Viva l’Italia: una serata con Aldo Cazzullo
di Raffaella Roversi
C’era fermento già fuori dal teatro molto prima dell’inizio dello spettacolo la sera del 4 settembre. Un pubblico interessato ed educato si era messo in coda per i biglietti che il CARCANO, questo bel teatro milanese, ha offerto gratuitamente fino ad esaurimento posti. Sul palco è stato rappresentato un pezzo di storia d’Italia partendo dal libro “Viva l’Italia” di Aldo Cazzullo, presente in scena.
Mentre le poltrone si riempivano via via, musiche “italiche” cantate dalle Alpi alla Trinachia, risuonavano nel teatro: il canto degli alpini “o bella ciao” o quello partenopeo, “o sordato innamorato”, cantato a squarcia gola dai tifosi napoletani anche domenica scorsa a San Siro nel derby Napoli-Inter. All’Inno di Italia, l’intero pubblico si è alzato in piedi.
È stata bella la carrellata di citazioni, uomini, volti, che Cazzullo, composto e suadente ha riportato in vita aiutato dalle immagini di repertorio e montaggio video a cura di Roberto Guglielmi e dalle voci di Marianna Dal Collo, Michele Ghionna e Paolo Valerio, sulle note della pianista Sabrina Reale.Ne è uscito un quadro eroico di questa Italia prima risorgimentale poi antinazista. Di Garibaldi si è citata la frase detta con orgoglio “Gli Italiani sanno dimostrare al mondo di sapersi battere per la loro patria”. Il ritornello di una canzone si udiva in sala “Il sacco è preparato, sull’omero mi sta, sono uomo e soldato, viva la libertà.”
Peccato però che non ci si sia soffermati a considerare con l’importanza necessaria, che molti italiani non sapessero dove e cosa fosse la libertà, perché la libertà non ci può essere se prima non c’è il pane quotidiano. Il brigantaggio è stato appena sorvolato e con lui tutto il problema del sud, dove lo stato “è sempre un destino avverso!”. Questo pezzo di storia è sembrato, anche stasera, un fatto scomodo.
In questo momento di grande smarrimento sociale, morale e politico, l’invito di Cazzullo a restare coesi e a non lasciare spazio a sussulti secessionisti appare sensato, anche se si dimentica che ci si può si, sentire orgogliosi percorrendo le sale del Louvre o della National Gallery ammirando opere grandiose di nostri conterranei che il pubblico ha rivisto sullo schermo del teatro, ma ci si vergogna di esserlo se si guarda all’Italia politicamente ed economicamente declassata di oggi.
Info:
Teatro Carcano – Corso di Porta Romana, 63 Milano
www.teatrocarcano. com
7 ottobre 2011