Europei: il perché delle scelte di Conte

di Giuseppe Saponaro
Si è parlato di “nazionale a fari spenti”. Ancora, “squadra che può sorprendere”. Semplicemente, ritengo che il gruppo che Antonio Conte sta portando agli europei gli assomigli molto. E’ composto da gente che ha voglia di correre, sudare, lottare per la maglia azzurra. E’ fortemente caratterizzato dal “marchio di fabbrica” del mister salentino che, da giocatore, ha sempre puntato sulla grinta piuttosto che sulla tecnica, sulla voglia di arrivare rispetto al desiderio di apparire. Più da stalla che da stella, più da gregario che da primario. Insomma una squadra più che una selezione: sembra questo il primo comandamento del cammino che porterà Buffon e soci ad affrontare il torneo francese. Sullo sfondo la critica ansiosa di poter capire se una compagine dai valori tecnici non eccelsi riuscirà a lanciare (e non buttare…) il cuore oltre l’ostacolo per giungere a sbaragliare avversari che, almeno sul versante puramente tecnico, ci sono superiori.
Scusate se è poco: la missione pare proibitiva ma il guerriero Conte si è, da sempre, dimostrato particolarmente adatto alle missioni, sulla carta, impossibili. Della serie, fascino a ciò che è arduo come se il sangue pulsasse vita dinanzi ai muri, apparentemente, invalicabili. La sua storia, quella di Antonio, parla di lui: a Siena, come a Bari fino a diventare “re” di Torino con la squadra dei record. Ad accompagnare tutto il solito motivo: avere letteralmente “fame” di vittorie. Ora riportare la stessa mentalità da una squadra di club alla nazionale non è semplice ma se l’allenatore tricolore riuscirà nell’intento, state sicuri, vedremo qualcosa di bello. Ci divertiremo. Peraltro, le scelte fatte fino ad ora, appaiono intonate alla logica.
Fuori i nomi altisonanti: sarà una nazionale senza Balotelli, Pirlo e Totti. Forse, almeno il capitolino poteva rivelarsi mossa a sorpresa: nella Roma di Spalletti si è dimostrato, nonostante il fattore età, elemento decisivo anche se e solo nei minuti finali. Invece, il “Conte pensiero” è coerente e lascia spazio a giovani virgulti che non hanno tanta esperienza internazionale ma che, indubbiamente, danno del tu al pallone: Insigne su tutti.
Ma partiamo dalla porta: scelte obbligate con Buffon, ancora una volta, padrone di un trono dalla sovranità indiscussa. Dietro di lui Sirigu e Marchetti: giusto così. Difesa con blocco Juve: Barzagli, Chiellini, Bonucci: abbiamo il reparto difensivo più forte d’Europa. Pronto a subentrare Ogbonna sempre stesso blocco: non è casuale. Fasce affidate a De Sciglio, Darmian, Candreva, Bernardeschi, El Shaarawy, Giaccherini e Florenzi: saranno loro a fare la reale differenza. Della serie che sei i laterali funzionano a dovere questa nazionale volerà, letteralmente, sulle loro ali. Altrimenti, saremo bassi. In tutti i sensi. Linea centrale affidata a Motta e De Rossi. Uno dei due, alternativamente, rappresenterà il cuore del gioco. Assenti Marchisio e Veratti, era impossibile trovare di meglio. Sul settore protagonisti anche Parolo e Sturaro, non a caso uomini bravissimi anche in fase di inserimento. Chiusura per l’attacco: Pellè ed Eder partono avanti ma attenti a Zaza. Potrebbe essere l’uomo in più. “Mister fantasy” il già citato Insigne. Peccato che in campo potranno essere solo undici. Dovranno essere undici leoni, solo così Conte sarò contento. Comunque andrà a finire.