Il Cacciatore Di Nazisti: la responsabilità della memoria

Dal 18 gennaio al 22 gennaio 2023, al Teatro Franco Parenti di Milano, Remo Girone ha portato Il Cacciatore Di Nazisti, L’avventurosa vita di Simon Wiesenthal.
Cosa può aver spinto questo ingegnere-architetto ebreo a fare, dal dopoguerra, della caccia ai nazisti lo scopo della sua vita? Perchè lui con ostinazione che rasenta l’ossessione decide di diventare un triste cantastorie che porta in giro la stessa ballata, mentre altri come lui, scampati all’olocausto, cercano al contrario di dimenticare per vivere?
Girone parla in prima persona. È lui Il Cacciatore Di Nazisti. Ci fa entrare da subito nell’inferno dell’Olocausto raccontando episodi raccapriccianti. La lista delle efferatezze colpisce sempre. Anche se crediamo di sapere, non sappiamo mai abbastanza e non arriviamo mai a mettere un limite non solo all’orrore, ma anche al sadismo dei tedeschi, capaci di pensare torture atroci che hanno un che di pervertito, vizioso, corrotto.
Il mantra dei carcerieri, riportato oltre che da Wiesenthal anche da Levi è infatti:
“Nessuno di voi rimarrà per portare testimonianza, ma se anche qualcuno scampasse, il mondo non gli crederà. La gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi per essere creduti”
Forse la consapevolezza di aver perso l’umanità li spingeva a disumanizzare le loro vittime. O forse non avevano coscienza o erano capaci di soffocarla.
Girone si muove sulla scena poco illuminata, piena di schedari in metallo anni 40, dove ha schedato i maggiori responsabili nel Centro di documentazione ebraica (Jewish Documentation Center) fondato nel 1947, con l’obiettivo di raccogliere prove contro i perpetratori dell’Olocausto. Dei circa ventiduemila, riesce a consegnarne alla giustizia circa mille e cinquecento.
In alto a sinistra, illuminata e incorniciata, campeggia una divisa da SS. É vuota, eppure in quella luce strana giallastra, genera ancora fantasmi e pare intrisa di latrati tedeschi. L’intera parete sullo sfondo poi, è tappezzata da piccole teche di vetro dove il dottor Morte, Josef Mengele, conservava gli occhi azzurri cavati alle sue vittime, nella folle idea di trovare la tonalità perfetta per la pura razza ariana.
Sfilano nella sua narrazione cifre e nomi: 11 milioni di persone uccise e tra loro 6 milioni di ebrei.
I nomi geografici sono quelli di Mauthausen, Buchenwald, il sanatorio di Harteim, in Austria luogo dell’“eutanasia nazionalsocialista” che portò all’uccisione di 30.000 persone con disabilità e malattie mentali e altri. I nomi personali sono quelli degli assassini: Erich Rajakowitsch, Franz Murer, Franz Stangl, Karl Silberbauber che arrestò tra gli altri la famiglia Frank, Hermine Braunsteiner, Ilse Koch, la cagna di Buchenwald, Eichman.
Ma anche di chi con la propria voce ha voluto testimoniare orrori poco credibili: Masha Rolnikaite, la cronista bambina del ghetto di Vilnius, o Anna Frank.
Il Cacciatore Di Nazisti: la responsabilità dei sopravvissuti
Girone si sofferma sul suo caso emblematico per ricordare come il processo di costruzione della memoria necessiti di tempo. Per anni in molti cercarono infatti di screditare la credibilità dell’esistenza del diario e di Anna Frank stessa. Anche i giovani tedeschi ed austriaci agli inizi degli anni 60, credevano che fosse pura invenzione la sua storia e quella del suo diario: è difficile infatti credere che i propri padri abbiano ucciso. Con l’arresto di Karl Silberbauber, Wiesenthal lo provò al mondo.
Perché per lui, come ci ricorda Girone, sopravvivere comporta dei doveri: ricordare.
Non dimenticare, perché altrimenti tutto può tornare a ripetersi. Restare vigili, sismografi pronti a registrare e contrastare fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Specie in momenti di crisi come quelli che stiamo attraversando.
Anche la responsabilità nostra, di lettori e spettatori, non è da meno!
Lo spettacolo di e con Remo Girone, su progetto artistico di Giorgio Gallione e Gianluca Ramazzotti, è basato sugli scritti e sulle memorie di Simon Wiesenthal.
Il Cacciatore Di Nazisti
con Remo Girone
testo e regia Giorgio Gallione
scene e costumi Guido Fiorato
luci Aldo Mantovani
progetto artistico Giorgio Gallione e Gianluca Ramazzotti
produzione Ginevra Media Production / Teatro Nazionale Genova