Il Misantropo: sapiente gioco di specchi per il cinquantesimo del Teatro Parenti

Il misantropo di Molière, con la regia di Andrée Ruth Shammah, si annuncia come lo spettacolo centrale per i festeggiamenti del cinquantesimo del Teatro Franco Parenti di Milano.
Un grande spettacolo che, sulle belle scene disegnate da Margherita Palli, esplora, senza giudizio alcuno, una molteplicità di caratteri e personaggi.
Dopo avere debuttato in prima nazionale a Firenze lo scorso maggio al Teatro della Pergola, arriva a Milano al Teatro Parenti, dall’8 novembre al 3 dicembre 2023.
Luca Micheletti, attore, regista, cantante lirico è Alcesti. Sul palco è insieme a, in ordine alfabetico, Matteo Delespaul, Pietro De Pascalis, Angelo Di Genio, Filippo Lai, Francesco Maisetti, Marina Occhionero, Emilia Scarpati Fanetti, Andrea Soffiantini, Vito Vicino, Maria Luisa Zaltron con la partecipazione di Corrado D’Elia.
La traduzione, in rima in versi settenari incrociati e molto rispettosa del testo e delle sue intenzioni, è di Valerio Magrelli. Come sottolinea la Shammah, il testo è infatti talmente attuale e raffinato, da non essere necessario cambiare o introdurre alcunché per ammodernarlo o per compiacere il pubblico.
Sarà dunque un lavoro di grande rigore e disciplina, privo di improvvisazione e di giudizio, capace di arrivare alla sua essenza.
Si ride, per il piglio satirico, per i giochi verbali tra i personaggi, per le situazioni. Ma il riso è amaro, tirato, nasconde una visione pessimista della vita, delle relazioni. Il lieto fine, presente in tante commedie del drammaturgo, attore, commediografo francese “sismografo” della società del ‘600, qui è assente.
Una commedia “tragica”, rispecchia per la regista dati autobiografici di Molière, abbandonato dalla bella e giovane moglie e deluso per il divieto di rappresentazione del suo Tartufo.
Il Misantropo: Alcesti combatte contro Alcesti
Per Luca Micheletti, che sul palco è Alcesti ovvero il Misantropo, questo “dramma serio” è pieno di ombre. Come spiegare infatti una commedia che sembra sbeffeggiare la virtù, anziché lodarla? C’è secondo l’attore, un’incomunicabilità non solo tra i personaggi, ma tra le diverse parti del protagonista.
Alcesti è infatti un uomo probo, pieno di virtù. Ma questa supera i limiti e cade nell’eccesso. Egli infatti detesta gli uomini corrotti, gli adulatori e l’ipocrisia delle convenzioni. Muove una critica non solo alla corte di Luigi XIV, ma a tutti gli uomini.
Eppure si innamora di una giovane vedova frivola e civettuola che ama farsi corteggiare da uomini nobili, vuoti e superficiali, pur restando colpita dalla sua caratura morale.
Vive quindi il tormento della sua contraddizione incapace di ammettere a se stesso di provare una passione incontrollabile per una donna che la ragione deplora ed il cuore ama. Diventa quindi bilioso e collerico.
Questo spirito arguto e sapiente che vuole apparire come un maturo pensatore, non arriva a gestire la pulsione eroica e la passione erotica e cade nel ridicolo. Ed essendo spietatamente se stesso sino alla fine, privo di pietas e di indulgenza finanche verso di sé, finisce con il doversi eclissare dal mondo.
Il Misantropo
di Molière
progetto e collaborazione alla traduzione di Andrée Ruth Shammah e Luca Micheletti
regia Andrée Ruth Shammah
traduzione Valerio Magrelli
con Luca Micheletti e con (in ordine alfabetico) Matteo Delespaul, Pietro De Pascalis, Angelo Di Genio, Filippo Lai, Francesco Maisetti, Marina Occhionero, Emilia Scarpati Fanetti, Andrea Soffiantini, Vito Vicino, Maria Luisa Zaltron
e la partecipazione di Corrado D’Elia
scene Margherita Palli
costumi Giovanna Buzzi
luci Fabrizio Ballini
musiche Michele Tadini
cura del movimento Isa Traversi
scene costruite presso il laboratorio del Teatro Franco Parenti
costumi realizzati da LowCostume in collaborazione con la sartoria del Teatro Franco Parenti diretta da Simona Dondoni
produzione Teatro Franco Parenti / Fondazione Teatro della Toscana
Durata: 2h e 45 minuti (compreso intervallo)