Otello, l’Everest delle messe in scena al Costanzi
Otello, l’Everest delle messe in scena al Teatro Costanzi in Roma ha ottenuto grande successi e decine di disamine, tra le più vaste. Opera impetuosa, maglia fitta di argomenti sempre moderni. Forse il lavoro più imponente di William Shakespeare. Partitura attuale in cui convergono tanti temi: il razzismo, il femminicidio, la violenza, la gelosia, la paranoia. Aguilera il regista, ha provato a fondere classicità e modernità nel suo lavoro. il direttore d’orchestra Daniel Oren, dichiara che in questo Otello le voci sono immerse come mai prima nel tessuto strumentale e l’Orchestra non accompagna ma completa. la regia dà notevole spazio agli elementi naturali l’opera inizia con una tempesta, simbolo dell’elemento dell’acqua che dichiara il regista di associare ad Otello, successivamente apparirà il fuoco creando un contrasto molto potente. Augullera utilizza questi elementi come simboli dei sentimenti del Moro e di come mutano: l’acqua rappresenta la forza mentre il fuoco incarna la passione per Desdemona. Nel duetto d’amore che chiude il primo atto il fuoco brucia intensamente ma con lentezza consumandosi fino a svanire; questo processo simboleggia come l’amore di Otello inizialmente, vibrante potente, costante ma si indebolisce a causa della gelosia, sentimento che ruberà tutte le sue energie: una gelosia corrosiva che porterà irrimediabilmente alla tragedia. Nell’ultima scena Otello spegne quel fuoco (il suo amore per Desdemona) con dell’acqua. La storia d’amore terminerà con la morte di entrambi i personaggi, il suicidio di Otello in seguito l’uccisione della sua amata. La trama della tragedia shakespeariana è fortemente attuale, i più grandi tenori si sono ritrovati ad interpretare l’Otello. Passaggio fondamentale di carriera.
Verdi ha sempre dimostrato un grande interesse nei confronti del drammaturgo inglese, l’opera debutta il 17 aprile 1887 proprio al teatro Costanzi; ed è un’emozione poterla rivedere ancora sullo stesso palco. Motivo per cui sostenere il Teatro dell’Opera di Roma significa dimostrare la propria vicinanza a una prestigiosa istituzione culturale di questo paese in modo che possa ancora diffondersi in Italia e nel mondo.
Chiunque può contribuire a dar voce al teatro. Per ogni informazione è possibile rivolgersi al Servizio Fundraising e Membership o alla mail: insiemeperlopera@operaroma.it. La bellezza va protetta.
La spettacolare messa in scena del regista Aguilera ha ottenuto uno straordinario successo grazie all’armonia della squadra al completo: le scene i costumi le luci, il coro e la delicatezza delle sue code, gli interpreti, le meravigliose percussioni gli splendidi Corni inglesi i Mandolini, le Viole,
tutto è nitido e perfettamente amalgamato al meraviglioso lavoro messo in scena. Su questo straordinario successo tanto è stato scritto e sottolineato. Noi questa volta oltre che ad invitare lo spettatore ed il lettore al sostentamento di questo patrimonio culturale, ci soffermeremo in particolare sulla meraviglia dell’interpretazione del’ Ave Maria nel quarto atto da parte di Vittoria Yeo. Desdemona.
La sua voce lirica fa risplendere il Costanzi, delicatezza e consapevolezza del dolore si mettono in estrema comunione e in adagio nel suo letto di morte. Il fraseggio è intenso, l’interprete di Seul è ideale.
Non è una novità, ma merita comunque menzione l’eccellente prestazione del maestro Ciro Visco. Dopo ben oltre un centenario il palco dell’Opera di Roma ospita ancora Verdi, Shakespeare, e quei suoi perfetti quattro atti a cui diedero vita personaggi come Maria Callas, Placido Domingo. Proteggiamo come qualsiasi altra forma d’ arte l’opera con la speranza che questa possa ancora diffondersi.
Proteggiamo la bellezza.