Io lavoro per la morte: l’incontro di due rette parallele

Io lavoro per la morte è sino al 24 febbraio 2019 al Teatro Elfo Puccini di Milano. Nicola Russo, in scena insieme a Sandra Toffolatti, firma testo e regia di questo spettacolo originale, dal titolo enigmatico, dove la narrazione procede su due piani distinti, come su due rette parallele, solo apparentemente destinate a non incontrarsi.
L’intima scena della sala Bausch è in penombra, immobile; si intravedono mobili impacchettati, ingessati in plastica e scotch, come calchi di una vita precedente.
Il silenzio è interrotto da un tintinnio di chiavi. Un giovane uomo entra, accende la luce, si siede al tavolo al centro del palco. È il figlio della mamma che comincia improvvisamente a parlare sul lato destro della scena, davanti ad uno schermo che proietta immagini di palazzi ripresi da un auto in corsa, file di facciate che si susseguono senza sosta, quasi per nascondere i segreti che si celano al loro interno.
Un fascio di luce illumina il suo volto. È bella, fascinosa, con capelli biondi vaporosi, in elegante tallieur rosa cipria. Parla con tono tra il civettuolo e il sarcastico; c’è, nell’articolazione delle sue parole, un che di distaccato, un pizzico di vanità.
Si intuisce che è sempre stata abituata ad essere al centro dell’attenzione, anche se i suoi incubi sembrerebbero smentirla. Racconta infatti che ricorrente è il sogno in cui lei vede, intorno a se, l’umanità tutta, trucidata da soldati. In mezzo a questo tappeto di cadaveri, lei, unica superstite, va incontro ai colpi, implorando di morire. Mentre invece, continua a vivere sfacciatamente.
Cosa che puntualmente avviene nella vita e nella mente del figlio, dove lei resta presente anche ora che è morta.
Un figlio che si è sentito orfano di lei quando lei era in vita, sempre incentrata su sé stessa, con una sigaretta tra le labbra per sezionare ogni momento della giornata e la settimana enigmistica tra le mani. Una donna incurante dei suoi bambini, pronta a spedirli al bar per comprarsi un tramezzino per pranzo.
C’è tuttavia, una sorta di composta ironia priva di rabbia nei brevi e evocativi monologhi del giovane uomo, che, quasi a sua insaputa, da vita, alla fine, ad un mosaico “materno” sereno e divertente, capace di cancellare il sentimento originario da “orfano”.
In Io lavoro per la morte, i ricordi della mamma e del figlio procedono su binari separati e solo talvolta si incontrano. La gita inaspettata al mare dalla zia, prima che questa impazzisse per la morte del figlio; un ballo di lei col buttero storto e sdentato; la visita al cimitero per trovare la tomba del padre che non si riesce a trovare per colpa di tutti i morti dopo di lui che, con le nuove tombe, hanno fatto perdere i riferimenti toponomastici; gli oggetti spostati appositamente dal figlio per provocazione nel tentativo di comunicare con la madre.
Due rette parallele che viaggiano talmente vicine da sfiorarsi
Però, nel silenzio dell’appartamento dove la madre si era chiusa in una solitudine ostinata e apparentemente immobile, i racconti paralleli di madre e figlio diventano ponti di comprensione ed alla fine, sembrano talmente vicini, da arrivare a sfiorarsi.
Io lavoro per la morte è un lavoro forse liberatorio per il suo autore ma sicuramente originale per costruzione drammaturgica e recitazione. Parla della morte di sua madre, ma con delicatezza, per arrivare a recuperare il positivo di una vita, che la quotidianità aveva offuscato. Sandra Toffolatti, con voce, gesti sapienti e scoppia di risa, riempie di sé la sala del Teatro Elfo Puccini.
Elfo Puccini, corso Buenos Aires 33, Milano
Mar/sab ore 19.30, dom ore 15.30
Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org –
Prezzi: Intero € 32.50, Ridotto € 17, Martedì € 21,50 – www.elfo.org
Io lavoro per la morte
testo e regia Nicola Russo
elaborazione drammaturgica Nicola Russo e Sandra Toffolatti
con Sandra Toffolatti e Nicola Russo
scene e costumi Giovanni De Francesco
luci Cristian Zucaro
video Lorenzo Lupano
acconciatura e trucco Aldo Signoretti
produzione Monstera in collaborazione con Le vie dei Festival
si ringrazia Artisti 7607 e Ilva Garuti