Phil Rudd spiega le motiviazioni delle sue azioni criminali
Dopo le accuse venute alla luce riguardo le attività illegali intraprese dal, forse ex, batterista degli AC/DC Phil Rudd, il musicista ha provato a tornare in contatto con i restanti membri della band per appianare le divergenze e chiarire la situazione.
Come forse non tutti sapranno, il batterista australiano, membro della band hard rock fin dagli inizi, è stato accusato dal governo Neo Zelandese di minacce di morte e possesso di stupefacenti. Durante la prima intervista a riguardo, rilasciata al programma televisivo A Current Affair, il batterista ha affermato di essere stato colpito da un crollo psico-fisico a causa al suo ultimo lavoro da solista, intitolato “Head job”. “Ai tempi ero molto stressato. Sono tornato in Nuova Zelanda per chiedere conto alle persone che avevano lavorato con me al lancio del disco, che era stato un fottuto disastro. Ero incazzato nero, come potrete capire.” Con queste parole il musicista, residente da due anni in Nuova Zelanda, cerca di spiegare il motivo del suo crollo legato al cattivo esito della pubblicazione dell’album. La preoccupazione più grande per i fan, è stata quella di come reintegrare il batterista nella band o sostituirlo, in modo da non andare a compromettere il tour d’addio. Già alla notizia dell’ arresto, avvenuta lo scorso 6 novembre, Brian Johnson e Angus Young si erano affrettati a far sapere che erano già al lavoro per trovare un sosituto, inquadrando Chris Slade come tale, in modo da riuscire a non danneggiare il “Rock or Bust World Tour”. Anche Rudd ha detto la sua riguardo ad un riavvicinamento con la band che, però, non sembra essere andato a buon fine. “Ho scritto una lettera ad Angus, ho provato a entrarci in contatto, ma per il momento non ho sentito nessuno. Sono sicuro che stiano rivivendo i bei vecchi tempi, divertendosi a suonare. E sono sicuro che il risultato sia grandioso.”
Rudd ha ammesso lo scorso 21 aprile di essere colpevole del possesso delle sostanze stupefacenti e delle minacce di morte. La sentenza sarà emessa il prossimo 26 giugno, a seguito della quale il batterista rischia la massima pena.