Un bacio come mille parole

di Dario De Luca
Un gesto semplice che forse è passato inosservato. Attraverso un freddo campo di calcio polacco un messaggio di unità nazionale dal più promettente talento del calcio italiano.
Provocatore, immaturo, esagerato ma anche talento, campione, questi sono gli aggettivi che si affiancano da anni al nome dell’attaccante italiano del Manchester City Mario Balotelli. Da alcuni giorni però un gesto del più discusso centravanti nostrano è diventato un simbolo, una cartolina da incorniciare per filtrare un messaggio forte e positivo.
Sono da poco passate le 21:10 del 11 novembre 2011, Mario Balotelli bacia il simbolo della nazionale italiana attaccato all’altezza del cuore sulla sua maglia azzurra.
Un gesto semplice che molti attaccanti compiono, dimostra attaccamento e dedizione per una casacca che è il sogno fin da piccolo di qualsivoglia ragazzino. Se però a fare quel gesto dopo un gol è un ragazzo dalla pelle nera, il primo nella storia del calcio italiano, ecco che quello di Mario diventa un messaggio forte, di sensibilizzazione per una società in crisi che attraverso il razzismo negli stadi ha più volte dimostrato una mancata crescita socio-culturale. Proprio quel Mario Balotelli, emigrato in Inghilterra e più volte vittima in Italia di insulti a sfondo razziale.
Poco meno di un anno fa, in Austria si assisteva per esempio all’ennesimo caso di razzismo. Uno striscione esposto dalla curva dei tifosi italiani durante la partita Italia-Romania recitava “No alla nazionale multietnica”. Oggi quel gesto non è un ricordo sbiadito ma un esempio di come l’attenzione non possa essere abbassata. Cori e striscioni che diventano l’emblema forte e indelebile di come la società italiana non si sia ancora evoluta in maniera adeguata. Proprio come in un film visto più volte scorrono le dichiarazioni e le immagini di tutti quei calciatori di colore che vengono insultati per il colore della loro pelle, un messaggio fortemente negativo in uno sport come il calcio che è la cassa di risonanza a livello mondiale per eccellenza.
Balotelli non è il solo calciatore di colore presente in nazionale. Da qualche tempo lo affianca un altro giocatore, Angelo Ogbonna., talentuoso difensore del Torino.
Due giovani stelle dalla pelle nera, nati rispettivamente a Palermo e Cassino che indossano alla perfezione la nuova veste voluta dal commissario tecnico Cesare Prandelli di una nazionale giovane, ambiziosa e piena di entusiasmo specchio di tutta la società, pur con le sue diverse sfaccettature. Unita nel segno di Mario Balotelli.
15 novembre 2011