Ariston passa sotto il controllo di Gazprom
Le filiali russe dell’italiana Ariston e della tedesca Bosch verranno nazionalizzate dal Cremlino. La decisione sa già di caso diplomatico. Il decreto è di venerdì scorso. Esso sancisce il “trasferimento temporaneo” delle due aziende alla Gazprom Domestic Systems.
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha immediatamente chiesto al segretario generale della Farnesina di convocare l’ambasciatore russo per avere dei chiarimenti in merito.
Nascita e fioritura di Ariston
Facciamo un po’ di chiarezza: Ariston nasce nel 1960 sulle macchine prodotte dalle Industrie Merloni per cucine, scaldabagni, lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi. Il marchio nasce per distinguersi dalle altre macchine della Merloni, realizzate per conto terzi, proponendo al mercato apparecchiature innovative e di design. Così, nel giro di pochi anni, l’azienda e si apre ai principali mercati d’Occidente e diventa leader nel settore degli scaldabagni. Dopo esser diventata leader nel settore dei riscaldamenti di ambienti e caldaie, si apre nuove filiali in Europa Orientale e in Asia, acquisendo così Racold negli anni ’90. Inoltre, apre un proprio stabilimento di proprietà in Cina. La vera ascesa, però, inizia a partire dagli anni Duemila. Nel gruppo cominciano a confluire marchi storici dei vari settori di competenza del gruppo Ariston: Chaffoteaux, Elco, Cuenod e Rendamax.
Nel 2011 acquista anche Cipag SA e Domotec AG confermandosi in Svizzera azienda leader nella produzione, distribuzione e mantenimento di sistemi di riscaldamento domestici e per il riscaldamento dell’acqua. Acquista DhE, per poi, nel 2014, completare anche l’acquisizione di ATAG Heating, Heat TechGeysers, aziende leader in Sudafrica nel settore degli scaldaacqua. Nel 2015 acquisce l’azienda danese Gastech-Energi A/S, costituisce la consociata in Indonesia Ariston Thermo e assimila la francese SPM. Nel 2016 la crescita continua senza arrestarsi, l’Ariston acquista il marchio canadese NTI, l’americano HTP e l’israeliano Atmor. Nello stesso anno inaugura un nuovo stabilimento in Tunisia. Tra il 2018 e il 2019 acquisisce il marchio messicano Calorex e nel 2021 firma l’accordo per l’acquisizione dell’israeliana Chromagen e CENTROTEC Climate Systems.
La decisione del Cremlino
Quale decisione ha appena varato Vladimir Putin? Il presidente del Cremlino ha appena approvato un decreto che trasferirà la gestione dello stabilimento di Vsevolozhsk, a 20 km da San Pietroburgo, nelle mani dellla Gazprom Domestic Systems. Perché? Con l’inizio del conflitto con l’Ucraina, l’azienda italiana aveva interrotto gli investimenti sul sito in questione. Nonostante ciò, lo stabilimento inaugurato nel 2005 continuava a funzionare e lavorare in modo ordinario. Più nello specifico, il decreto approvato da Putin, riguarda la Ariston Thermo Rus e la BSH Household Appliances, rispettivamente controllate da Ariston Holding e BSH Hausgerate GmbH.
Non si tratta di un caso isolato. Dall’inizio della guerra Putin ha preso il controllo delle proprietà di molte aziende occidentali. Il motivo è intuibile: molte imprese russe sono state colpite da pesanti sanzioni occidentali a partire dallo scoppio della guerra; pertanto, Putin ha giustificato questa serie di provvedimenti come ritorsioni verso le azioni degli altri Paesi. Già lo scorso anno si era verificato un episodio simile con le filiere russe di Danone e Carlsebrg. Infatti, poco prima le due aziende avevano annunciato di volersi ritirare dal mercato russo. Attualmente, gli stabilimenti delle due aziende in questione sono nelle mani dell’agenzia federale per la gestione delle proprietà: la Rosimushchestv. Per quanto riguarda l’Ariston, la gestione temporanea è stata passata ad un altro gruppo industriale, pur sempre controllato da Mosca.