Hockey, Milano batte Bolzano all’overtime. Migliore: “Gioia inspiegabile”
Ieri sera è andata in scena al PalaOnda la sfida tra Milano e Bolzano, il classico dell’hockey italiano, che ha completato il quadro della undicesima giornata di regular season del campionato di serie A, e ha visto la squadra milanese costringere i campioni d’Italia bolzanini alla quarta sconfitta consecutiva.
Il Milano è riuscito a fare sua la vittoria grazie ad una realizzazione di Andreas Lutz all’overtime con un tiro dalla blu, dopo che i tempi regolamentari si erano chiusi sul risultato di 2-2..
La squadra meneghina sale così al sesto posto in classifica, a quota 15 punti, portandosi a sole due lunghezze dallo stesso Bolzano, che la precede in classifica.
Nel post partita, il capitano milanese Tommaso Migliore, figlio dell’attuale presidente della sua squadre ed ex giocatore di hockey, ai microfoni della Gazzetta dello Sport, ha espresso la sua soddisfazione per la preziosa vittoria: “Una gioia impagabile. Io al PalaOnda avevo esordito, giovanissimo, in serie A: ricordo che mi tremavano le gambe. Ieri invece nessun timore riverenziale: un successo importante. Stiamo migliorando, la squadra cresce partita dopo partita.”.
Il ventitreenne giocatore del Milano ha poi parlato del suo sport, l’hockey, da lui amato fin da bambino: “Sì, ho masticato hockey fin da piccolo, ma ho iniziato a giocare anche perché molti dei miei compagni di classe praticavano questo sport. È una disciplina molto affascinante. Erano gli anni novanta e l’hockey in città era in pieno boom. Oggi è cambiato molto, ma rimane una disciplina che inculca fin da piccoli forti valori etici e morali. Sul ghiaccio lo scontro è spesso duro, ma il rispetto profondo per l’avversario non viene mai a mancare”.
Infine, capitan Migliore ha provato a spiegare il motivo per il quale l’hockey, tradizionalmente uno sport montano, praticato di solito nelle località d’alta quota, sia così apprezzato e seguito anche nel capoluogo lombardo, che in questa disciplina ha eccelso per anni: “Penso che dipenda anche e soprattutto dal rapporto viscerale che lega la squadra ai tifosi. E’ qualcosa di unico, difficile da spiegare. Anche ieri sera a Bolzano si sentivano solo i cori del nostri sostenitori. Fanno tanti sacrifici per seguirci, gli stessi che facciamo noi, che magari studiamo e lavoriamo oltre a giocare. Io ad esempio studio scienze bancarie all’università. Per esserci ieri ho spostato un esame”.
Giuseppe Ferrara
24 ottobre 2012