Via Del Popolo, la presenza di un altro tempo all’interno del nostro tempo

È un viaggio per immagini quello che Saverio La Ruina ci fa fare al Teatro Menotti di Milano con il suo nuovo spettacolo Via del Popolo, strada principale di Castrovillari, agli inizi degli anni ’60.
Un monologo pacato, intimo, privo di spettacolarizzazione, da vedere dal 6 all’11 dicembre 2022.
Percorrendo lentamente questa strada con l’attore, non attraversiamo solo il suo paese natale e il microcosmo che vi ruota, ma archi temporali diversi.
Sullo sfondo, il tempo che scorre e un’Italia che cambia.
Da contadino, il nostro paese diventa infatti nel dopoguerra cittadino, per poi scuotersi di dosso la mentalità borghese e cattolica durante il grande vento di liberazione del maggio ’68. Si lascia poi attraversare dall’ottimismo rivoluzionario degli anni ’70 convinto di poter creare un mondo migliore, per poi capitolare dopo l’uccisione di Aldo Moro.
Intanto guarda al mondo, alla guerra in Vietnam, alla Guerra fredda, a Cuba. Ed il mondo sembra guardare a Castrovillari o meglio alla vicina Potenza dove nel 1976 il Living Theatre sbarca con il suo rivoluzionario e non capito “The Love Play”, inno all’amore libero e alla contestazione ai poteri.
La scena è disseminata di lanterne bianche che regalano una luce calda, intima, come il racconto di La Ruina. Lo comincia per la verità al cimitero, ma non c’è niente di triste nella rievocazione dei personaggi della sua infanzia.
Via Del Popolo: il palco, proprio come le pagine di un libro pop up dove i segni di piegatura della carta fanno apparire movimento e tridimensionalità, sembra popolarsi di personaggi curiosi e delle loro botteghe.
C’è il bar Rio, di proprietà del padre e dello zio dell’attore, acquistato firmando tante cambiali. Avevano entrambi lasciato le montagne vicine per arrivare là ed offrire un futuro migliore ai figli, cominciando cosi il loro cammino in salita per diventare da montanari a cittadini.
Poco più avanti incontriamo il venditore di fichi d’india, sugosi e già spellati, il cinema con il proiettonista che taglia le pizze dei film, Giannino l’elettricista capace di “auscultare” gli elettrodomestici.
Proseguendo sulla strada c’è la merceria, con la merciaia vedova di cui il sarto zoppo è segretamente innamorato, il fioraio, il negozio di alimentari che sparge il profumo della sua mortadella sino alla falegnameria poco distante.
Si ode perfino il ticchettio dei tacchi delle bellissime ed elegantissime sorelle Giannetto, capaci perfino di far distogliere gli occhi del prete dal suo rosario.
Una piccola comunità che vive compatta, in una sorta di mutuo soccorso, visto che lo stato, da sempre, è assente.
Dove l’esempio dei padri, la loro integrità, la loro secolare pazienza che li porta ad accettare la vita, sono rimasti ancora ad illuminare il cammino dei figli, come le luci di quelle lanterne sul palco.
Anche adesso che i 200 metri di Via Del Popolo si percorrono in appena una manciata di minuti perché si è trasformata, con botteghe chiuse come occhi cechi o rimpiazzate da anonimi centri commerciali, fast food o garage, il ricordo dei padri non si è spento.
Teatro Menotti, Via Ciro Menotti 11, Milano
tel. 0282873611 – biglietteria@teatromenotti.org
Dal lunedì al sabato dalle ore 11.30 alle ore 19.00, dalle 19.00 alle 20.00 solo nei giorni di spettacolo
Domenica ore 14.30 | 16.00 solo nei giorni di spettacolo
Acquisti online
Con carta di credito su www.teatromenotti.org
Saverio La Ruina
Via Del Popolo
Prima nazionale
Produzione Scena Verticale
Di e con Saverio La Ruina
Disegno luci Dario De Luca
Collaborazione alla regia Cecilia Foti
Audio e luci Mario Giordano
Allestimento Giovanni Spina
Dipinto Riccardo De Leo
Amministrazione Tiziana Covello
Organizzazione generale Settimio Pisano
durata: 75 minuti.