Roma-Genoa, storie di capitani: da Di Bartolomei a Totti.
Nel corso della storia recente del calcio italiano le partite tra Roma e Genoa hanno assunto, almeno in due occasioni, significati densi d’amore, di passione, di tifo e senso d’appartenenza. L’8 maggio 1983 la Roma diventava Campione d’Italia per la seconda volta e il Capitano Agostino Di Bartolomei portava sul braccio e sul cuore i colori di Roma. Sono passati 34 anni e 20 giorni, la fascia di capitano si è aggrappata prima a Giannini, poi a Francesco Totti, il calciatore più forte della storia della Roma.
Roma – Genoa, quella del 2017, è stata una di quelle partite che “no, questa non la possiamo perdere”; c’era la Champions in palio, c’era il saluto alla bandiera più grande di tutte, c’era un impegno preso da onorare fino in fondo. C’erano 70.000 persone a soffiare per quella bandiera e per quel simbolo, quella Lupa che ancora una volta si è fusa in un tutt’uno con il volto di un ‘ragazzetto’ di Porta Metronia.
È stata una partita tipicamente da Roma, una di quelle in cui complicarsi la vita è consuetudine, per di più contro un avversario matematicamente salvo. Lo svantaggio iniziale (a proposito, complimenti a Pellegri), il pareggio, il sorpasso, la nuova delusione e poi la gioia finale: una sofferenza che è valsa il secondo posto in classifica, una Champions League raggiunta in extremis che forse permetterà a Monchi una maggiore libertà e possibilità di movimento in sede di calciomercato.
È difficile, però, mantenere il focus sull’obiettivo sportivo. È altrettanto inevitabile concentrarsi su quelli che sono stati gli ultimi momenti di Francesco Totti come calciatore della Roma. Da oggi si comincerà a pensare al futuro, ricordando la felicità di aver potuto vivere il corso calcistico di Francesco Totti, magari con la malinconia che farà pensare, nei momenti di difficoltà, in svantaggio o sul dischetto del rigore: “vedi, mo ce vorebbe Totti”. L’auspicio, sia chiaro, per il bene della Roma e di tutto il calcio italiano è che la squadra capitolina cresca al più presto un calciatore, un figlio di Roma più forte di Francesco Totti, diverso dal miglior Totti che 25 anni di generazioni accavallate hanno ammirato. Che ci sia la possibilità di qualcuno che faccia ancora meglio di lui, per quanto difficile possa essere, affinché quella maglia trovi il suo degno erede, per il rispetto del suo ultimo proprietario ma, in primis, per il rispetto della Roma. Allo Stadio Olimpico, dopo Roma – Genoa, è divampato un fuoco di occhi rossi e ‘lucciconi’, un amore reciproco messo a nudo da tutti. Nessuna vergogna, nessun timore di mostrarsi per quel che si è. Il momento che nessun tifoso della Roma avrebbe mai voluto che arrivasse, tirando per la corda la lancetta dei minuti, si è poi palesato, ponendo fine ad un’era calcistica difficilmente imitabile, lasciando impresso su quella maglia col numero 10, “poggiata e piegata”, un monito da tramandare: è stata la maglia di Francesco Totti, il più forte calciatore che Roma ha visto mai.
TABELLINO
ROMA-GENOA 3-2
MARCATORI: 3′ pt Pellegri, 10′ pt Dzeko, 29′ st De Rossi, 34′ st Lazovic, 45′ st Perotti
ROMA (4-2-3-1): Szczesny, Rüdiger, Manolas, Fazio, Emerson Palmieri, De Rossi, Strootman, Salah, Nainggolan, El Shaarawy, Dzeko All. Luciano Spalletti
GENOA (3-5-2): Lamanna, Biraschi, Gentiletti, Munoz, Lazovic, Cofie, Veloso, Hiljemark, Laxalt, Palladino, Pellegri All. Ivan Juric
ARBITRO: Tagliavento di Terni