L’amaca di domani tra umorismo e responsabilità

L’amaca di domani di e con Michele Serra è il godibilissimo spettacolo andato in scena al Teatro Franco Parenti di Milano dal 19 al 21 Ottobre 202.
Sarebbe meglio restare in silenzio, esordisce Michele Serra che è solo in scena mentre immagini di nuvole pacifiche e danzanti, sfilano nel filmato alle sue spalle veicolando un senso di impalpabilità e leggerezza.
Accanto a lui sul palco, un leggio ed una grande mucca di plastica, animale questo da lui considerato inspiegabilmente, esempio positivo di silenzio. Ed è buffo che lo dica un signore come lui, classe 1954, che ha cominciato a scrivere a metà anni ’70 ed ha continuato per tutta la sua vita professionale. Certo, la parola è stata declinata dal saggista, giornalista, scrittore, poeta, drammaturgo, satirico, pensatore, opinionista, in tutte le sue accezioni.
Ed infatti aggiunge subito, enigmaticamente, che la parola ci distingue dagli animali e al contempo da Dio, che come loro non parla. Il verbo siamo noi, dice ad un pubblico già ammaliato, e lo si capisce specie quando sbagliamo i congiuntivi.
Parla apparentemente a ruota libera. Racconta di quando aveva iniziato appena ventenne, facendo il dimafonista, professione oramai tramontata, che consiste nel trascrivere gli articoli dettati al telefono da inviati e/o corrispondenti. E mentre racconta esilaranti aneddoti verbali, come quello di un giornalista che detta il suo articolo relativo ad un incendio scoppiato in una fattoria dove le pecore sono ridotte a “torcie umane”, c’è tutto un mondo che scorre davanti ai nostri occhi.
Quello dove il giornalismo era materia, “metalmeccanica” e l’impaginazione aveva una coreografia indimenticabile. E insieme a quel mondo sfila la politica, la società, le star vere e quelle fasulle, la gente comune, il costume, la cultura del nostro paese.
L’amaca di domani tra umorismo e responsabilità
Il nucleo di L’amaca di domani è tratto dal libro “La sinistra e altre parole strane”, nel quale Michele Serra apre al lettore la sua bottega di scrittura. Ma anche un po’ se stesso, spesso in bilico tra umorismo e serietà, consapevole del suo talento ma anche del c*** che, ci ricorda, è sempre necessario.
Si chiede per esempio se scrivere un’opinione (L’Amaca di domani) tutti i giorni per 27 anni su una testata nazionale, sia una forma di potere o una condanna; se nasca da autorevolezza, orgoglio personale o spocchia; se sia un caso umano da guinness che sfiora il senso del ridicolo.
Ma su una cosa sembra non avere dubbi: sulla responsabilità della scelta delle parole e sulla necessità di apprenderne tante. L’operaio, diceva Gramsci conosce 10 parole, il padrone 100, per questo è padrone. Il rischio oggi, è che il consumatore non abbia bisogno di parole e che il linguaggio si appiattisca, si riduca, cancellando così identità non uniformate.
Teatro Franco Parenti, Milano
19 – 21 Ottobre 2021 | Sala Grande
L’amaca di domani
di e con Michele Serra
regia Andrea Renzi
aiuto regia Luca Taiuti
scene e costumi Barbara Bessi
luci Cesare Accetta
organizzazione generale Lello Becchimanzi
produzione SPAlive in collaborazione con Teatri Uniti