Intervista a SANTI: la musica come sfogo ma anche strumento di lotta sociale
Musica
24 Novembre 2021

Intervista a SANTI: la musica come sfogo ma anche strumento di lotta sociale

Dopo l'esperienza a X-Factor 2020 torna a far parlare di sé Filippo Santi, in arte SANTI, cantautore bolognese classe 2002. Il 12 novembre è uscito "Prendila come vuoi", un singolo che taglia il nastro di un'inaugurazione musicale, dando inizio a un percorso nuovo in cui l'artista si mostra a 360°.

SANTI

di Rosella Maiorana

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Prendila come vuoi è l’incipit del nuovo percorso musicale di SANTI. È il momento di raccontare se stessi, le proprie fragilità e il desiderio di riscatto. La ricerca della libertà personale è infatti il monito del brano, in cui emerge il desiderio di scappare da un rapporto nocivo, che annienta e spegne. Bisogna trovare il coraggio di dire basta e di iniziare a credere di nuovo nelle proprie possibilità.

SANTI si presenta al pubblico con un sound tutto nuovo, che strizza l’occhio al pop rock e all’elettronica, un esordio di carriera che lascia il segno e non si fa certo dimenticare. L’abbiamo intervistato.

Ciao, Filippo! Iniziamo subito da Prendila come vuoi. Parlaci del brano.

Assolutamente sì! Prendila come vuoi è il mio nuovo inizio, è il primo paragrafo di un capitolo che chiude la mia esperienza a X-Factor e che segna l’apertura del mio percorso futuro, mostrando una differente parte di me e mettendomi a nudo con la musica e con i testi. Il brano parla di una relazione soffocante dalla quale sono fuggito sfogandomi con la musica. Il testo è interamente scritto da me, con la collaborazione dei miei produttori Lorenzo Macchiavelli, Luca Leprotti e Simone Santi. Poi in questo percorso ho avuto la possibilità di collaborare con Nicola Balestri, che è il bassista di Cesare Cremonini, e in fase finale con Michelangelo, il produttore di Blanco.

Hai nominato Ballo, Nicola Balestri. Nel 2002, nell’anno della tua nascita, i Lunapop concludevano il loro percorso musicale insieme. Tu appartieni, quindi, a una successiva generazione. Che emozioni hai provato a lavorare con lui?

Sì, appartengo a una generazione successiva, però sono sempre stato affascinato da Cesare Cremonini e dai Lunapop. Io con Ballo ne ho parlato, abbiamo notato questa coincidenza particolare e gli ho esternato la mia stima nei confronti suoi e di Cesare. Ballo è un musicista eccezionale, oltre che una bellissima persona, ha dato un contributo indispensabile alla produzione del brano e spero che questa collaborazione duri anche in futuro.

Ritornando al singolo, lo hai definito l’inizio di un nuovo capitolo. Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo futuro?

Nel mondo musicale di oggi è davvero difficile fare programmazioni a lungo termine, però dovete aspettarvi sicuramente tanta musica, anche a breve. Non è ancora in uscita un album, perché il Covid non permetterebbe una giusta promozione tramite un tour, però non vedo l’ora di potermi tuffare anche in questa esperienza.

È già arrivato il momento di un featuring?

Non ancora. Ci sono tantissimi artisti che stimo e che penso di voler contattare per una collaborazione, ma non è appunto il momento giusto. Per adesso voglio dedicarmi a me, occuparmi di presentare al pubblico il mio progetto e di farmi conoscere (e, si spera, apprezzare) come artista, per poi sperimentare nuove strade e collaborazioni.

Canti “Guardando indietro puoi cambiare il mondo”. Tu hai 19 anni, per cui oggi è per te il momento di cambiare il mondo. Qual è la tua rivoluzione?

Una gran bella domanda! Se fosse possibile, sicuramente cambierei la poca informazione, nel senso che raramente le persone parlano con consapevolezza e cognizione di causa. Bisogna combattere l’ignoranza che c’è in giro, è necessario dal voce a tutti, perché ancora oggi esiste una disparità di mezzi e di espressione. Poi, la mia rivoluzione eliminerebbe il razzismo e le altre forme di odio. Qualche anno fa sono stato in Sud Africa e questa esperienza mi ha aiutato a comprendere un mondo tanto lontano da noi, ho capito che la discriminazione etnica è ancora forte e che bisogna fare molto per superarla, la strada è lunga. Nel mio piccolo però lotterò, anche con le canzoni.