THE TEMPER TRAP | L’atteso ritorno romano, tra novità e vecchie glorie

A tre anni di distanza dal tour mondiale che li ha elevati nell’Olimpo delle band contemporanee, la formazione australiana dei The Temper Trap è finalmente tornata in Italia, sul palco del Qube di Roma!
Dougy Mandagi (chitarra e voce), Jonathon Aherne (cori e basso), Joseph Greer (chitarrista, tastierista e corista) e Toby Dundas (batterista), hanno ufficialmente presentato,nella cornice capitolina, il loro ultimo lavoro “As Thick as Thieves” ai loro fan italiani, già incontrati negli anni passati, proponendo un tour di 3 date, a Milano, Roma e Treviso.
La “svolta” nella loro carriera è evidente sin da subito, da gruppo di apertura (anche per nomi illustri, quali Coldplay e Rolling Stones), a “Main Event” della serata, passando la torcia ad una formazione tutta italiana, i Les Enfants, quattro ragazzi della scena indie milanese, spesso in concerto in tutta Italia, e arrivati anche in televisione nazionale tramite X Factor, nella sua decima edizione. Il gruppo di apertura ha brevemente introdotto il pubblico alla serata, con le loro particolarissime canzoni, i cui testi spaziano dall’italiano all’inglese (non trascurando il nome del gruppo très français!) con grande facilità. Gli occhi puntati all’estero, ma il cuore saldamente a casa, come testimoniano i testi delle canzoni, in cui Milano si affaccia più o meno velatamente, sempre dietro l’angolo.
Successivamente è stata la volta della band australiana, che senza troppi preamboli è salita sul palco ed ha immediatamente cominciato a suonare l’opening del nuovo disco. Una partenza quasi “timida”, semplice, in punta di piedi, se non fosse stato per le fastose e potenti note del brano che dà il nome all’intero album. Un inizio all’apparenza fredda, che non ha però scoraggiato il pubblico romano, che ha letteralmente “conquistato” il quartetto, creando un’osmosi totale nella magica notte della sala del Qube. Subito dopo i primi brani, band e spettatori erano ormai un’unica entità, fusa proprio tra le note di “Burn” che ha completamente trasportato i partecipanti through the “Rabbit Hole”, in una maniera che Lewis Carroll avrebbe sicuramente approvato!
Il resto della scaletta è stato cantato da tutti partecipanti, tanto da stupire i Temper Trap stessi, i quali hanno “assunto” nel loro gruppo tutti gli spettatori con un caloroso “Wow you guys are naturals! You got the Job!” da parte del leader Dougy.
La fine dell’evento è stata siglata con un encore dei brani “Soldier On”, “What if i’m wrong” e “Sweet Disposition”, ma il vero apice è stato raggiunto prima, con un capolavoro strumentale quale “Drum Song”.
Per questa canzone i Temper Trap hanno “abbandonato” la voce, per permettere ad un’ulteriore percussione di salutare i fan romani. L’interpretazione è stata fenomenale, un brano energetico, con tamburi e batteria che martellavano l’aria, un po’ sulla falsa riga dei rituali sciamanici degli aborigeni, ma con l’azzeccata aggiunta di riff distorti di chitarra, che hanno donato all’intero locale una sorta di aura mistica, perfettamente armonizzata dalle sonorità più moderne e contemporanee che si possa immaginare!
Un ritorno per il quale è valsa la pena attendere, ma che indubbiamente lascia i vecchi e nuovi fan desiderosi di altre date italiane!
Federico Ferlita