“Ti ho sposato per allegria” al Sala Umberto di Roma

Chiara Francini ed Emanuele Salace sono in scena al teatro Sala Umberto, fino al 2 Febbraio, in una spassosissima commedia di Natalia Ginzburg.
Nonostante “Ti ho sposato per allegria” sia stato scritto negli anni Sessanta, l’autrice ha creato un testo che non risente affatto del passare degli anni: ci viene presentata la storia di una ragazza, Giuliana, che, nonostante il suo passato burrascoso e talvolta cupo, riesce a sposarsi (dopo un solo mese di frequentazione!) con Pietro, un avvocato d’estrazione borghese. Pietro, interpretato da Emanuele Salace, è l’unico uomo citato nell’intera commedia. Un uomo serio, un adulto responsabile, che non ha saputo resistere all’incontenibile energia e allegria di Giuliana, una Chiara Francini che sul palco è frizzante ed esplosiva, l’attrice ideale per questo personaggio!
Le donne, quelle in scena e quelle solo richiamate come ombre sul palco, sono le vere protagoniste della commedia: dalla stralunata ma simpaticissima donna di servizio alla sempliciotta ed entusiasta della vita sorella di Pietro.
Il tema della famiglia è uno dei più cari alla Ginzburg, difatti in tutta l’opera, che del resto gioca molto su richiami interni e ripetizioni, aleggiano le figure delle madri: la madre di Giuliana, che non compare in scena, e l’invadente madre di Pietro, con cui la protagonista sarà costretta a confrontarsi.
Come afferma anche il regista Piero Maccarinelli: “E’ il femminile che interessa l’autrice”, è delle donne che vuole parlarci, di Giuliana, ma anche delle sue amiche: di Elena, la pessimista, di Topazia, l’ottimista, di tutte le possibili declinazioni dell’essere donna. Giuliana non è “né una farfalla né una vespa”, è una creatura gioiosa che vive la sua vita con leggerezza, ma che a volte sa essere incredibilmente profonda, è in grado di affrontare temi come la maternità, l’amore, l’abbandono, la solitudine, la disoccupazione.
Una commedia toccante che permette agli attori di esprimersi egregiamente in molti modi diversi, di altalenare fra l’irriverente e il serio, il comico e il tragico.
Valeria Campisi
21 gennaio 2014