Il Maestro e Margherita: tutto l’universo fantasmagorico di Bulgakov

Con Il Maestro e Margherita, sul palco del Piccolo Teatro Strehler di Milano sino al 27 ottobre 2019, si muove l’universo fittamente abitato di Bulgakov, fatto di innumerevoli personaggi, delle loro trasformazioni, incontri, avvicinamenti inattesi, sullo sfondo di una quotidianità complessa e contraddittoria.
La regia di Andrea Baracco dirige sapientemente questa sinfonia talvolta fantasmagorica, talaltra lieve in un flusso narrativo variegato, pieno di ritmo, farsa, comicità e melanconia.
La scena grigia resta praticamente invariata: un grande spazio grigio con sui tre lati, porte finestre che si spalancano e si richiudono a battenti, per risucchiare o buttare su scena i più diversi personaggi.
Su di essa si snodano le tre storie del testo: quella di Il Maestro e Margherita, quella di Ponzio Pilato, contenuta nel romanzo scritto dal Maestro, e quella dell’arrivo del diavolo a Mosca, Woland, il più appariscente dei personaggi. A lui, Michele Riondino, imprime un che di diabolico ma anche umano; citando Il Faust il diavolo dirà infatti ”sono una parte di quella forza che vuole costantemente il Male ed opera costantemente il Bene”.
Il diavolo di Bulgakov infatti non è il biblico tentatore, ma la forza capace di scoperchiare vizi, pulsioni negative, bassezze umane.
Il Maestro, sapendo che la realtà è illusoria, cerca la verità, scrivendo un romanzo splendido e denso su Ponzio Pilato. Lo perdona, perchè le circostanze in cui si trovava, che non possono essere considerate come inessenziali, hanno provocato in lui lacerazioni interne che lo hanno portano a fare la scelta sbagliata.
Il Maestro è convinto del trionfo. Invece l’opera viene stroncata dalla critica (subita dallo stesso Bulgakov) che interrompe il rapporto tra lo scrittore e il pubblico rappresentato in scena da uomini vili, ignoranti ed egoisti.
Sono strani bipidi che muovono al riso, si ubriacano e compiono nefandezze; anime morte, non più servi della gleba ma servi di un sistema disumano che credeva, in quegli anni di produrre “l’Uomo Nuovo”.
Senza pubblico il maestro impazzisce e arriva anche a rinnegare il suo grande amore Margherita, che crede in lui e nel suo romanzo.
Sarà il diavolo a strappare Il Maestro e Margherita alla pazzia, offrendo loro la morte. Essa è intesa però come quiete, come dimensione capace di accogliere bellezza e verità, cosi importanti per gli uomini.
Il Maestro e Margherita è un flusso continuo di luci ombre, di bene e male, di contrasto quotidiano. É movimento, scene oniriche e fantasmagoriche.
Piccolo Teatro Strehler (Largo Greppi – M2 Lanza), dal 15 al 27 ottobre 2019
Il Maestro e Margherita
di Michail Bulgakov
riscrittura Letizia Russo
regia Andrea Baracco
con Michele Riondino nel ruolo di Woland
e Francesco Bonomo, Federica Rosellini
e in ordine alfabetico, Giordano Agrusta, Carolina Balucani, Caterina Fiocchetti, Michele Nani, Alessandro Pezzali, Francesco Bolo Rossini, Diego Sepe, Oskar Winiarski
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Simone De Angelis
musiche originali Giacomo Vezzani
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
con il contributo speciale della Brunello Cucinelli Spa