Anna dei Miracoli: contro la tentazione del muro

Sino al 22 maggio 2022, il Teatro Franco Parenti di Milano presenta una sua imperdibile produzione per la Lega del Filo d’Oro: Anna dei miracoli, del drammaturgo e scrittore statunitense William Gibson (New York, 13 novembre 1914 – Stockbridge, 25 novembre 2008) da non confondere con l’altro William Gibson, scrittore di fantascienza, statunitense naturalizzato canadese.
Racconta una storia vera quella di Helen Keller, vissuta negli Stati Uniti tra la fine dell’800 e gli anni ’60 del ‘900, divenuta sordocieca a circa 2 anni per meningite. Grazie ad Anne Sullivan, anche lei parzialmente non vedente, alla sua pazienza, dedizione e autorevolezza, Helen Keller impara a comunicare con la lingua tattile dei segni, riuscendo così a esprimersi, leggere, laurearsi e avere una vita autonoma spesa poi da avvocato, per la difesa dei portatori di disabilità.
Lo spettacolo è toccante perchè nella semplicità e linearità della sua storia, disegnata dalla sapiente regia di Emanuela Giordano, sono racchiusi tanti piccoli miracoli.
Ci sono un padre ed una madre. Li vediamo da subito sulla bellissima scena carica di contrasti di Angelo Linzalata. Siedono nella sala della loro casa, rischiarata da una luce chiara e calda. Tutto sembra calmo ma si avverte da subito una grande tensione drammatica.
Anna dei Miracoli: la tentazione del muro
Le mura per esempio sono marmore, spesse, di un grigio minaccioso. Sembrano voler proteggere un’identità impaurita che si abbandona alla tentazione del muro per sentirsi protetta e non avere legami col mondo. Durante lo spettacolo delimiteranno gli spazi, aprendoli e chiudendoli, scivolando lentamente e pesantemente su binari.
Poco dopo si odono suoni gutturali, quasi animaleschi. Entra in scena una bambina. Si muove a tentoni, come un animale rabbioso, urtando contro la poca mobilia. É la figlia della coppia, rimasta sordocieca all’età di un anno, dopo una grande febbre.
La madre si ostina a tenerla in casa, sperando in un miglioramento, incapace però di offrirle altro oltre alla soddisfazione dei suoi bisogni vitali.
Il padre, più pragmatico, la vede solo come una scimmietta selvatica, irruenta e sporca. Ha certezze granitiche proprio come le mura, sulla sua irrecuperabilità. Poichè non ci sono speranze, vorrebbe rinchiuderla tra le mura di in una clinica.
Anna dei Miracoli: un amore confuso
Entrambi la amano di un amore confuso, misto di odio, rabbia, impotenza, vergogna, senso di sconfitta; dove la compassione diventa più comoda e, assecondare, più facile rispetto ad uno sforzo pedagogico continuo e coerente.
Poi arriva in casa Anna. É stata suggerita alla coppia da un medico. Si dice faccia miracoli.
Anna è ipovedente, orfana, abbandonata in fasce davanti all’orfanatrofio.
Lei, Mascia Musy, è il primo miracolo: ha modi bruschi, ma non ha risentimento verso chi l’ha abbandonata. Solo gratitudine per chi l’ha accolta, nutrita e curata permettendole di riacquistare, parzialmente la vista.
Non ha permesso dunque alle sue ferite di farla diventare rabbiosa, di far crescere mura dentro di sé. Al contrario ha reso quelle ferite fruttifere, sovvertendo cosi un ordine che poteva sembrare immutabile.
Ed ora è pronta a farlo con Helen, valorizzando le sue potenzialità residue e nascoste al punto da non essere viste neanche dai suoi stessi genitori.
Anna insegna alla piccola, attraverso la LIS tattile e tanto amore, a comunicare con il mondo, a rispettarne le regole per essere a sua volta rispettata. Non la vuole pulita ed obbediente, cosa che basterebbe ai suoi genitori, ma autonoma. E ci riesce, compiendo cosi un secondo miracolo.
E quel cuore di bimba intelligente e curiosa e non di scimmietta selvatica come era stato considerato dal padre, potendosi esprimere e sentendosi capito, riesce ad illuminare sentieri sconosciuti ai suoi stessi genitori dando vita ancora ad un altro miracolo.
Lo spettacolo, ambientato nella contemporaneità, ha una forza emotiva dirompente grazie anche ai bravissimi attori.
La recitazione di Anna Mallamaci è finanche disturbante tanto veritiera. Ci sbatte in faccia senza pietismo il diverso e il dramma di chi vi si trova confrontato. Mascia Musy ha la compostzza di chi ha attraversato il dolore ed è giunto sulla sponda opposta.
Laura Nardi ci fa tenerezza nel suo essere dilaniata tra amore materno e voglia di “vita tranquilla” mista alla paura di perdere la centralità nella vita della figlia.
Fabrizio Coniglio ci offre una gamma di registri recitativi. Lo vediamo inizialmente granitico, pieno com’è di certezze, al punto da restarci finanche odioso. Nello spazio dello spettacolo, assistiamo muti, allo sgretolarsi delle sue mura difensive. E il suo aprirsi al mondo, alla speranza, diventa, come per sua figlia, un autentico passo di crescita, quasi un atto rivoluzionario.
10 – 22 maggio 2022, Teatro Franco Parenti, Milano
Anna dei miracoli
di William Gibson
adattamento e regia Emanuela Giordano
con Mascia Musy
e Fabrizio Coniglio, Anna Mallamaci, Laura Nardi
scene e luci Angelo Linzalata
costumi Emanuela Giordano
musiche Carmine Iuvone e Tommaso Di Giulio
produzione Teatro Franco Parenti per Associazione Lega del Filo d’Oro
durata 1h30minuti