere all’altezza di un grande testo teatrale. Le sue profonde riflessioni trasmettono l’amaro senso della vita e uno sguardo reale sulle persone e sulle cose che proviene senza dubbio dalla concezione pirandelliana dell’essere e apparire. Al primo approccio con Pirandello, Branciaroli riesce a immettere nell’Enrico IV una nota di malvagità. E il finale lascia senza parole: Enrico IV, dopo aver pugnalato il rivale, viene incoronato dallo psichiatra, ritornando così nel magico mondo rinascimentale.
CAST:
Con Franco Branciaroli (Enrico IV), Melania Giglio (Matilde Spina), Giorgio Lanza (Tito Belcredi), Antonio Zanoletti (Dionisio Genoni), Tommaso Cardarelli (Carlo di Nolli), Valentina Violo (Frida), Daniele Griggio (Il cameriere Giovanni) e con (in ordine alfabetico) Sebastiano Bottari (Landolfo/Lolo), Andrea Carabelli (Bertoldo/Fino), Pier Paolo D’Alessandro (Ordulfo/Momo), Mattia Sartoni (Arialdo/Franco)
Regia Franco Branciaroli
INFORMAZIONI:
Piccolo Teatro Strehler (largo Greppi 2 – M2 Lanza), dal 21 ottobre al 2 novembre
Durata: 2 ore e 25 con intervallo.
Informazioni e prenotazioni 848.800.304 – www.piccoloteatro.org
Alberto Ciresola
26 ottobre 2014