Farà giorno: scegliere di stare dalla parte del riscatto

Sino al 28 Maggio 2023 il Teatro Franco Parenti di Milano presenta una sua produzione, Farà giorno, di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi. La regia di Piero Maccarinelli ne scandisce il crescendo emotivo.
Lo spettacolo, imperdibile per la bravura degli interpreti e per il concentrato di emozioni che regala, è considerato una commedia. In effetti si ride, e molto, specie nel primo atto.
Poi però, inaspettatamente, ci si commuove perché tocca corde profonde. Tra queste, quella dell’ideale, capace di canalizzare le nostre potenzialità e le nostre energie verso un’autoeducazione interiore, che ci rende consapevoli delle idee che possediamo e di quelle da cui siamo posseduti.
Esse agiscono su di noi a nostra insaputa rendendoci schiavi dei nostri impulsi, obbligandoci a concepire la vita come banale, caotica, e ingestibile, risultato di fatti sequenziali contingenti sui quali crediamo di non poter incidere.
Farà giorno: storia din una autoeducazione interiore
Incontriamo, sulla scena che resta invariata, Renato e Manuel, Antonello Fassari e Alberto Onofrietti.
Sono entrambi nella camera da letto del primo, un ottantenne ex partigiano comunista che ha combattuto i tedeschi ed è stato da loro torturato e ferito. È vedovo e vive solo in un appartamento modesto alla periferia di Roma, circondato da libri. Ha una figlia, Aurora, ex brigatista, che non vede e non sente da circa trent’anni, che fa il medico in Africa.
Manuel invece, è il giovane trentenne del terzo piano, a metà tra teppista e fascista. Senza lavoro fisso, vive ancora con il padre violento e la madre passiva. Sogna di compiere grandi imprese dagli effetti immediati. Basta uova, solo galline e subito!
Picchia gli extracomunitari, colpevoli secondo lui, di invadere l’Italia, dimenticando che il suo cognome ha derivazione araba e quello della madre, greca.
Ha tatuato “Duce” sul braccio e la suoneria del cellulare è “Faccetta nera”.
È convinto che la libertà sia poter dare libero sfogo a qualsivoglia impulso e piacere. Non sa ancora, ma lo imparerà, che la libertà è proprio il contrario, il superamento, la liberazione dalla schiavitù degli impulsi.
Nonostante gli sia stata ritirata la patente, ha preso un furgone di nascosto dal padre, e inavvertitamente, ha investito Renato rompendogli una gamba.
Ora per evitare la denuncia, patteggia con lui due mesi di assistenza domiciliare, scandita dal buio delle notti che cala sulla scena.
Nel microcosmo di quella camera da letto, tra vecchi mobili modesti, libri e un ritratto di Gramsci, avviene lo scontro-incontro tra i due mondi apparentemente inconciliabili.
Farà giorno: la fisiognomica del gesto
Mentre Renato giace immobile e dolorante a letto, il giovane uomo con pantaloni militari, maglietta e anfibi, si muove per la stanza con passo pesante e gesti ignoranti che ci parlano già della sua etica. Sono gesti perduti, inutili furori perpetuati all’infinito.
Essi costituiscono il suo primo istinto espressivo e fanno da specchio ad una lingua povera, dialettale (romana), basica, priva di sfumature, provocante. Ma la sua voce, anche se dura, aggressiva, sprezzante, ci appare da subito come uno spazio di dolore.
Renato lo capisce. Sente la rabbia del giovane, il buio della sua vita, le parole grevi imparate da piccolo, la fatica di dover fare sempre il bastardo. Lui sa che le battaglie importanti si vincono con il silenzio e, immobilizzato a letto, tra ironia e tenerezza, resiste alle provocazioni.
Manuel intanto è colpito e ispirato dall’assenza di ego di quel vecchio saggio che non si preoccupa che venga riconosciuta la sua vita da valoroso combattente per la libertà. Ne sente la solitudine, il dolore per la figlia Aurora, Alvia Reale, che inaspettatamente, irrompe nelle loro vite.
E così le tre generazioni di combattenti si trovano nello stesso spazio.
Manuel, il più giovane, è privo di un’idea rivoluzionaria, troppo legato ai suoi istinti destinati a ripetersi. Aurora si è trovata a combattere per un’ideologia non sua. Renato invece, è l’unico ad aver scelto di stare dalla parte del riscatto, della luce, dell’aurora. Ed è redenzione per tutti!
Farà giorno
commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi
regia Piero Maccarinelli
con Antonello Fassari, Alvia Reale, Alberto Onofrietti
scene Paola Comencini
musiche Antonio Di Pofi
produzione Teatro Franco Parenti
durata: 1 ora e 30 minuti
Teatro Franco Parenti
Via Pier Lombardo 14, Milano
nfo e biglietteria: 02 59995206
biglietteria@teatrofrancoparenti.it
PRIMO SETTORE (file A–F)
intero 22,50€ + 1,50€ quota energia;
SECONDO SETTORE (file G–S)
intero 20€; under26/over65 15€; convenzioni 15€
GALLERIA (file T–ZZ)
intero 15€; under26/over65 15€; convenzioni 15€
Tutti i prezzi non includono i diritti di prevendita.
venerdì 12 Maggio – 19:15; sabato 13 Maggio – 19:15; domenica 14 Maggio – 15:45; martedì 16 Maggio – 20:30; mercoledì 17 Maggio – 19:15; giovedì 18 Maggio – 20:30; venerdì 19 Maggio – 19:15; sabato 20 Maggio – 19:15; domenica 21 Maggio – 15:45; martedì 23 Maggio – 20:30; mercoledì 24 Maggio – 19:15; giovedì 25 Maggio – 20:30; venerdì 26 Maggio – 19:15; sabato 27 Maggio – 19:15; domenica 28 Maggio – 15:45