Amen, trilogia attraversata dal battito cardiaco

Massimo Recalcati dal 12 al 17 ottobre 2021, ha presentato al Teatro Franco Parenti di Milano, Amen, il suo primo spettacolo teatrale.
Da anni lo psichiatra lombardo ci aiuta a capire meglio noi stessi e la vita che ci sta attorno con quel suo modo di parlare semplice che fa si che anche i più giovani si avvcinino a lui.
Lo incontrammo per la prima volta, circa 10 anni fa, in un teatro milanese. Dopo un toccante spettacolo sull’anoressia adolescenziale, Quasi Perfetta di Valeria Cavalli e Claudio Intropido, Massimo Recalcati salì sul palco per parlare del problema dei disturbi alimentari. Lo fece con il suo modo chiaro, concreto, chiamando le cose, i sentimenti, con i loro nomi.
La platea giovanissima, respirava silenziosamente. Furono in molti in quella sala, illuminati dalle sue parole, a capire che la forza di una persona forse sta proprio nella quantità di verità dolorosa che arriva a vedere, sostenere, sopportare. Quella stessa forza, che molti dei ragazzi presenti non avevano trovato negli adulti di riferimento. Le mani cominciarono ad alzarsi. Timidamente prima, sempre più convinte poi. All’inizio chiedevano “per amici”, poi esponendosi in prima persona, nel tentativo di capire, di capirsi.
Avevano riconosciuto, in quell’uomo sicuro, dallo sguardo vagamente tenebroso ma aperto, non solo un propositore di nuovi contenuti di consapevolezza, ma anche un contenitore per i loro contenuti confusi in quel momento, l’adolescenza, in cui si vorrebbe una moltiplicazione infinita delle diverse versioni di se stessi senza però averne il controllo.
Continua invece a moltiplicare con consapevolezza le proprie identità, Massimo Recalcati già psicoanalista, saggista, filosofo, scrittore ed ora anche drammaturgo con Amen. Questa parola potente e fragile, una sorta di respiro che apre alla vita e la chiude proprio come il battito cardiaco, dà il titolo a questo testo. Scritto durante il lockdown, sembra esorcizzare un episodio importante della sua vita: la sua nascita prematura e la sua sorprendente sopravvivenza, in barba alle voci dei medici che ne avevano già decretato la morte.
Amen, trilogia attraversata dal battito cardiaco che diventa forza del desiderio di vita
Amen è diviso in tre parti, ognuna delle quali è recitata da un singolo attore che esce dal buio del fondo del palco, molto simile a quello del nostro inconscio. La prima è Madre. Federica Fracassi dà voce alle parole della madre, al suo sgomento misto a paura davanti a quel mucchietto di ossa prematuro e incompiuto. Tanto cercato, atteso, con già un nome da imperatore, venuto invece alla vita già esausto, quasi un errore. Ma il cuore è vivo. Quel battito è resistenza ostinata e desiderio di vita. Le mani della madre sembrano proteggerlo, come si farebbe con la fiamma di una candela nel vento.
Figlio è la seconda cui dà voce Marco Foschi. É quel mucchietto di ossa che parla tra un battito e il suo pregresso attaccameto alla vita. Malgrado la solitudine dell’incubatrice e il gelo di quello spazio vuoto e silenzioso di vetro, il cuore continua a battere.
Gelo e battito ritornano come testimonianze di vita nella terza parte: Soldato. Danilo Nigrelli porta infatti sul palco le parole di Il Sergente nella neve di Mario Rigoni Stern, testimone e scrittore della disastrosa ritirata degli alpini dalla Russia tra il dicembre 1942 e il febbraio 1943. In quel libro, tanto amato da Recalcati da adolescente, lo psicanalista ritrova quel movimento continuo vitale di battito e passo verso la luce, la salvezza.
Amen ci è sembrato uno spettacolo un po’ debole nonostante la regia di Walter Malosti sia un mantice potente e il tappetto sonoro metallico molto suggestivo. Forse per la recitazione spesso ansimata e ansimante degli attori, per un leggero scollamento tra le tre parti e per il presente indicativo che in Madre e in Soldato, cristallizza la drammaturgia in un tempo senza orizzonte dove la narrazione diventa spesso ripetizione ridondante e ossessiva di parole e pensieri.
Eppure può essere esempio per molti di noi, per uscire dalla nostra zona di confort, seguire il desiderio vitale che alberga in noi senza pensare all’aspetto performativo, nutrire e non tarpare “l’anima marina” di cui ci ha parlato spesso Recalcati, l’unica forse a mantenere vivo “il battito”.
Amen – In forma di concerto per voci ed elettronica
di Massimo Recalcati
regia Valter Malosti
introduzione di Massimo Recalcati
voci di Marco Foschi, Federica Fracassi, Danilo Nigrelli
progetto sonoro e live electronics Gup Alcaro
chitarra elettrica Paolo Spaccamonti
luci Umberto Camponeschi
assistente alla regia Thea Dellavalle
produzione Teatro Franco Parenti / TPE – Teatro Piemonte Europa / ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione