L’Islam che non abbassò la testa a Mosca: la rivolta dei Basmachi
Avete presente tutti quei paesi con desinenza “-stan”?
Ecco, buona parte di questi si trovano in Asia Centrale, prendendo il nostro fantastico atlante ed unendo i valori culturali dell’uomo medio legati a tali paesi avremo una visione molto più chiara del tutto. Procediamo con qualche illuminante ma becero esempio. In questa fantastica regione possiamo trovare: il Kazakistan, terra natia del famoso giornalista immaginario Borat, il Kirghizistan, conosciuto da tutti per esser stato la fonte principale di uranio russa nella seconda guerra mondiale e per quel pessimo 1998, anno nel quale due tonnellate di cianuro di sodio sono state per sbaglio riversate nel fiume Barskoon.Leopardi, grande fan del Kirghizistan, s’ispirò ai pastori locali per comporre Canto notturno di un pastore errante dell’Asia e poi non dimentichiamoci che è la nazione del Buzkashi, un simpaticissimo gioco a squadre tipo il calcio con al posto della palla una bella carcassa di capra, si gioca a cavallo e vale praticamente quasi tutto, il classico sport da prime donne insomma. Proseguendo troviamo il Tagikistan, non famoso per le olive taggiasche, il Turkmenistan, nazione che vanta il record di non avere nemmeno una medaglia olimpionica dopo l’indipendenza dall’URSS e, per chiudere, l’Uzbekistan di Shomurodov.
La guerra civile russa
Parentesi geografica chiusa, passiamo a quella storica: il regno dell’ultimo imperatore di Russia, Nicola II Romanov, è caduto, i bolscevichi di Lenin, per prendere il potere, hanno un piccolo problema da risolvere: il movimento dei bianchi e l’armata bianca. Diciamo che la soluzione tra i due schieramenti non venne trovata tra un bicchiere di vodka e l’altro, quindi, in assenza dei social e del 5G (ora va di moda litigare online, prima si scendeva in piazza), la soluzione è una sola: l’affascinante e indimenticabile Guerra civile russa.
Iniziata nel 1917, vinta poi dai rossi nel 1922, la guerra civile vide, almeno in prima battuta, gran parte delle popolazioni musulmane del Centro Asia al fianco di Lenin con tanto di assenso da parte dell’uomo di Simbirisk alla nascita di vere e proprie istituzioni governative di stampo musulmano.
I rapporti tra i paesi musulmani e Lenin filano abbastanza lisci fino a quando Nikolaj impose a tutte le realtà di allinearsi alle disposizioni economicosociali del governo centrale della sempre calda Mosca. Quindi abbiamo da una parte i mullah con il sogno e la volontà di costituire una sorta di federazione autonoma di stati islamici mentre dall’altra Lenin alle prese con la costruzione del grande impero…riassumendo: c’è un problema. Il “signor Wolf” inviato da Lenin porta il nome di Mikhail Frunze, il generale guida l’armata rossa in Turkestan, spazza facilmente la resistenza islamica locale, ripristinando velocemente e senza troppi problemi lo strapotere bolscevico. Il potere di Mosca si fa sentire collettivizzando le terre di circa un milione di pastori, la risposta a Lenin arriva nella primavera del 1919, Ben Irgash riunisce a sé le tribù musulmane, trova la quadra d’intesa con i mullah e dà vita al Movimento Indipendentista Basmaco (la parola basmaco viene dall’uzbeko ed equivale a brigante, nostalgico appellativo donatogli per l’arte di saccheggio nei confronti dei contadini che strizzavano l’occhio al regime comunista).
1920, Tagikistan: il ribelle e multietnico esercito basmaco (si erano uniti alle file dei ribelli ex prigionieri di regime provenienti dalla Polonia, dall’Ungheria, dalla Repubblica Ceca, mussulmani cinesi, afgani, turchi oltre a tutti i perseguitati dai bolscevichi…riassumendo un esercito da far invidia alla Benetton) respinge inizialmente l’esercito rosso, Mosca quindi capisce che non tira un buon vento e manda rinforzi in campo, mossa che risulterà vincente, i basmachi sono costretti ad indietreggiare.
Enver Pasha, l’ex capo dei Giovani Turchi
La svolta per il movimento basmaco porta il nome di Enver Pasha, ex capo dei Giovani Turchi; nel 1921 venne incaricato per assurdo dallo stesso Lenin di partire per Bukhara e trattare la pace con i mullah locali.
Enver (per gli appassionati di Corto Maltese potete trovarlo anche nella storia La casa dorata di Samarcanda), prepara il trolley e parte con un piano tutto suo in testa; arrivato in terra uzbeka propone ai basmachi la creazione di una federazione di stati islamici completamente autonomi con governo centrale in Turkmenistan.
Le voci corrono veloci fino alle orecchie della polizia di Stalin, Enver è costretto alla fuga ma viene scelto dai mullah locali come capo dell’esercito basmaco.
I risultati in campo per l’esercito ribelle non tardano ad arrivare; nel febbraio del 1922 Enver invade il Tagikistan e occupa Dushanbe con pochi uomini, pochi mesi dopo, infoltendo le fila dell’esercito porta a casa un altro successo nel Bukhara.
Lenin, dopo aver provato la via del dialogo (fallendo), prepara l’offensiva mandando sul campo di battaglia un esercito numeroso guidato dal generale Kakurin; la vittoria rossa nell’estate del 1922 fa si che molti mullah abbandonino l’idea e l’esercito di Enver.
La soluzione per Enver potrebbe essere l’ospitalità del sovrano afgano Anamullah, ex alleato basmaco, ma stavolta la richiesta d’aiuto e d’asilo viene respinta dall’afgano al fine di non avere problemi diplomatici con Mosca.
Agosto, 1922, frontiera tra Tagikistan e Afghanistan; Enver viene circondato dai bolscevichi comandati da Kulikov il quale offre la resa, Enver rifiuta e tenta l’ultimo assalto a cavallo, il piombo della cavalleria di Kulikov è l’ultima cosa che vedranno gli occhi del ribelle turco, spogliato dei suoi vestiti verrà poi gettato in una fossa.
La dignitosa sepoltura avverrà solo per mano del mullah Obidaryo: dopo aver ritrovato il cadavere di Enver infatti venne fatta una cerimonia ed il corpo venne sepolto sotto un albero di noce.
I conflitti tra Mosca ed i ribelli basmachi continueranno, cambieranno gli interpreti, salirà il numero di morti tra le file ribelli e si inasprirà la politica di repressione (specie sotto Stalin).
Il Movimento Basmaco venne represso ufficialmente nel 1947 per mano dell’Armata Rossa.