Ritratto dell’artista da morto, un desaparecidos

Ritratto dell’artista da morto è una nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano, in scena al Teatro Studio Melato di Milano, dal 13 marzo al 6 aprile 2023.
Scritto e diretto da Davide Carnevali, con un solo attore in scena, Michele Riondino, è uno spettacolo documentario, che sembra costruirsi davanti agli occhi dello spettatore.
L’iter però non è rettilineo, ma quasi labirintico. Le finzioni delle finzioni sono innumerevoli così come le geografie, i luoghi, le storie personali che inciampano nella Storia che, si sa, ogni volta viene riscritta diversamente.
La costruzione della narrazione è al centro dello spettacolo con un gioco di variazioni storico/culturali/musicali che procede tra ricerca storica, investigazione poliziesca, domande al pubblico e costruzione di memoria.
Lo spettacolo infatti, il cui testo è stato edito in Italia da Einaudi, è stato presentato per la prima volta alla Biennale di Monaco di Baviera e alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino nel 2018. Modificato, sarà riproposto anche in una nuova versione in francese alla Comédie de Caen, alla Comédie de Reims e al Théâtre de Liège, coproduttori del progetto, nella stagione 2023/24. Perché, ogni volta, in ciascun paese ospitante, Davide Carnevali rilegge la storia che il singolo paese ha avuto con il suo totalitarismo.
Ritratto dell’artista da morto, si avvicina infatti ai periodi bui della storia del 900 di questi tre paesi e non solo.
Il protagonista in scena, riceve al proprio indirizzo in Italia una lettera da un tribunale argentino. Viene informato che l’appartamento acquistato qualche decennio prima da un suo lontano parente, è stato riassegnato dal tribunale stesso alla famiglia originariamente proprietaria.
Recatosi in Argentina si perde nei meandri di uffici ed archivi mentre piano piano, come una fotografia che comincia a delinearsi nel suo bagno di arresto, si profila l’ombra della dittatura argentina e il volto di uno dei trentamila desaparecidos.
Una parte della scena è occupata dalla ricostruzione del piccolo appartamento, di cui vediamo anche una maquette. L’altra, da tante casse di legno, con pezzi di vita nascosti di questo signore argentino proprietario dell’appartamento, che doveva essere un musicista.
Michele Riondino, li usa come pezzi di puzzle, costruendo in un gioco continuo di rifrazioni talvolta confondenti, la storia dell’antico proprietario. Arriva cosi a tracciare un filo tra i due paesi e i loro totalitarismi.
Il musicista argentino infatti, arrestato durante la partita dei mondiali Italia – Argentina del 10/giu/1978, stava forse lavorando per salvarla dall’oblio, alla musica di un suo collega italiano ebreo, eliminato durante il fascismo.
Lo spettacolo si chiude con una punta di luce: le ultime righe della lettera del tribunale informano il protagonista che la famiglia del musicista scomparso, ha deciso di rendere l’appartamento luogo di memoria.
Ed è strano pensare che la sede del Piccolo (di via Rovello ) fosse luogo di tortura fascista, e per questo scelta da Grassi e Strehler non solo per diventare luogo di teatro, ma di memoria capace di protrarsi nel tempo per affrontare la realtà.
Ritratto dell’artista da morto
Al Piccolo Teatro Studio Melato
dal 16 marzo al 6 aprile
prima nazionale
Ritratto dell’artista da morto
(Italia ’41 – Argentina ’78)
Scritto e diretto da Davide Carnevali
Con Michele Riondino
Una nuova produzione Piccolo Teatro di Milano