Elfo50, ricordare il futuro

C’è qualcosa di nuovo nell’aria, anzi di antico: il Teatro Elfo di Milano compie questo anno, 50 anni. E per festeggiare questo compleanno importante, continua a ricordare il futuro. Perchè il collettivo di artisti a forte vocazione civica che fondarono il gruppo, è ancora attivo e alla guida del teatro.
Si tingono di toni bohémien i suoi primi anni di storia.
Dagli esordi in uno scantinato in zona Sempione alla bella sede di corso Buenos Aires, passando per il Teatro di Porta Romana e per il Menotti ha sempre collezionato momenti esaltanti, fatiche inevitabili, slanci creativi, incontri, errori.
Sullo sfondo sfilano anche 50 anni di storia d’Italia: l’austerity, il terrorismo e gli anni di piombo, la città chiusa, la Milano da bere, con le sue trappole di leggerezza e facilità. Tangentopoli, la caduta del muro, il secondo millennio.
Il 20 marzo, in una serata ideata insieme a Ira Rubini e Gianmarco Bachi di Radio Popolare (che la trasmetterà in diretta) verrà rievocata con ironia l’atmosfera cultural-politica di quel ruggente1973.
Elfo50 sarà poi un grande palinsesto di spettacoli, podcast, libri, poesia, mostre e un grande progetto con la Fondazione Milano – Scuole Civiche per i cinquant’anni del Teatro dell’Elfo.
Da quando è nato questo teatro ha guardato al futuro trasmettendo il sapere alle nuove generazioni ma permettendo però che queste gli ampliassero lo sguardo, lo radicassero al presente che si trasforma nel quotidiano.
Un patto intergenerazionale importante, una sorta di confine permeabile, che ha consentito ai fondatori di mantenere un’identità non autoreferenziale ma inclusiva: un modo collettivo di partecipare, una sorta di genitorialità sociale.
Forse perchè il collettivo di artisti fondatori si è incontrato nel 1973 in quella che allora era la Scuola del Piccolo Teatro (alcuni di loro sono arrivati anche da altre esperienze) e che oggi è la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, ora si rivolge ai giovani delle scuole civiche milanesi dell’ultimo anno.
A loro è stata affidata parte di questa eredità unitamente a due produzioni: realizzare un’installazione interattiva sulla storia del Teatro dell’Elfo e allestire uno spettacolo su cinquant’anni di storia italiana, dagli anni Settanta ad oggi.
Sempre in tema di trasmissione e di passaggio del timone, troviamo Re Lear, la nuova produzione della stagione 23/24, che più d’ogni altra ci parla dei pericoli di una vecchiaia che non sa rassegnarsi a cedere il passo al fluire della vita.
Per settembre è prevista anche una mostra di ritratti teatrali esposti lungo via Dante a firma di Laila Pozzo che da oltre dieci anni fotografa tutti i protagonisti degli spettacoli dell’Elfo poco prima che entrino in scena. Li rivedremo in grande formato oltre che in scena.
Elfo50 è anche libri
Infine, per scoprire e riscoprire l’Elfo nelle parole di studiosi e osservatori, sono in corso di pubblicazione tre volumi: è appena uscita la nuova edizione de L’America di Elio De Capitani, studio di Laura Mariani a cui è stato aggiunto un capitolo sul personaggio di Ahab; uscirà invece in occasione del debutto di Re Lear il volume delle traduzioni di Ferdinando Bruni degli spettacoli shakespeariani dell’Elfo (anch’esso per le edizioni CuePress) e, sempre in autunno, verrà pubblicato da Titivillus un libro a più voci in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.