Lockout Nba: giri il mondo e trovi l’America

Chi trova l’America trova un tesoro…ma qualche milione di dollari val bene un biglietto di ritorno nel Vecchio Mondo per molti giocatori della Nba, fermi per il lockout del campionato. È questa la situazione assurda, eppure possibile, che si sta delineando in questa pazza pre-season del campionato Nba 2011-2012. Anzi, a dire il vero, molti affari sono stati già fatti e molti contratti, più o meno lunghi, sono stati firmati e depositati. È il caso dei vari Deron Williams, Leandrinho Barbosa, Kenyon Martin e tanti altri. Al momento la Cina sembra essere, se non la destinazione migliore (con ingaggi massimi di “solo” 2,5 milioni di dollari circa a stagione) certamente la nazione che meglio sta sfruttando le tensioni presenti negli States, battendo sul tempo molti paesi occidentali, nonchè rivali ai prossimi giochi olimpici del 2012.
Da buon paese che, oramai, sa destreggiarsi benissimo con le regole del capitalismo moderno, il campionato cinese sta blindando per l’intera stagione degli ingaggi importanti sotto il profilo del marketing e non solo, confermando la volontà del grande paese asiatico nel rivestire un ruolo primario, a livello mondiale, nello sport americano per eccellenza. Vietando di fatti la stipula di contratti a breve termine (con la clausola dell’Nba-escape) la Cina può contare per un’intera stagione sportiva sull’apporto tecnico di giocatori di primo ordine, i quali, oltre a far lievitare un giro di affari non ben quantificabile (ma comunque da capogiro) potranno soprattutto insegnare tattica, tecnica e sana pazzia ai giovani mandarini, ormai proiettati nell’élite mondiale di ogni singolo sport.
Per ora l’Europa si muove, a volte cauta, a volte sfrontata, in mezzo a trattative più o meno realizzabili e quasi sempre, purtroppo, con l’ostacolo dell’Nba-escape: secondo questa clausola i giocatori messi sotto contratto saranno richiamati nel massimo campionato mondiale di basket nel momento in cui scatterà la regular season, ovvero in una data che, al momento, non è nemmeno lontanamente ipotizzabile. Logico che eventuali ingaggi e possibili prestazioni dei campioni americani risentano di questa insicurezza sul futuro e che, soprattutto, le squadre europee siano guardinghe nell’elargire stipendi faraonici a giocatori “a tempo determinato”. Ma il richiamo del mondo milionario dell’Nba è troppo grande persino per i flaccidi portafogli del vecchio continente e l’idea di riempire i palasport con l’entusiasmo (e i soldi) dei tifosi scatenati deve contribuire non poco alla possibilità che tutto ciò possa avvenire.
Ecco allora arrivare all’Armani Milano Danilo Gallinari, Keith Benson a Sassari, E’Twaun Moor a Treviso. Senza dimenticare i rumors di mercato che danno come possibili i ritorni nelle rispettive patrie di stelle di assoluta grandezza come Parker, Nowitzki, Kirilenko, Bargnani, Gasol. Altri campioni se ne andranno a raccogliere i petroldollari russi, sulla falsa riga del calcio, come forse farà Kevin Durant, mentre altri ancora seguiranno la via dell’est, verso la Cina o forse Israele.
Il colpo in canna, tuttavia, sembra averlo pronto una squadra italiana, nobile decaduta e decisa con un “botto” clamorso a spezzare, almeno per qualche partita, il dominio assoluto della Montepaschi Siena e di Milano. La Virtus Bologna ha infatti da tempo avvicinato Manu Ginobili e Kobe Bryant, stelle, rispettivamente, dei San Antonio Spurs e dei Los Angeles Lakers: per il primo si tratterebbe di un “ritorno d’amore”, viste le passate stagioni in Romagna che lo avrebbero poi lanciato nel campionato Nba; per il secondo sarebbe un “ritorno d’arte” avendo il padre giocato in Italia negli anni ’80 e inizi anni ’90. Sette titoli Nba in due e la certezza di poter fare la differenza in un campionato che, nelle ultime stagioni, ha saputo dire pochino sotto il profilo agonistico. Resta il problema ingaggi (e sponsor) ed un unico, enorme, dubbio: il gioco potrebbe valere la candela? Riuscirebbe il patron Sabatini a far quadrare i bilanci e non andare incontro ad un nuovo fallimento? Insomma, la mossa, per quanto suggestiva e attraente sul piano mediatico, potrebbe risultare vincente e non solo fine a se stessa? Per questo sport, che da troppi anni vive il famigerato “momento di passaggio”, sarebbe una grande opportunità di riscossa: muovere interesse e soldi fa sempre bene, purché dietro crescano progetti ed idee innovative e attuabili nell’immediato futuro. Se tutto ciò avverrà sarà in ogni caso, volenti o nolenti, un fuoco di paglia: all’inizio della stagione americana le stelle se ne andranno, così come sono arrivate e allora si tireranno le somme di questo fantastico sogno. Ma i milioni di dollari del circus Nba valgon bene un biglietto di sola andata…
di Luca Bolli
29 settembre 2011